Tutti i dati lo confermavano da alcuni mesi, ma la notizia è comunque destinata a sorprendere analisti e tecnici. In Russia si registra una primizia nel settore del gas, con il primo soggetto indipendente del paese, Novatek, che sorpassa il colosso Gazprom.
La domanda che tutti si pongono, adesso, è come potrebbe reagire Gazprom se vi fosse un altro sorpasso nel breve-medio periodo, circostanza che è altamente probabile, con tutte le ripercussioni politiche (interne ed esterne) del caso. E se qualcuno stia immaginando una regressione programmata del colosso perché non più funzionale al progetto globale.
TREND
Oggi in molti si chiedono se la performance di Novatek preoccupi Gazprom, anche se in verità il valore della prima è costantemente aumentato negli ultimi anni, mentre quello di Gazprom è rimasto stazionario.
Ulteriore segnale si ritrova nell’accordo appena siglato da Novatek con Japan Oil, Gas e Metals National Corp (Jogmec) per collaborare ai progetti di gas naturale liquefatto (Gnl) nella Russia settentrionale. Obiettivo, esplorare le opportunità di cooperazione sui progetti nelle penisole di Yamal e Gydan, compreso il progetto Arctic Lng 2, che prevede un collegamento di trasporto regolare attraverso il Mare del Nord per le consegne ai mercati giapponesi e del quadrante circoscritto nella zona asiatica che si affaccia sul Pacifico.
In Novatek c’è al 19% Total assieme a Cnpc e Chinese Silk Road Fund. La società rappresenta il 9% della produzione di gas della Russia ma gode di un trend in forte ascesa. Il suo impianto artico ha una capacità annua di 17,4 milioni di tonnellate, ma Novatek sta già pianificando l’Arctic Lng 2, in cui la francese Total (che ha due membri nel suo Cda) ha acquistato una partecipazione del 10%.
Arctic Lng 2 avrà una capacità di 19,8 milioni di tonnellate di Gnl all’anno. Quindi, si tratta di 37,2 milioni di tonnellate di capacità di Gnl che dovrebbero essere operative a metà del 2020. Numeri che non sono passati inosservati.
NOVATEK
Per avere un’idea del rapporto di forze che intercorreva tra Novatek e Gazprom è sufficiente osservare i numeri di dieci anni fa, quando la differenza nella capitalizzazione di mercato di entrambe sfiorava i 350 miliardi di dollari, mentre oggi si attestano a quasi 50 miliardi. Il trend quindi è cambiato e lo dimostra il fatto che mentre da un lato ricavi e profitti della compagnia statale stanno aumentando vertiginosamente per via dei volumi record di gas forniti all’Europa, dall’altro il suo valore di borsa è rimasto stazionario negli ultimi sei anni, mentre Novatek ha in pratica triplicato i propri risultati.
Nel board di Novatek vi sono nomi molto in vista nell’elites russa, come Leonid Mikhelson l’amministratore delegato della compagnia che ne possiede il 25%, Alexander Natalenko già Vice Ministro delle risorse naturali della Federazione Russa, Gennady Timchenko sodale di Mikhelson con un patrimonio stimato di 15 miliardi e colpito dalle prime sanzioni contro la Russia, Andrei Akimov già al vertice di significative realtà bancarie (Banca per il commercio estero dell’Urss, Bank for Foreign Trade di Zurigo, Donau Bank di Vienna, Imag Investment Management & Advisory Group AG, Gazprombank), il prof. Viktor Orlov che da lavorare come operaio in una miniera di carbone ha scalato posizioni (fino a essere inviato in Iran e a presiedere organi come la Russian Geological Society), accanto a manager di Total come Robert Castaigne e Michael Borrell, quest’ultimo già vicepresidente senior per Europa e Asia centrale.
GUIDA
A guidare Novatek c’è il 63enne di origini ebraiche Mikhelson, che è attualmente uno degli oligarchi più ricchi del paese con un patrimonio stimato da 20 miliardi di dollari, inserito da Forbes nella lista dei 60 uomini più ricchi al mondo. Suo padre Viktor era uno dei più importanti costruttori di gasdotti. Lo scorso anno ha acquistato il 17% della società petrolchimica Sibur da Kirill Shamalov, l’ex genero di Putin, aumentando la propria partecipazione fino al 48%.
La sua gestione di Novatek da almeno tre anni ha spinto molti osservatori a prevedere il possibile sorpasso su Gazprom con, in prospettiva, la conquista dell’esclusiva sull’esportazione di gas naturale all’estero.
La svolta si ritrova nella sua intenzione di disancorarsi dal greggio come unico fattore di pil: per questo ha puntato anche su altri prodotti petrolchimici chiedendo al governo russo l’autorizzazione a esportare gas in Europa attraverso i gasdotti Gazprom, con il doppio obiettivo di bypassare le limitazioni giuridiche imposte alla costruzione di nuovi gasdotti come il North Stream che passerebbe dal Baltico.
Nello scorso novembre, secondo quanto pubblicato dal New York Times, Mikhelson avrebbe usato Bank of Utah come strumento per poter registrare il suo jet Gulfstream negli Stati Uniti, procedura che solitamente richiede la cittadinanza. La banca, che gestisce quasi 1500 conti fiduciari, permette a stranieri facoltosi di ottenere legalmente registrazioni americane per i loro velivoli mentre proteggono le loro identità dalla pubblica opinione.
E’uno dei maggiori compratori russi di pezzi di arte contemporanea, con una collezione valutata 200 milioni di dollari, che comprende opere di Gerhard Richter, Christopher Wool e Rudolf Stingel. Per questo sta costruendo a Mosca un polo museale di arte contemporanea da 130 milioni, dopo aver fondato nel 2009 la Victoria the Art of being Contemporary in onore di sua figlia 23enne Victoria, per promuovere l’arte contemporanea russa all’estero.
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