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Casaleggio si sporca le mani e scende in campo. Contro Salvini

Bando alle formalità. Davide Casaleggio torna a prendere in mano il Movimento Cinque Stelle, pubblicamente. Lo fa con un post su facebook in cui abbandona le spoglie di imprenditore della Casaleggio Associati e veste quelle mai abbandonate di regista politico.

Il figlio del fondatore Gianroberto è un fiume in piena contro Matteo Salvini. “Sta giocando d’azzardo con la vita degli italiani per un (presunto) tornaconto personale, ma soprattutto perché non vuole tagliare le poltrone dei parlamentari”.

L’uscita è inedita nei toni. Da quando è nato il governo gialloverde nelle sue comparse pubbliche Casaleggio ha sempre precisato di non essere il capo politico del Movimento, in un continuo slalom fra i cronisti. Ora che il vero capo politico, Luigi Di Maio, è all’angolo e l’alleanza legastellata prossima all’estinzione non c’è motivo di nascondersi.

“Le ultime elezioni fatte in autunno sono quelle nel 1919, cento anni fa, proprio perché non avere un governo mentre si fa la legge di bilancio espone al rischio concreto di far scattare tutte le clausole automatiche come gli aumenti iva — incalza l’imprenditore di Ivrea. Poi l’ultimatum al leghista, lo stesso lanciato da Di Maio ai microfoni del Tg1 ieri sera: prima di tornare alle urne “si faccia il taglio dei parlamentari, anche ad agosto, servono due ore”.

È la linea ufficiale concordata da tutti i pentastellati nelle ore convulse seguite alla rottura. Colpire “il traditore” Salvini sulla battaglia che da sempre porta il nome dei M5S: il taglio delle poltrone. Il leghista ha già chiarito che non c’è tempo, vuole le urne subito. Sa che affrontare il lungo iter legislativo, condito di riforma costituzionale e referendum confermativo, significa rimandare alle calende greche il divorzio. Lo sanno anche i Cinque Stelle, ma sono dettagli: la campagna elettorale ha già aperto le danze.

Casaleggio Jr deve preparare le truppe. Prima però serve fare ordine nel Movimento, che si prepara alla resa dei conti con la leadership. Le voci di dissenso si fanno più rumorose, c’è chi recrimina a Di Maio di non aver sterzato quando ancora poteva, dopo le europee. Il capo politico è accerchiato. Ha incontrato Casaleggio e Alessandro Di Battista per metter nero su bianco un piano di guerra. Sulla sua testa pesa la spada di Damocle dei due mandati che lui, come quasi tutti i leader M5S, ha già esaurito. Il pressing dei fuoriuscenti per chiudere un occhio e non conteggiare questi 15 mesi di legislatura aumenta di ora in ora. Ma Casaleggio, dice chi è dentro, è per la linea intransigente. Il Movimento ha già ceduto troppo terreno, ora è il tempo di recuperare. Prima che sia troppo tardi.

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