Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Dall’economia alla sicurezza, perchè sosteniamo Conte. Parla Pagani (Pd)

Anche in una battaglia come quella contro il coronavirus, serrare i ranghi è necessario, dice a Formiche.net Alberto Pagani, deputato del Pd, di cui è capogruppo in Commissione Difesa, autore di diversi saggi sull’intelligence e le relazioni internazionali. Ciò, va da sé, non significa disconoscere gli errori del “comandante”, che inevitabilmente ci sono stati. Fra questi, non aver ancora individuato un’autorità delegata per seguire da vicino i tanti dossier sulla sicurezza del Paese che ora rischiano di rimanere adombrati dall’emergenza sanitaria. Finora, però, il governo si è “dimostrato all’altezza” della sfida, dice il deputato dem, e bisogna sostenerlo. Aprire ora una discussione su un governo Draghi sarebbe “poco patriottico”.

L’Italia è ancora in lockdown. Giusto, come ha detto Matteo Renzi, pensare ora a una ripartenza per salvare il tessuto economico o non c’è spazio per le vie di mezzo?

Non c’è spazio per le vie di mezzo finché gli epidemiologi non dicono che la riduzione dei dati del contagio permette di allentare la stretta. Riaprire quando il numero dei positivi è in aumento mi pare una sciocchezza, e credo che lo possa capire anche chi di solito approfondisce poco i problemi.

La confusione non aiuta, anche nella comunicazione istituzionale. Sui dati sanitari, e ora sul crash dell’Inps. Cosa è successo? Ci sono prove che, come ha detto Conte, sia stato un attacco hacker?

Finché non sono completate le analisi e le indagini non è corretto formulare ipotesi. Certo che se si trattasse di un attacco hacker sarebbe di tipo dimostrativo, e allora bisognerebbe capire chi è il mandante, non chi l’ha compiuto. Un attacco dimostrativo in qualche modo è sempre firmato, sennò che dimostrazione è?

Questo governo si sta dimostrando all’altezza dell’emergenza?

Ammetto che non credevo che il presidente Conte avesse gli strumenti per affrontare una sfida così difficile e complessa. Nelle condizioni date sia lui che il governo se la stanno cavando egregiamente, dimostrandosi all’altezza. Si tratta di una situazione del tutto nuova, inedita ed improvvisa. Non commettere errori è impossibile, come a2bbiamo visto anche in altri Paesi, come il Regno Unito e gli Usa, che all’inizio hanno sottovalutato il problema, ed ora stanno adottando il modello italiano, indicato dall’Oms come il più corretto.

Si può avviare un ragionamento su un governo di unità nazionale, magari con Draghi a Palazzo Chigi?

Non mi pare il caso di aprire ora una discussione. Non ci sono le basi politiche, e delegittima solamente il comandante nel bel mezzo della battaglia. Questo di solito lo fa chi vuole suicidarsi. Personalmente ho molta stima di Mario Draghi, ma non è così che si fa politica seriamente. Ora bisogna mettere da parte le divisioni, i protagonismi e le ambizioni personali, e mettere davanti l’interesse del Paese. Minare il governo alla cieca è davvero poco patriottico.

La Germania continua a dire no ai coronabond. L’Ue è a un bivio?

Il più delle volte i risultati più importanti sono i più difficili da conquistare. Una buona strategia politica non è strillare, minacciare ed accusare, ma è spiegare e convincere. Siamo partiti male, senza dubbio, ma ora la presidente della Bce si è cosparsa di cenere il capo e le dichiarazioni della presidente della Commissione vanno già meglio di prima. La notizia che l’Ue stanzierà 100 miliardi è una conquista da valorizzare. Andiamo avanti lavorando senza fare sceneggiate, otterremo di più.

C’è il rischio che il Mes rientri dalla finestra?

Mi pare che oggi il tema non sia più così centrale. Ora il contagio si sta diffondendo ovunque e nei guai ci stanno andando un po’ tutti i Paesi europei. Chi aiuterà chi? Da questo punto di vista il virus è democratico, non conosce ricchi e poveri, non conosce confini e non ha preso una laurea in scienza delle finanze in Germania. Da questa trappola si esce solo superando l’egoismo ed il sovranismo di ciascuno per trovare una strada nuova, condividendo una strategia comune. I capponi di Renzo Tramaglino, che appesi per i piedi si beccavano tra di loro, finirono entrambi nella pentola del brodo.

Grillo propone un reddito universale, tassando le grandi aziende tech. È una ricetta?

No. È una semplificazione per i più sempliciotti, che vogliono sempre le ricette semplici e le soluzioni facili. Nulla è semplice quando i problemi sono complessi, e prima di avanzare una proposta bisogna studiare molto. Il nostro obiettivo finale deve essere salvare le aziende ed il lavoro, perché quando usciremo da questa crisi avremo bisogno di lavorare per poter ricostituire la forza del nostro Paese, non di essere tutti assistiti con una pensione.

Oltre a quello sanitario, c’è un problema sicurezza. Le aziende quotate vivono un momento di forte esposizione. Il governo cosa dovrebbe fare per proteggerle da azioni ostili? Basta il golden power?

Facendo molta attenzione a quello che succede sui mercati il golden power può bastare. Bisogna però essere molto attenti a ciò che si muove, ed anche agli interessi e alle mire di altri soggetti, amici e alleati compresi. E bisogna essere molto diffidenti, perché salvare il sistema produttivo strategico nazionale dalle possibili aggressioni straniere significa salvare il nostro futuro.

Si discute dell’opportunità di un’autorità delegata per seguire meglio l’intelligence. Sarebbe d’accordo?

A me pare un’ovvietà il fatto che in un momento come questo il presidente del Consiglio non possa avere il tempo e le condizioni materiali per occuparsi con la dovuta attenzione di null’altro che non sia la gestione dell’emergenza. Quando si è formato il governo il presidente Conte decise di non nominare un sottosegretario che si occupasse a tempo pieno dell’intelligence e della sicurezza nazionale, come accade in tutti gli altri Paesi. Credo che non attuare quanto è previsto dalla normativa in materia sia stato un errore evidente già allora, ma adesso mi pare che la situazione contingente lo renda ancora più chiaro.

Quale sarebbe un profilo adatto?

Come accade in tutti i Paesi ci vuole una guida politica, se possibile anche competente e poco incline al protagonismo, per guidare un comparto che ha un compito forte, e avere le informazioni su cui si dovranno basare le decisioni politiche.

Ha destato più di qualche preoccupazione l’arrivo di aiuti dalla Cina e la propaganda che li ha circondati. Un’analisi di Alkemy e Formiche ha dimostrato che metà dei tweet che hanno usato l’hashtag #forzaCinaeItalia è generata da bot. È giusto vigilare, come fa il Copasir, su queste operazioni?

A me non pare una novità, e ci avrei scommesso anche senza leggere l’analisi, peraltro molto puntuale e corretta. Ciascuno gioca la sua partita, e credo che sia naturale e legittimo che i cinesi provino a influenzare l’opinione pubblica per conseguire i loro obiettivi strategici. Tutti i governi cercano di perseguire il proprio interesse nazionale. Noi però dobbiamo conseguire il nostro, non quello cinese.

Rientra nell’interesse nazionale una “Via della Seta della Salute”?

Non mi addentro con una battuta in una materia così articolata e complessa, che coinvolge aspetti infrastrutturali, economici, energetici, monetari, militari e geopolitici. Ho scritto un libro sulle nuove vie della Seta, non credo che si possa semplificare troppo un progetto di tale portata strategica per il mondo. Dico solo che per l’Italia sarebbe un errore di visione rincorrere un’opportunità nuova dimenticando che si fa parte dell’Occidente, di quello che io amo chiamare Mondo Libero, che è uno spazio comune di interessi e di valori, di scambi economici e di ideali democratici.

Insomma, sì agli investimenti, ma non esistono pasti gratis.

Nelle relazioni internazionali non esistono, nessuno regala qualcosa agli altri senza calcolarne un tornaconto. Questa emergenza invece dovrebbe insegnarci a costruire a casa nostra sistemi più robusti, perché i sistemi apparentemente efficienti, ma fragili, vengono spazzati via dal primo “cigno nero” che non ci si aspettava di incontrare. Anche su questo ho scritto qualcosa, proprio per Formiche.net.

Che pensa invece degli aiuti dalla Russia e dei medici militari?

Credo che i russi abbiano fatto una cosa saggia, e nel loro interesse. Gli aiuti sono sempre graditi ed apprezzati, e sono utili sia a noi che a loro. I russi sono pochi abitanti dispersi in uno spazio geografico enorme. Questo è un vantaggio per proteggersi da un contagio di un virus aerobico come questo. I medici militari che sono stati invitati in Italia sono professionisti capaci, alti ufficiali che già conoscono le epidemie virali per averle studiate e combattute in altre parti del mondo. Ora sono qui per aiutarci e per vedere cosa succede, e come si contrasta più efficacemente questa malattia nuova. Torneranno in Russia pronti a combatterla al meglio, quando arriverà a casa loro.

×

Iscriviti alla newsletter