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Gas a Cipro, l’asse franco-italiano mette la quarta

La moltiplicazione delle energie politiche (e geopolitiche) alla base della scelta. Italia e Francia stanno dando vita ad un asse nel Mediterraneo orientale, dove il dossier energetico sta vivendo una delle pagine più significative attorno ai giacimenti della Zona economica esclusiva di Cipro. Тotal si aggiudica i diritti dei blocchi 2, 3, 8, 9 con Eni.

I due players già stavano lavorando insieme sui pozzi 6 e 11. Il tutto proprio mentre il nuovo governo di Atene accusa Ankara e passa all’attacco stringendo un nuovo patto col Cairo.

ASSE

Lo sfruttamento congiunto dei blocchi in questione si somma al peso specifico nato dal consorzio ExxonMobil-Qatar Petroleum che nel blocco 10 sta proseguendo l’attività positiva già sviluppata a Glauko. Le aspettative per il futuro sono ancora più elevate dal momento che sono in corso nove attività contemporanee e i consorzi hanno ricevuto appoggio non solo dalla Repubblica di Cipro ma anche da Bruxelles e Washington.

Il ministero cipriota dell’Energia ha annunciato così il completamento del quadro per la cooperazione internazionale sul gas con l’ufficialità da parte del Consiglio dei ministri di Nicosia che ha approvato l’ingresso di Eni e Total nel consorzio. In particolare Total nel blocco 2 entrerà con il 20%, nel blocco 3 con il 30%, nel blocco 9 con il 20%, e nel blocco 8 con il 40%. In quest’ultimo Eni deteneva il 100%.

PIÚ GAS

Un accordo che “rafforzerà la connessione geopolitica”, ha osservato il ministro Giorgio Lakkotrypis, regista dell’intero dossier energetico, al fine di “consentire loro di procedere senza problemi con le loro operazioni di perforazione”. Con l’occasione è stata annunciata anche una proroga di 12 mesi per ciascuno dei blocchi in questione. La Repubblica di Cipro in questo modo sta andando avanti con la sua pianificazione energetica, per comporre un quadro che è stato discusso tra le parti già un anno fa.

SCENARI

È di tutta evidenza come, dopo la mossa italo-francese, adesso siano in molti ad aspettarsi una contromossa turca. Ankara, nonostante le sanzioni dell’Ue e le numerose proteste rivolte da Cipro e Atene alla comunità internazionale (come la lettera formale inviata all’Onu), prosegue nella sua attività illegale con le due navi perforatrici, Fatih e Yavuz, aggiungendo anche attività illecite al largo dell’isola greca di Kastellorizo.

Alla domanda su quali azioni siano previste da Nicosia per far fronte alle attuali sfide turche, il ministro ha risposto che le reazioni cipriote sono “ben note, ci stiamo muovendo sia diplomaticamente che legalmente a vari livelli, continueremo a fare esattamente la stessa cosa per difendere ciò che abbiamo nei diritti sovrani del nostro Paese “.

Ma è chiaro che dopo il rafforzamento dell’asse italo-francese fa segnare un punto in più alla cosiddetta squadra occidentale impegnata nel Mediterraneo orientale. Passaggio che va anche oltre l’ombrello protettivo di Usa e Ue, perché perimetra definitivamente la strategia comune sul dossier energetico.

QUI ATENE

Era attesa da settimane ed è giunta, fisiologicamente, dopo la visita del neo premier Kyriakos Mitsotakis a Nicosia. La mossa greca contro la Turchia ha i contorni internazionali, perché l’attacco al governo di Erdogan giunge in occasione di un press event congiunto ellino-egiziano. “La Turchia mina la sicurezza nel Mediterraneo orientale perforando petrolio e gas intorno a Cipro”.

Questa la posizione espressa dal ministro degli Esteri greco Nikos Dendias durante una conferenza stampa con la sua controparte egiziana Sameh Shoukry a seguito di un vertice bilaterale in Grecia. “Le azioni illegali della Turchia, che sfidano il diritto internazionale, stanno mettendo a rischio la sicurezza della regione. In quanto tali, sono assolutamente condannabili. Abbiamo discusso di questa flagrante violazione della sovranità e dei diritti sovrani della Repubblica di Cipro perpetrata dalla Turchia”. Raddoppia la dose il ministro egiziano Shoukry, che non ha menzionato la Turchia e ha detto: “Abbiamo discusso delle provocazioni nella zona e di come dovrebbe esserci rispetto per il diritto internazionale, affinché le provocazioni cessino”.

twitter@FDepalo

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