Presto per dire se l’Europa è cambiata, tornando a quello spirito dei padri fondatori che all’inizio degli anni ’50 immaginarono una Unione solidale e generosa. Di sicuro oggi l’Ue ha battuto un colpo, un colpo forte. Approvando uno dei piani di aiuti all’economia più ambiziosi dai tempi del piano Marshall Usa per l’Europa, quel Recovery Fund da 750 miliardi (più i 1.100 del bilancio settennale europeo) di cui l’Italia è prima beneficiaria. Le premesse insomma per un ritorno alle origini, dice a Formiche.net, Laura Ferrara, europarlamentare del M5S, ci sono tutte.
Ferrara, oggi l’Europa ha compiuto uno sforzo che nel suo complesso vale quasi 2mila miliardi. Un ritorno dell’Europa solidale delle origini?
Sinceramente me lo auguro perché la partita è difficile ma anche doppia. Da una parte fronteggiare l’emergenza Covid-19, dall’altra dimostrare al mondo intero che ci può essere un’Europa solida, unita. E per essere solida e unita bisogna ricominciare a pensare in modo comunitario. Troppe volte ha prevalso un atteggiamento intergovernativo e non comunitario.
Però quella di oggi potrebbe essere la svolta, non crede?
Voglio crederlo, è un primo passo per costruire un progetto europeo del tutto nuovo e del tutto rinnovato. Mi lasci dire però che un merito speciale va riconosciuto a Giuseppe Conte.
Il premier si è speso per un’Europa meno avara e arida verso i problemi degli Stati. Oggi c’è anche la sua firma?
Sì, perché nel Consiglio europeo di aprile (23, ndr), sarebbe bene che ce lo ricordassimo tutti, Conte bloccò la bozza di intesa perché non era all’altezza delle aspettative e delle esigenze dell’Italia. E con tutte le forze impose un nuova bozza che prevedesse una qualche forma di condivisione del debito. Il premier fu in prima battuta dileggiato, accusato di non aver ottenuto nulla in sede europea, se non un pugno di mosche. Oggi tutto questo è stato smentito.
Tra gli accusatori di allora, la Lega e Fratelli d’Italia.
Oggi non credo debbano aggiungere altro. Non vedo francamente a quale appiglio possano attaccarsi. L’Italia ha ottenuto la quota maggiore di aiuti, come il governo peraltro ha sempre chiesto. Pensi che oggi un deputato tedesco della destra è intervenuto in Parlamento dicendo che aiutare l’Italia è un suicidio politico. Lega e Fratelli d’Italia potrebbero almeno mettere una buona parola sull’Italia, almeno con i loro alleati in Europa…
La Germania però ha votato sì alla proposta sul Recovery. Non si può dire lo stesso dell’Olanda. Possibile che in Europa ci sia ancora qualcuno che non ha compreso la gravità della situazione?
Sì, c’è ancora qualcuno che pensa a se stesso. Non bisogna fare l’elemosina ai Paesi, sia chiaro. Ma bisogna avere, anzi pretendere, la lungimiranza di ragionare tutti insieme, senza Paesi X, Y o Z. Perché l’Europa esiste solo con queste condizioni. E invece certi Paesi che una volta erano europeisti, oggi lo sono meno. Per fortuna il segnale arrivato oggi, è chiaro e inequivocabile.
Ferrara, 82 miliardi a fondo perduto sono tanti soldi. Spenderli bene non sarà facile per l’Italia, visti certi trascorsi con i Fondi Ue. Vale la pena essere ottimisti?
Sono certa che il nostro Paese non sprecherà l’occasione, ci sono interventi che non sono più rimandabile: green deal, startup, digitalizzazione. Tutte iniziative individuate dal premier Conte e già pronte per essere destinatarie delle risorse. Siamo dinnanzi a una grande, grandissima opportunità.