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5G e Cina, che cosa rischia l’Italia. L’inchiesta di Report

La normativa cinese consente a Pechino di accedere ai dati delle aziende cinesi, comprese quelle che vendono tecnologia 5G in Europa, come Huawei e Zte? La risposta italiana a minacce come queste, giunta anche su spinta degli Usa che da tempo avvertono di questi rischi, è stata quella di dotarsi di “strumenti di controllo” e “di tutte le armi più persuasive di reazione e di contrasto”.

LA PUNTATA DI REPORT

In una intervista a Report, la popolare trasmissione di Rai 3 in onda stasera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ripercorre i punti salienti del cosiddetto Decreto cyber, il provvedimento recentemente approvato in via definitiva alla Camera che istituisce un Perimetro di sicurezza informatica per reti e sistemi vitali per la nazione e rafforza i poteri speciali del governo anche per le reti.

UN TEMA STRATEGICO

Nell’inchiesta realizzata da Lucina Paternesi Meloni e Giulia Sabella, si sviscera la questione di come l’Italia stia affrontando un dossier così delicato dal punto di vista interno (possibili ripercussioni per servizi essenziali e infrastrutture critiche) ma anche esterno (con una dimensione geopolitica che è rilevante per un Paese pienamente integrato nel sistema occidentale, potenza del G7 ma anche membro della Nato che ospita sul suo territorio importanti basi dell’Alleanza Atlantica).
Nei giorni scorsi in Cina è stato lanciato a livello commerciale, anche per gli utenti, il 5G. Da qui a 20 anni a consegnare le nostre merci saranno corrieri-robot, potremo manovrare gru a chilometri e chilometri di distanza, operare un paziente da un continente all’altro e i nostri studenti non studieranno più sui vecchi libri di scuola. Da Shanghai, dove in occasione della fiera mondiale della telefonia sono state mostrate le principali innovazioni del nuovo standard, la Cina lancia la sua corsa alla supremazia tecnologica, battendo sul tempo gli Stati Uniti, che non sono rimasti a guardare. A sviluppare alcune delle sperimentazioni sul 5G, anche in Italia, sono le due aziende cinesi, finite entrambe nel mirino dell’amministrazione americana di Trump. Cyber incidenti, sospetti di spionaggio e furto di proprietà intellettuale, quali sono i rischi del 5G? E perché l’Italia ha tentennato prima di mettere al sicuro le proprie infrastrutture strategiche in un mondo costantemente sotto attacco cyber? E, poi, siamo sicuri che una volta costruito il perimetro di sicurezza cibernetica non correremo più il rischio di finire ostaggio della tecnologia?

VOCI A CONFRONTO

Questi alcuni dubbi emersi e analizzati durante le molte conversazioni tenute dai giornalisti di Report: da quelle a esponenti dei colossi cinesi come Huawei (Giuseppe Pignari, cyber security officer della compagnia di Shenzhen in Italia) e Zte (con una intervista a Dai Shu, portavoce dell’azienda), passando per il vice direttore generale del Dis con delega cyber, il professor Roberto Baldoni, e la professoressa di Harvard e saggista di successo Shoshana Zuboff.

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