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Basi militari italiane nel sud della Libia? L’ambasciatore Perrone smentisce

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Dopo le ultime vicissitudini che avevano visto alzarsi il coro di proteste e l’occupazione dell’aeroporto della città di Ghat, al sud della Libia per l’arrivo della task force italiana, giunge, ferma, la risposta dell’ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Perrone. Il diplomatico, attraverso il suo profilo Twitter, smentisce le voci secondo cui l’Italia starebbe creando una base militare nel sud della Libia, definendo tali voci “semplicemente fake news”. “Il ministero dell’Interno guida un programma dell’Unione europea per rafforzare la sovranità e le capacità della Guardia di frontiera per combattere i trafficanti di esseri umani”, ha aggiunto Perrone.

Un chiarimento, quello dell’ambasciatore, che si è rivelato necessario dopo l’esplosione delle proteste a Ghat e il monito lanciato da Khalifa Haftar contro “una presenza militare in qualche zona del sud libico col pretesto della lotta contro l’immigrazione clandestina”. Il generale, infatti, aveva dichiarato che tali presenze sarebbero state considerate “un aperto attacco contro lo Stato libico, da contrastare con tutte le misure necessarie”.

Il Lybia Observer, d’altro canto, che aveva riportato il comunicato del Consiglio tribale in cui si invitava alla protesta, nelle sue pagine indicava l’arrivo della delegazione italiana come un modo per spianare la strada alla realizzazione di una base militare nel sud del Paese e considerava questo il motivo per il quale diversi miliziani avevano preso il controllo dell’aeroporto di Ghat.

Dunque, le parole di Perrone non fanno altro che confermare quello che avevano dichiarato anche le autorità locali e cioè che la visita italiana, guidata da Massimo Bontempi, è rientrata nell’Accordo di amicizia Italia Libia siglato il 30 agosto del 2008 e che qualsiasi “incidente” durante la visita sarebbe stato attribuito al consiglio tribale.

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