Cdp schiaccia l’acceleratore nelle lotta al coronavirus e mette altre munizioni per le imprese italiane. Via Goito ha infatti annunciato l’intenzione di voler rafforzare il suo impegno per far fronte all’emergenza economica causata dall’epidemia (che costerà all’Italia, calcoli di Confindustria, il 6% del Pil entro fine anno) con un pacchetto di misure straordinarie, cucite su misura per enti territoriali e imprese. Una mossa che arriva in un momento topico per il nostro sistema industriale che ieri ha incassato altre due settimane di lockdown, fino al 13 aprile, (ma il pressing delle imprese sul governo per una riapertura graduale ma non tardiva, è forte).
OSSIGENO AI TERRITORI
Il primo intervento riguarda gli enti territoriali, il polmone della nostra produttività, arrivato anche grazie all’input di Comuni e Province. La Cassa punta a offrire un supporto finanziario a Comuni, Città Metropolitane, Province e Regioni per far fronte all’emergenza con la più vasta operazione di rinegoziazione realizzata negli ultimi anni dal gruppo. Nel dettaglio, 7.200 enti potranno rinegoziare circa 135mila prestiti per un debito residuo complessivo di 34 miliardi di euro. La misura consentirà di liberare risorse, nel 2020, fino a 1,4 miliardi di euro, che gli enti potranno destinare anche ad interventi per far fronte all’emergenza coronavirus.
“Operazione”, chiarisce la Cassa, che “considerata la straordinarietà della fase che il Paese sta vivendo e l’eccezionalità della misura approvata oggi testimonia la disponibilità a rispondere a un’esigenza avanzata dalle associazioni rappresentative degli enti territoriali, confermando il legame storico con i territori e il suo ruolo di partner chiave della Pubblica amministrazione”. E poi, l’iniziativa volta a rinegoziare i prestiti e i mutui concessi agli enti, si aggiunge a quella già varata nelle scorse settimane relativa alla sospensione delle rate dei mutui dei comuni ricompresi nell’iniziale zona rossa delle regioni Lombardia e Veneto. Attenzione però, non è finita.
DUE MILIARDI ALLE GRANDI IMPRESE
Il cuore dell’operazione allestita da Cdp a gabbia di protezione per l’economia è l’immissione immediata di liquidità per il sistema. Via Goito ha dato vita a un finanziamento fino a 2 miliardi di euro a supporto dei fabbisogni finanziari delle medie e grandi imprese (quelle cioè con fatturato superiore ai 50 milioni di euro) al fine di poter fronteggiare esigenze temporanee di liquidità, supporto al capitale circolante e sostegno agli investimenti previsti dai piani di sviluppo delle aziende.
Qui la differenza con quanto previsto dal Cura Italia c’è tutta. I due miliardi messi a disposizioni dalla Cassa sono nei fatti immediatamente disponibili e non è un caso che la stessa Cdp chiarisca come “l’iniziativa odierna intenda fornire liquidità immediata alle imprese in attesa dell’avvio operativo dei meccanismi di garanzia previsti dal decreto Cura Italia”. Dove invece si tratta di garanzie pubbliche su prestiti concessi e accordati dalle banche, ottenibili grazie a una semplificazione del Fondo di garanzia istituito presso il Mise. Tornando ai due miliardi, l’erogazione dei fondi potrà avvenire anche in pool con altre istituzioni finanziarie, mediante finanziamenti con quota di Cdp di importo compreso tra 5 e 50 milioni di euro e durata fino a 18 mesi.
TUTTI GLI AIUTI DELLA CDP
Le misure approvate oggi però sono solo l’ultimo capitolo di un percorso già iniziato. Nelle scorse settimane, il board Cdp ha infatti varato un piano di interventi da 17 miliardi di euro a sostegno dell’economia italiana. Un pacchetto che prevede per l’appunto l’erogazione di liquidità a tassi calmierati per le Pmi tramite il sistema bancario, la concessione di finanziamenti agevolati, garanzie e moratorie sui finanziamenti a medio-lungo termine per supportare le attività di export e internazionalizzazione delle Pmi, e il differimento del pagamento delle rate in scadenza nell’anno 2020 dei mutui per i comuni della prima Zona rossa.
APPLAUSI BIPARTISAN
“Grazie a Cassa Depositi e Prestiti per aver messo in campo un’iniziativa senza precedenti, a cui abbiamo lavorato con Anci e Upi, per consentire agli enti territoriali di rinegoziare i mutui”, ha commentato il viceministro del Tesoro in quota M5S, Laura Castelli. “È l’iniziativa che produrrà come effetto immediato una liquidità per gli enti territoriali di 1,1 miliardi nel 2020, alle scadenze del 30 giugno e del 31 dicembre infatti verseranno solo la quota di interessi”.
Secondo Daniele Manca, capogruppo dem in commissione Bilancio al Senato, “la decisone assunta da Cdp di rinegoziare, su richiesta di Anci e Upi, i mutui degli Enti locali è una buona notizia. Gli enti territoriali dovranno pagare alla scadenza solo le quote di interessi. Questo vuol dire liberare liquidità e consentire ai comuni di mantenere i servizi e le reti sociali per affrontare, senza conflitti, l’emergenza che tutta la nostra comunità sta vivendo”.