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L’Italia, la Cina e il 5G. L’audizione di Patuanelli al Copasir

Il governo “terrà in grande considerazione” il rapporto del Copasir sul 5G. È quanto emerge dall’audizione del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli presso il comitato bipartisan presieduto dal deputato leghista Raffaele Volpi. Le due ore di confronto del ministro pentastellato a palazzo San Macuto hanno avuto al centro il settore delle telecomunicazioni e le prossime mosse del governo per garantire la sicurezza della rete 5G.

Non era mancata qualche frizione fra il comitato e Patuanelli dopo che il ministro, commentando il rapporto del Copasir di dicembre che invitava l’esecutivo a considerare il bando delle aziende cinesi dalla banda ultralarga, aveva dichiarato che Huawei “offre le soluzioni migliori ai prezzi migliori”.

La dichiarazione aveva fatto molto discutere, e ancora questa mattina Volpi, intervenendo a un convegno con il garante della Privacy Antonello Soro, spiegava che la convenienza economica non può essere un criterio da seguire quando in gioco c’è la sicurezza perché “non si vende la libertà per qualche centinaio di milione di euro”.

Una frase fraintesa, avrebbe però chiarito Patuanelli ai colleghi parlamentari, perché si riferiva al settore privato, che inevitabilmente segue logiche di mercato, e non al governo, per cui la sicurezza “è una priorità”.

Patuanelli ha aggiornato il Copasir sullo stato dell’arte del 5G in Italia. Finita la fase sperimentale, è ora il turno di quella commerciale. Nonostante in alcune zone a bassa densità abitativa, le cosiddette “aree bianche”, l’implementazione del 5G sconti gravi ritardi sul piano nazionale, l’Italia, ha garantito il titolare del Mise, è molto avanti rispetto ad altri Paesi europei.

Il ministro ha poi fatto un punto con il comitato di controllo del lavoro svolto finora dai Cvcn (Centro di valutazione e certificazione nazionale) istituiti dal decreto cyber e dotati di poteri di controllo degli standard di sicurezza delle tecnologie usate per costruire la rete.

Quanto alle linee guida sul 5G presentate questo mercoledì dalla Commissione Ue, che Volpi ha definito “non sufficienti” in quanto raccomandazioni e dunque non vincolanti per gli Stati membri, la linea del governo si assesta su un giudizio positivo, perché “deve essere l’Europa, non l’Italia, a delineare una strategia comune per la protezione del 5G”.

In chiusura dell’audizione, il Copasir ha illustrato a Patuanelli il nuovo ciclo di audizioni sull’esposizione del sistema Paese a interferenze esterne, che inizierà il prossimo mese dal settore bancario e assicurativo. Prima saranno ascoltati i direttori delle agenzie di intelligence, e solo dopo i principali operatori del settore come Unicredit, Generali, Intesa, oltre a esponenti del Mef, Mise e Banca d’Italia.

Il nuovo fronte aperto dal Copasir, che ha preferito il format del ciclo di audizioni all’indagine conoscitiva per poter segnalare prontamente al Parlamento eventuali anomalie, ha attirato le attenzioni di una parte della stampa, che ha ridotto il lavoro del comitato allo scrutinio dei manager stranieri “infiltrati” ai vertici delle principali società italiane. Una versione smentita da ambienti vicini al comitato, che sottolineano come “non rientri nelle sue funzioni il controllo dei manager stranieri” e avanzano il dubbio che il ciclo di audizioni possa aver “indispettito” una parte del mondo finanziario.



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