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Il calvario del Tap, il gasdotto necessario ma vittima dei movimenti del No

Gas

Non c’è pace per il gasdotto Tap, l’infrastruttura strategica in grado di portare in Italia il gas azero, con l’effetto di ridurre una volta tanto la dipendenza energetica dell’Italia, aumentare la capacità di stoccaggio e metterla al riparo da crisi del gas con la Russia. Tutto è ricominciato questa notte, quando nell’area del cantiere Tap di San Foca, a Melendugno, si è verificato uno scontro tra manifestanti e forze dell’ordine.
La strada di accesso al cantiere, definito strategico da Confindustria alle ultime assise di Verona,  è stata nuovamente ostruita per impedire il passaggio degli operai e il loro ingresso nel cantiere. Come se non bastasse sono stati trovati sul posto anche chiodi lasciati sull’asfalto. Al loro arrivo gli operai hanno provveduto a liberare la strada. Nel frattempo gli attivisti No Tap hanno cercato di rallentare le operazioni e ci sono stati momenti di tensione con gli agenti di polizia e i carabinieri che presidiano la zona.

La denuncia del nuovo blitz degli attivisti contro il Tap è arrivata dallo stesso consorzio per la realizzazione del gasdotto. “La scorsa notte la strada di accesso al cantiere è stata nuovamente ostruita con pietre, massi e altri ostacoli per impedire il passaggio degli operai che ogni mattina si recano al lavoro. Rinvenuti anche chiodi a tre punte lasciati sull’asfalto. Al loro arrivo, resisi conto della situazione, gli operai hanno provveduto a liberare la strada con le ruspe”.

Solo poco più di un mese fa, a febbraio, si era registrato un nuovo duro attacco al cantiere, che aveva provocato l’immediata reazione del consorzio. “Tap si trova nuovamente a denunciare i ripetuti atti di violenza che da due giorni impediscono alle maestranze e ai mezzi di entrare al cantiere dove è in corso la realizzazione del pozzo di spinta per la costruzione del micro tunnel per svolgere il loro lavoro”, aveva affermato una nota di Tap. Nell’occasione era stata denunciata anche “l’assenza delle condizioni di sicurezza e serenità necessarie per svolgere lavori regolarmente autorizzati, come diretta conseguenza del mancato rispetto della legge e della convivenza civile da parte di una frangia sempre più violenta e lontana da ogni manifestazione di pacifico dissenso”.

Sull’avversità del territorio al gasdotto si era espresso anche Michele Mario Elia, ex numero uno di Ferrovie e oggi country manager di Tap, in un’intervista a Formiche.net. “L’opposizione al progetto è legata principalmente alla scelta dell’approdo. Il presidente della regione Puglia Michele Emiliano si dice favorevole al gasdotto, ma in una zona più industrializzata e meno turistica. Ma la scelta dell’approdo è avvenuta al termine di una lunga fase di studio che ha analizzato più di venti alternative concludendo che San Foca è il punto dove si ha il minore impatto ambientale, una scelta accolta e validata anche dalla commissione tecnica nazionale per le procedure di via”.

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