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L’innovazione arriva da Aerospazio e Difesa. Il lancio a Genova dei Leonardo Labs

L’Italia apre le porte all’innovazione, e lo fa dal settore aerospazio, difesa e sicurezza. Arrivano infatti i “Leonardo Labs”, le nuove strutture di ricerca dell’azienda di piazza Monte Grappa per i programmi ad alta tecnologia, pronti a muoversi in modo trasversale rispetto alle aree di business dell’azienda. A cosa serviranno? Ad anticipare la domanda del mercato, ad aumentare la potenza tecnologica della One Company (e dell’Italia) e a migliorare i servizi offerti ai clienti. Li ha presentati a Genova, insieme alla nuova road map per la ricerca aziendale, Roberto Cingolani, che dallo scorso giugno è chief technology & innovation officer di Leonardo e che oggi è intervenuto all’iniziativa “Innovation award”, il premio per progetti innovativi che l’azienda conferisce da quindici anni a dipendenti, ricercatori e studenti. Insieme a lui c’erano il presidente Gianni De Gennaro e il sindaco di Genova Marco Bucci, ma anche Alessandro Curioni, vice presidente di Ibm Europe, e Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit).

I LEONARDO LABS

I laboratori, ha spiegato Cingolani, nascono dall’esigenza di adattarsi a un mondo in profonda evoluzione. Infatti, “il progresso è avanzato a ritmo imbarazzante”, con “le tecnologie digitali che hanno cambiato il modo di progettare e gestire”. Una sfida per ogni realtà industriale, ma soprattutto per il settore dell’aerospazio e difesa che “opera in un mercato durissimo” e competitivo. Da qui l’idea di realizzare nuove strutture di ricerca dedicate all’innovazione, centrali e orizzontali rispetto alla cinque divisioni esistenti (elettronica, velivoli, elicotteri, aerostrutture e cyber-security). Si tratta di “metter a fattor comune” gli sforzi di ognuna di esse nel campo di innovazione, creando un “laboratorio centrale corporate” incaricato “di sviluppare inter-divisional programs”, ha spiegato Cingolani. I laboratori di Leonardo avranno dunque uno “staff misto”, preso dalle divisioni ma anche tra “i giovanissimi”, le brillanti menti che da tutto il mondo affiancheranno gli esperti della società.

LE AREE DA CUI INIZIARE

Droni (non solo aerei) e robotica spaziale sono alcune tra le aree di interesse. Si lavorerà  però prima di tutto sulle esigenze espresse delle varie diramazioni della One Company. Una prima verifica ha definito i campi da cui iniziare: “Tutte le divisioni necessitano di un formidabile potenziamento di data storage & analysis”. È la capacità di immagazzinare, gestire e sfruttare i Big data, una prospettiva che include il cosiddetto “high performance computing”, cioè la possibilità di disporre di computer potentissimi. In particolare, sarà Genova a ospitare il laboratorio che mira a sviluppare uno dei più potenti calcolatori esistenti, operativo entro la fine del 2020. È parte, insieme agli omologhi che nasceranno in tutta Italia (“vicino agli stabilimenti produttivi”), della nuova tabella di marcia per ricerca e innovazione. Maggiori dettagli arriveranno nei primi tre mesi del prossimo anno, quando Leonardo lancerà il piano 2020-2030. Una rivoluzione? “No – ha risposto Cingolani a margine dell’evento – un completamento necessario”. Difatti, “la One Company ha solo tre anni; prima le singole aziende del gruppo facevano ricerca e sviluppo da sole, ora se ne occuperà il laboratorio corporate”, proprio come avviene da decenni nei maggiori attori globali del comparto.

“LA POTENZA DI FUOCO”

Intanto, ha spiegato l’ad Alessandro Profumo in una nota, la road map tecnologica “assicura a Leonardo una prospettiva di crescita nel lungo periodo per affrontare le sfide del terzo millennio in chiave sostenibile”. Come sintetizzato da Cingolani, l’obiettivo strategico è “accelerare”, passando nel giro di “cinque o dieci anni” dall’esigenza di rispondere alla domanda di competitività, alla possibilità di guidarla, cioè “da follower a driver dell’innovazione”. Per il chief technology and innovation officer, la sfida eccede i confini di piazza Monte Grappa: “è una questione di potenza di fuoco del Paese”. La Francia di Emmanuel Macron ha annunciato lo scorso anno un piano da 1,5 miliardi di euro per divenire leader europeo dell’intelligenza artificiale, per non parlare dell’impegno di superpotenze come Stati Uniti e Cina. L’Italia resta indietro, ma può ripartire, magari dalle realtà più innovative del Paese, dalla formazione e dai territori delle storiche eccellenze industriali.

LEONARDO E GENOVA

La scelta del capoluogo ligure per la presentazione della nuova road map non è stata dunque casuale, ha spiegato De Gennaro: “Nel 1917, gli stabilimenti Ansaldo inventavano e realizzavano, grazie al genio genovese, il mitico biplano SVA, protagonista di memorabili imprese quali il volo di D’Annunzio su Vienna”. Gli ha fatto eco il sindaco Bucci parlando: “Il giorno che troverà un’altra persona che ha scoperto l’America mi faccia un fischio”, ha detto alla moderatrice, la fisica e drammaturga Gabriella Greison. Il legame tra Leonardo e Genova è stato confermato con gli Innovation awards, il cui obiettivo è stato sintetizzato da De Gennaro: “Consentire a Leonardo di essere un passo avanti ai suoi competitor e all’Italia di poter continuare a sedersi nel salotto buono di quei Paesi produttori di alta tecnologia e di continuare ad essere quindi veicolo di sviluppo e di crescita dell’intero sistema sociale”. Mai dimenticare però la tradizione: “Se oggi Leonardo può competere sui mercati internazionali”, ha rimarcato il presidente, “lo deve a competenze e capacità che vengono da lontano e che portano il nome di Officine Marconi, Elsag, Ansaldo, Oto Melara. realtà imprenditoriali dense di storia e di capacità di innovare e produrre”.

I NUMERI

Un nuovo tassello si è aggiunto oggi con il Premio innovazione. Giunto alla sua quindicesima edizione, il Premio innovazione è rivolto a dipendenti e (dal 2015) a giovani ricercatori e dottorandi. Quest’anno si è superato il record di candidati interni all’azienda, con 930 proposte di cui circa il 45% dai siti italiani. Dal 2004 vi hanno partecipato circa 35mila dipendenti per 11mila progetti innovativi, tanto che oggi il 19% dei brevetti all’interno del portafoglio aziendale di piazza Monte Grappa arriva dall’Innovation award. Per il premio rivolto a studenti, universitari e dottorandi di discipline Stem (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), l’edizione 2019 si è svolta nella formula dell’hackathon, una competizione tra undici team (partendo da 243 candidature da 22 atenei nazionali e cinque internazionali) a colpi di intelligenza artificiale, Big data e reti neurali. Il focus era sulle soluzioni a supporto della gestione di emergenze nelle infrastrutture critiche.


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