Skip to main content

Moody’s rimanda l’esame. Nessun giorno del giudizio per l’Italia

Alla fine, dopo una lunga giornata, contrassegnata dal via libera al Mes da parte dell’Eurogruppo, nessun giorno del giudizio per il debito italiano. Moody’s dà temporaneamente forfait e non effettua alcun aggiornamento su rating dell’Italia, che a seguito di un declassamento nel 2018 tiene ormai a un solo gradino dal livello speculativo, a Baa3 ma con outlook stabile.

MOODY’S PRENDE TEMPO

Era infatti atteso un possibile aggiornamento del nostro merito di credito (lo spread ha chiuso a 233 punti base, in calo del 12% rispetto al giorno precedente), invece, con un comunicato, l’agenzia ha ricordato che in base agli obblighi imposti dalla normative europee vi erano due possibili date di revisioni: oggi e il 6 novembre 2020. Dunque, almeno per il momento, l’Italia vive una situazione di sostanziale pareggio.

IL PAREGGIO TRA FITCH E S&P

La settimana scorsa Fitch aveva portato infatti il rating del debito sovrano del nostro Paese da Bbb a Bbb-, un gradino al di sopra del limite che separa l’Italia dal mondo dei junk bond. Si tratta di un livello pari a quello di Moody’s, l’agenzia più critica nei confronti dell’Italia. Un eventuale nuovo declassamento da parte di Moody’s, anche solo di un gradino, avrebbe trascinato i nostro Btp dall’area Investment Grade a quella Non Investment grade, alias spazzatura. Ma così non è stato. Contrariamente a Fitch, lo scorso 24 aprile invece, a 24 ore dal Consiglio europeo, Standard&Poor’s aveva confermato la tripla B al debito italiano.

LA CONFERMA DI DBRS

Dal Canada, sede di un’altra agenzia di rating, l’ultima arrivata tra le majors, Dbrs arrivano invece delle conferme. Ovvero il rating BBB (high) seppur con un outlook che passa da stabile a negativo. Le prospettive negative, spiega con un comunicato l’agenzia, “riflettono la considerevoli incertezza su quelle che saranno le ricadute della crisi pandemica da Covid-19”.

Sempre a spiegazione del trend negativo, Dbrs riprende le previsioni del Fmi, secondo cui l’effetto combinato della recessione e delle spese supplementari dovute alla crisi pandemica, faranno lievitare il debito-Pil dell’Italia al 155,7% alla fine di quest’anno. E spiega che una protratta fase di perdita di capacità produttiva minerebbe ulteriormente il già fragile potenziale di crescita del Paese, zavorrandone la capacità di sostenere i conti nel futuro.

La conferma del rating BBB (high) riflette invece “diversi fattori”, aggiunge l’agenzia. Primo, l’attesa che l’Italia riesca a gestire l’aumento di fabbisogno in un contesto di tassi bassi.
Il fatto che come tutti i pesi dell’area euro beneficerà del piano di acquisti di titoli della Bce, che l’agenzia non ritiene verrà minato dalla Corte costituzionale tedesca. In più, l’Italia ha una economia sana e diversificata, con un avanzo di partite correnti e uno dei più bassi livelli di indebitamento del settore privato nei Paesi avanzati.

BANCHE ITALIANE SOLIDE

Infine, il sistema bancario italiano, spiega Dbrs, oggi è in una posizione più forte del passato, conclude Dbrs, e ha compiuto progressi nel ridurre consistemente le poste problematiche, anche se la crisi si ripercuoterà sulla qualità degli asset e il costo del rischio.



×

Iscriviti alla newsletter