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Dalla blockchain alla sanità digitale. Tecnologia in mostra al Think di Ibm

IBM

Si è chiuso ieri Think Roma, il più importante evento organizzato da Ibm in Italia sui temi dell’innovazione e della trasformazione digitale. La manifestazione si è svolta all’Acquario Romano nell’arco di due giorni (24-25 ottobre) fra dibattiti, percorsi esperienziali e formativi, laboratori e demo, con la partecipazione di esperti, rappresentanti delle istituzioni, giornalisti e aziende.

LA TRASFORMAZIONE DIGITALE

La prima sessione, introdotta dal chief marketing officer di Ibm Italia Luca Altieri, è stata dedicata alla trasformazione digitale e alla necessità delle organizzazioni di spostarsi verso un modello sempre più innovativo e centrato sul cliente, offrendo esperienze coinvolgenti e nuove modalità di lavoro. Punto focale del dibattito è stata dunque la cosiddetta “Digital reinvention”, di cui la combinazione tra intelligenza artificiale e dati rappresenta il vero fattore abilitante e acceleratore.

TECNOLOGIA E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

L’assessore allo sviluppo economico della Regione Lazio Gian Paolo Manzella ha dato avvio al dibattito, sottolineando l’importanza della tecnologia per avvicinare cittadini e imprese alla Pubblica amministrazione. A tal riguardo, l’assessore ha annunciato la prossima nascita del nuovo polo innovativo di Rieti, guidato da Ibm e da altre imprese. Anche l’assessore comunale di Roma Flavia Marzano ha affrontato il tema dell’utilizzo di tecnologie digitali negli enti pubblici, raccontando i progetti di amministrazione digitale del Comune di Roma Capitale, dalla gestione partecipativa del bilancio alla semplificazione dei sistemi di segnalazione e al superamento del digital divide, attraverso il supporto ai cittadini nell’utilizzo dei servizi informatici offerti.

L’INNOVAZIONE E I SUOI FATTORI-CHIAVE

Anche il vicepresidente di Ibm Cloud Alessandro La Volpe è intervenuto, sottolineando i tre fattori-chiave dello scenario dell’innovazione: talenti, dati e piattaforme. Senza talenti e senza dati, infatti, nessuna impresa è destinata a generare valore nel futuro, mentre quelle che già oggi si stanno reinventando come piattaforme digitali stanno mostrando enormi opportunità di crescita.

UN UTILE ALGORITMO

Il dg di Groupama Pedro Bernardo Santos si è invece focalizzato sullo sviluppo delle nuove tecnologie in campo assicurativo messe in campo assieme a Ibm, fra cui l’algoritmo G-Evo Crash Validation, sviluppato in soli tre mesi e in grado di individuare gli incidenti dall’enorme mole di dati prodotti ogni giorno dalle scatole nere, riducendo i costi dei sinistri del 50%.

BLOCKCHAIN E INTERNET OF VALUE

Nel corso dell’evento, un ampio spazio è stato dedicato anche alla blockchain. La crescente attenzione internazionale attorno a tale innovazione è stata evidenziata dall’Industries and Business Development Director di Ibm Andrea Agnello, secondo cui la blockchain non è soltanto una tecnologia in grado di gestire transazioni secondo un modello basato su fiducia, trasparenza e autenticità, ma l’epicentro di un ecosistema, quello dell’Internet of Value, sempre più rilevante per l’intera economia. Nel tentativo di seguire questi principi è nato Food Trust: un registro condiviso basato sul cloud di Ibm, in grado di tracciare la filiera agroalimentare dal campo alla tavola e aperto a tutti, dagli agricoltori ai distributori, fino al consumatore.

NUOVE FIGURE PROFESSIONALI

Si è discusso poi di quali siano gli impatti della trasformazione digitale sulle nuove competenze richieste dal mercato e sulle politiche pubbliche. Al dibattito, moderato dal direttore della Comunicazione di Ibm Italia Maurizio Decollanz, ha partecipato fra gli altri il presidente e amministratore delegato di Ibm Italia Enrico Cereda, che ha illustrato diversi progetti di educazione digitale di Ibm con scuole medie, superiori e università, come la partnership con Campus biomedico per la formazione di figure professionali per la sanità digitale.

L’IMPEGNO DEL GOVERNO PER LE START-UP

Il vicepresidente della Commissione attività produttive della Camera Luca Carabetta si è soffermato invece sull’azione del governo in materia di innovazione e di sostegno alle start-up innovative. Un accento particolare è stato posto dal parlamentare sull’impegno del governo ad affrontare il problema dell’assenza di investimenti nella fase di “scalata” delle start-up, tramite misure a sostegno del mercato dei capitali di rischio per attrarre nuovi investitori.

RIDISEGNARE IL SISTEMA SANITARIO…

L’evento è stato concluso da un panel di esperti che ha affrontato il tema delle sfide digitali della sanità del futuro. In apertura di dibattito, il magnifico rettore dell’Università di Roma La Sapienza Eugenio Gaudio ha evidenziato la necessità di ridisegnare il sistema sanitario nazionale per venire incontro alle trasformazioni generate dalla “quarta rivoluzione industriale”, fra cui: un’analisi costi/benefici per rilevare i vantaggi del progresso scientifico rispetto ai processi tradizionali; la formazione delle nuove figure con competenze cross-disciplinari che emergeranno; l’aumento della capacità di interpretazione dell’immensa mole dati, essenziale per integrare la gestione delle informazioni con l’attività pratica dei medici; e, last but not least, la creazione di network per la condivisione di conoscenze ed esperienze.

…ABBANDONANDO IL MODELLO OSPEDALE-CENTRICO

Tuttavia, secondo Gaudio, il rischio obsolescenza per la sanità italiana resterà alto finché si continuerà “a guardare a un sistema ospedale-centrico”. È dunque fondamentale fare sì che “le università favoriscano formazione e divulgazione”, non pensare più a una sanità ristretta all’ambito medico e soprattutto “guardare al progresso tecnologico come a un cambiamento e non come al turbamento di uno status quo che non può più funzionare”.

IL PECCATO STRUTTURALE DELL’ANALFABETISMO

Infine, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi è intervenuto per ricordare che l’avanzamento tecnologico è inutile senza le dovute competenze da parte dei policy maker e degli stessi operatori del sistema sanitario. Dunque, soprattutto (ma non solo) in un settore come quello sanitario, in cui il fattore umano resterà comunque preponderante, “l’analfabetismo digitale diffuso nel nostro Paese sarà sempre più da considerare come un problema strutturale”.

 

 

 

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