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Putin e Wang: l’incontro tra Cina e Russia in nome di “fiducia e rispetto”

“Potenziare ulteriormente la cooperazione bilaterale a vantaggio di entrambi i paesi e di tutto il mondo”, così scrive la Xinhua, agenzia stampa cinese legata al governo, per descrivere l’incontro di giovedì tra il presidente russo Vladimir Putin e il vicepresidente cinese Wang Qishan, a cui Pechino affida compiti sulle relazioni estere al pari di un ministro.

Il contesto, quello del forum di San Pietroburgo, appuntamento economico comunemente chiamato la “Davos russa”, che quest’anno ha segnato un paio di passaggi importanti per il Cremlino di Putin: l’incontro con il presidente francese che ha marchiato la fase di interessamento pragmatico con cui adesso gli europei guardano a Mosca; il faccia a faccia con il premier giapponese, segnato dalle rassicurazioni sull’impegno russo per trattare la crisi nordcoreana davanti all’instabilità americana; i contatti ministeriali tra Russia e Arabia Saudita e le decisioni sulle produzioni petrolifere; il meeting con Wang, appunto.

Il cinese ha portato a Putin i saluti di Xi Jinping, confermando l’invito al capo del Cremlino per il vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO), un blocco di sicurezza regionale guidato da Pechino e Mosca, che ci sarà a giugno a Qingdao. Xi, che incontrerà Putin per la prima volta dopo che entrambi hanno riconquistato il potere nei mesi scorsi, nutre molta fiducia nei rapporti Cina-Russia – il grande tema geopolitico globale del prossimo futuro, con cui Pechino e Mosca si confrontano, dialogando, con gli allineamenti occidentali.

Wang ha anche detto che la Cina vuole sviluppare una cooperazione più strategica e a lungo termine con la Russia per migliorare le relazioni e approfondire i loro interessi comuni. Quello in Russia è stato il primo viaggio all’estero del nuovo vice-presidente e ha ricalcato le orme di Xi, che nel 2013 scelse proprio Mosca per la sua prima tappa extra-cinese.

“Il partenariato strategico globale tra Cina e Russia è di grande importanza non solo per i due paesi stessi, ma per il mondo in generale”, traduce così la Xinhua le parole del vice: i due paesi “si rispettano, si fidano l’un l’altro, cooperano sulla base dell’uguaglianza e godono di comprensione e sostegno reciproci nei principali affari internazionali.

L’altissimo dirigente cinese ha anche parlato in un panel d’eccezione tenuto al forum venerdì: sul palco lui, Putin, Shinzo Abe, Emmanuel Macron e la direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde; una sorta di dimostrazione di potenza da parte degli organizzatori: il Cremlino ha pubblicizzato la presenza di questi relatori di massimo rilievo come una vittoria negli sforzi con cui Putin sta cercando di tirare fuori la Russia dall’isolamento diplomatico imposto dall’Occidente con le sanzioni punitive per l’annessione della Crimea, e la crisi ucraina, le ingerenze nelle presidenziali americane e più di recente il caso Skripal (durante il panel il moderatore, il direttore della Bloomberg, John Micklethwait, ha posto a Putin una domanda sulle interferenze alle presidenziali americane e il presidente russo, in pieno spirito del momento ha risposto “Oh, guarda: un provocatore!”).

Wang ha detto che tutti i paesi dovrebbero cercare di rimanere calmi, fiduciosi e composti, allargare i propri orizzonti ed evitare paura, sospetto e arroganza – difficile non leggere dietro a certe parole un messaggio, sulla fiducia, sul rispetto, sulla comprensione e sull’uguaglianza, sulla paura degli altri, diretto a Washington: la Cina da mesi sta chiedendo un comportamento più composto agli americani, nelle trattative commerciali come sul dossier nordcoreano, o quello del nucleare iraniano, per dire; dagli Stati Unti rispondono con la stessa chiave retorica, i cinesi non sono sinceri con noi dicono (tagliato con l’accetta, ndr).

“Noi stiamo costruendo il socialismo delle New Era”, ha detto Wang parlando della dottrina di Xi, inserita nelle teoria che i funzionari del partito devono studiare per formarsi e impressa nella costituzione: allo stesso modo, ha spiegato il vicepresidente, Putin sta lavorando per costruire una nuova Russia, “più forte e più prospera”. Parole intrise di propaganda, che sfruttano le delicatezza dei legami tra Pechino e Washington, in difficoltà tra i conflitti sul commercio e le questioni geopolitiche regionali come la penisola coreana e il Mar Cinese Meridionale.

Cina e Russia stanno rafforzando i legami commerciali, basando intanto sull’interesse reciproco quella cooperazione. Lo scambio a due vie ha raggiunto gli 84 miliardi di dollari l’anno scorso, con un aumento del 20 per cento rispetto al 2016, e le due parti hanno 73 progetti di cooperazione per un valore di oltre 100 milioni di dollari; numeri citati direttamente da Wang, ricorda il South China Mourning Post.

(Foto: Kremlin.ru, Putin e Wang)

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