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Vaticano, Russia e non solo. Il senso (geopolitico) del viaggio di Pompeo in Italia

Oggi arriva in Italia il segretario di Stato statunitense, Mike Pompeo, che ha deciso di far partire da Roma il viaggio in Europa con cui toccherà diverse altre tappe di quella che chiama una relazione “critical”. Pompeo ha un appuntamento fondamentale, quello alla Santa Sede con Papa Francesco, un contatto che il segretario gioca sul tema del rispetto delle libertà religiose, ma è ovvio che abbia una dimensione diplomatica: aprire la strada a Donald Trump, che col Vaticano ha avuto finora rapporti freddini.

Ma il tema geopolitico non è argomento da meno. Se negli altri Paesi toccati, come Grecia, Macedonia del Nord e Polonia, l’occhio va a Est, con la presenza cinese nella penisola ellenica considerata tra le preoccupazioni dell’EastMed — tratto di mare via via più cruciale non solo per il quadrante — e con i prolungamenti russi sull’area balcanica ed est europea, con l’Italia la questione riguarda anche e soprattutto l’Africa. L’Italia è una “portaerei” naturale nel Mediterraneo, che ospita basi militari, e dà proiezione strategica verso il continente africano; e d’altronde anche il neo ministro degli Esteri, Luigi Di Maio (che vedrà il collega Pompeo), ha dichiarato che quello è un interesse prioritario del governo italiano.

E non c’è solo la Libia, sulla quale gli Stati Uniti hanno recuperato l’iniziativa, probabilmente perché il dossier è tornato sotto il dipartimento di Stato di Pompeo e affidato al nuovo ambasciatore Richard Norland; e su cui gli Usa, attraverso il comando Africa, hanno rialzato l’attenzione con quattro raid aerei contro lo Stato Islamico nell’ultima decina di giorni, l’ultimo avvenuto ieri, sempre in coordinamento con il governo onusiano di Tripoli sostenuto dall’Italia, e con obiettivo un gruppo di jihadisti califfali nel sud-ovest libico, non distante dal pozzo El Feel, compartecipato dall’Eni.

La questione è ben più ampia, come dimostra ciò che è successo ieri in Somalia, dove un Lince italiano è stato colpito da un ordigno posizionato dagli Shabaab lungo una strada che porta a una base droni americana, anch’essa attaccata. L’Italia è in Somalia da anni, per aiutare la costruzione delle forze di sicurezza e la stabilizzazione del Paese, ed è allineata con gli americani nel contrasto al jihadismo.

E in questo frangente, oltre alla questione terroristica e di sicurezza c’è la dimensione strategica. Già lo scorso anno il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (che vedrà Pompeo anche lui) ha piantato il suo tricolore nel Corno d’Africa, dove l’Italia è presente da lungo tempo con una base a Gibuti – asse nevralgico per i commerci che risalgono verso l’Europa da Suez – e con forti collegamenti tra Somalia, Eritrea ed Etiopia. “Il tema geopolitico, di fondo su queste alleanze, copre ogni latitudine”, commenta una fonte del mondo diplomatico Ita-Usa.

Ieri per esempio il New York Times ha pubblicato un lungo reportage sul ruolo della Russia nella Repubblica Centrafricana, area dalla forte instabilità sulla quale Mosca ha prolungato interessi usando la Wagner, una compagnia di contractor guidati da un faccendiere del Cremlino, Yevgeny Prighozin, intimo amico del presidente russo Vladimir Putin e accusato di aver avuto un ruolo nell’interferenza alle presidenziali del 2016 tramite la Internet Research Agency, la cosiddetta “Troll Factory di San Pietroburgo”.

Argomento su cui l’amministrazione Trump è ancora piuttosto attiva, impegnata a cercare una ricostruzione alternativa a quella depositata dalle intelligence sul ruolo giocato dalla Russia anche attraverso contatti laterali come quello condotto da William Barr, il segretario alla Giustizia, con l’intelligence italiana. Lunedì, tuttavia, a dimostrazione che per il momento la linea è fissata – la Russia ha interferito e sta continuando a farlo – il dipartimento di Stato e quello del Tesoro hanno comminato nuove sanzioni contro attori che avrebbero cercato di influenzare altre elezioni, quelle di metà mandato dello scorso anno: tra questi c’è anche Prighozin, già messo sotto restrizioni, che stavolta s’è visto bloccare il suo yacht e tre jet privati.

Pompeo arriva in Italia anche con questo messaggio: attenzione alle interferenze russe. Argomento attorno a cui finora ruotavano male gli ingranaggi delle relazioni, a causa dell’eccessiva esposizione della Lega nei riguardi di Mosca. La Wagner, per continuare sulla sovrapposizione di interessi politici e strategici, e geopolitici, è attiva anche in Libia sul lato opposto di quello sostenuto dalla Comunità internazionale, ossia al fianco del miliziano ribelle Khalifa Haftar. Operazioni della Wagner sono avvenute anche in Macedonia del Nord, dove l’estate scorsa la Russia ha condotto una fallita campagna di influenza contro un referendum per cambiare il nome del Paese e spianare la strada affinché aderisse alla Nato, un ulteriore elemento che Mosca contrasta.

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