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Ecomondo. Un bilancio dalla grande Expo dell’economia circolare

Non è certamente semplice tracciare un bilancio dei quattro giorni della “grande Expo dell’economia circolare”, che ad Ecomondo e Key Energy, organizzati da Italian Exibition Group, hanno visto convenuti i principali protagonisti del settore (dagli imprenditori agli economisti, dai politici ai rappresentanti della società civile) che si sono confrontati sulle principali problematiche della salvaguardia dell’ambiente e del futuro del pianeta in un’ottica di sviluppo sostenibile attraverso il nuovo paradigma dell’economia circolare.

Ad iniziare dai primi due giorni con gli Stati Generali sulla Green Economy (3mila presenze, 80 relatori italiani e internazionali, 50 organizzazioni di imprese e consorzi) durante i quali è stato proposto un percorso green, strutturato in sette tappe, che coniuga ambiente, sviluppo e occupazione. Esso prevede di rilanciare le energie rinnovabili e l’efficienza energetica per affrontare la sfida climatica; punture sull’economia circolare attuando il nuovo pacchetto di direttive europee; promuovere la qualità ecologica delle imprese italiane; sviluppare l’agricoltura sostenibile e di qualità; attivare un piano nazionale per la rigenerazione urbana; tutelare e valorizzare il capitale naturale.

“La grande partecipazione agli Stati Generali 2018 – ha sottolineato Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile – conferma la validità della green economy italiana. Ora ci aspettiamo che la politica sappia interpretare questa forte spinta e contribuisca con scelte normative adeguate”.

Otto tra le maggiori aziende nazionali del “made in Italy” (Bulgari, Costa Crociere, Eataly, Enel, Fater, Intesa San Paolo, Novamont, Ferragamo) hanno scelto Ecomondo per lanciare le proprie proposte e chiedere alle istituzioni italiane di porre al centro dell’agenda politica il tema dell’economia circolare: un passo in avanti dell’Alleanza per l’economia circolare che le stesse aziende avevano costituito nel novembre del 2017. Il documento presentato prevede, tra i suoi obiettivi, quello di “poter gettare solide basi per collaborare alla definizione di un Piano nazionale per l’economia circolare che possa fondarsi sul partenariato pubblico privato”.

Conau, l’Associazione italiana delle imprese che raccolgono i rifiuti tessili, e l’omologa associazione tunisina, Connect Gl hanno firmato un accordo con l’obiettivo di rendere trasparente e tracciabile la commercializzazione della frazione tessile nei rifiuti urbani tra i due Paesi. Oggi in Italia si raccolgono ogni anno circa 150mila tonnellate di abbigliamento usato che vengono sottratte alla discarica e recuperato garantendo circa 1000 posti di lavoro soprattutto in cooperative sociali di soggetti svantaggiati.

“Gli imballaggi nell’economia circolare”, il Rapporto di sostenibilità del Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, ha analizzato i benefici derivanti dall’avvio al riciclo dei rifiuti di imballaggio: acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro. Nel 2017 è stato avviato a riciclo il 67,5% dei rifiuti di imballaggio immessi al consumo per un totale di 8 milioni e 800mila tonnellate. Nello stesso anno, sulla base dell’accordo con Anci sono stati erogati ai comuni 500 milioni di euro. L’indotto economico generato dal Sistema Conai-Consorzi di Filiera è stato pari a 514 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti oltre 100 milioni di benefici indiretti, come il valore economico delle emissioni di CO2 evitate.

Anche il Conou, il Consorzio che tratta gli oli minerali usati, ha presentato il proprio Green Economy Report: oltre 183mila tonnellate di oli lubrificanti usati raccolte nel 2017, il 99% delle quali avviate a riciclo tramite rigenerazione, con un risparmio di 56 milioni di euro sulla bilancia petrolifera del Paese.
Cresce il numero delle imprese nazionali che hanno fatto del fattore ambiente una delle leve essenziali per la competitività. A tre di queste aziende è stato assegnato il Premio Sviluppo Sostenibile 2018. Si tratta di FaterSmart, che nello stabilimento in provincia di Treviso ricicla pannolini ed assorbenti; Montello SpA per il primo grande impianto di produzione di biometano da rifiuti organici; Opera sas per il progetto Bluehouse che realizza eco-edifici su misura. Accanto le tre aziende leader, ci sono altre 27 aziende segnalate con un diploma di riconoscimento.

In sei mesi sono state recuperate quasi 4 milioni e 800mila tonnellate di rifiuti, soprattutto di plastica monouso: è il dato più saliente dei progetti sperimentali “Fishing for litter made in Italy”, che vuole portare all’attenzione di tutti il problema dei rifiuti marini. “Il settore della pesca è il più minacciato – ha ricordato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – ma anche quello che può ricoprire un ruolo da protagonista nella pulizia del nostro mare”.

Nel quadro globale dei mutamenti climatici, nel mese di ottobre l’Italia è stata teatro di una serie di eventi meteorologici estremi che hanno investito tutto il suo territorio, facendo molte vittime, che hanno determinato gravi conseguenze per la popolazione e l’ambiente. Le piogge sono cadute abbondanti su quasi tutto il Paese. Secondo un rapporto presentato da Ispra, l’Istituto superiore per la protezione ambientale, la stima provvisoria della temperatura media in Italia configura il 2018 come l’anno più caldo degli ultimi due secoli: la temperatura media è stata sempre superiore ai valori normali, con anomalie di oltre 2 gradi e mezzo a gennaio ed aprile.

La manifestazione ha messo in evidenza le tante imprese di casa nostra che da alcuni anni stanno investendo nella green economy, con enormi vantaggi nella competitività sia a livello nazionale sia internazionale. Il nostro Paese è all’avanguardia in questo comparto. Ma (c’è sempre un ma) nonostante le imprese siano sempre più green, poche riescono a comunicarlo in maniera efficace. Secondo una recente indagine dell’Osservatorio permanente su sostenibilità e comunicazione, promossa dalla Società italiana di comunicazione, solo l’11% delle aziende ha una politica di comunicazione delle proprie performance economiche, ambientali e sociali.

“Questa edizione di Ecomondo ha messo in evidenza che intorno all’economia circolare esiste un’intersettorialità sempre più forte – ha affermato Fabio Fava, presidente del Comitato tecnico scientifico di Ecomondo chiudendo i lavori della manifestazione di Italian Exibition Group. “Dentro ciascuna filiera c’è più integrazione tra gli attori dell’innovazione, dall’accademia all’industria, alle istituzioni, alla società civile. Senza dimenticare l’importante presenza delle istituzioni europee, l’Ocse, l’Unesco”.


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