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Libia, Haftar in stallo e le forze di Serraj difendono il governo di accordo nazionale

Libia haftar

L’avanzata dell’autoproclamato feldamaresciallo Khalifa Haftar su Tripoli doveva essere una passeggiata. Alcuni dei suoi uomini più fidati al fianco delle truppe dovevano portarsi dietro soldi con cui comprare le defezioni e gli appoggi di alcune milizie locali – soldi non suoi, ma secondo quanto rivelato da una fonte saudita al Wall Street Journal, forniti da Riad come semaforo verde per la marcia sulla capitale libica. Doveva prendere il controllo della città in due giorni, e dunque rovesciare il tentativo di governo che da quattro anni le Nazioni Unite hanno affidato a quello che viene considerato il suo rivale, Fayez Serraj (in realtà i rivali di Haftar sono tutti quelli che si mettono tra lui e la Libia). Prometteva ai miliziani ingaggiati (anche adolescenti, molti altri senza un minimo di esperienza) zero combattimenti, una cavalcata trionfante tra i viali di Tripoli, accolti da una folla di gente in giubilo, donne che avrebbero lanciato fiori ai suoi uomini.

Le donne tripoline, così come quelle di Misurata, sono invece scese in piazza nei giorni scorsi e hanno invaso le via per protestare contro l’aggressione haftariana. Da Misurata e da Tripoli, soprattutto, si sono mosse le brigate di miliziani che hanno respinto l’avanzata, messo in stallo le truppe disorganizzate di Haftar, che ha dovuto muovere rinforzi dalla Cirenaica, feudo del signore delle guerra dell’Est libico.

Le notizie dal campo vanno come al solito in questi casi scremate dalla propaganda (su entrambi i fronti). Però la situazione è piuttosto chiara: le forze associate ad Haftar (molte di queste franchising della Libyan national army, nome ambizioso con cui il generale freelance nel 2014 ha ribattezzato la sua milizia truccandola da esercito) subiscono arretramenti quotidiani da oltre dieci giorni.

La campagna, avviata giovedì 4 aprile, è in stallo, col rischio di trasformarsi in un bagno di sangue: il generale, in difficoltà, ha bombardato una scuola (anche per questo Formiche.net ha chiesto all’Italia di muoversi per chiudere lo spazio aereo libico con un meccanismo garantito dalla Nato: proposta recepita positivamente dal vice di Serraj, Ahmed Maitig). Ieri ha sparato razzi Grad – sistema di lanciarazzi da terra per niente preciso – su alcune aree residenziali a sud di Tripoli, cercando di sfondare le linee pro-Serraj.

Le forze del governo di accordo nazionale, il Gna guidato da Serraj, hanno annunciato oggi di aver preso il controllo del ponte di al Zahraa a sud di Tripoli, passaggio importante che collega la città e la regione di Aziziya, quella che conduce verso Garyan, altro snodo tattico su cui si concentrano un fronte dei combattimenti. Il comandante del Battaglione 166 fedele a Serraj, ha detto a Nova che le sue unità “hanno preso il controllo a Zahraa: abbiamo circondato le forze di Haftar e ora le affrontiamo. I nostri progressi continuano con la ritirata delle forze nemiche”. Le forze di Haftar hanno lanciato un contrattacco sull’asse meridionale. Combattimenti violenti ci sono stati nella zona di Ain Zara, che è la punta più avanzata dell’offensiva, a poco più di quindici chilometri a sudest della capitale.

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