Domani sulla vicenda Autostrade potrebbe essere scritta la parola fine, dopo l’accelerazione del premier, Giuseppe Conte, che nelle ultime ore ha respinto la proposta della società e dei suoi azionisti (un pacchetto da 3,4 miliardi tra investimenti, abbattimento delle tariffe e revisione dei pedaggi più altri 7 miliardi di investimenti già cantierabili). Per il governo non sembrano esserci più margini di trattativa: o la famiglia Benetton, che tramite la cassaforte Edizione controlla il 30% di Atlantia, a sua volta titolare dell’88% di Autostrade, esce completamente dal capitale di quest’ultima, o sarà revoca.
La società da parte sua ha rivendicato l’aver accolto in toto tutte le richieste dell’esecutivo. A questo punto però è lecito chiedersi quale sia il costo di un’eventuale revoca della concessione. Tanto per cominciare c’è un tema indennizzi. Originariamente, in caso di revoca delle concessioni autostradali, lo Stato avrebbe dovuto sborsare circa 23 miliardi di euro. Ma a gennaio, l’approvazione del decreto Milleproroghe, ha sparigliato le carte. L’articolo 35 del decreto infatti abbatte il valore dell’indennizzo in caso di revoca dai 23 miliardi precedenti a 7 miliardi, che corrispondono all’ammortamento degli investimenti messi a bilancio e non più ai mancati introiti. Praticamente un terzo dell’indennizzo originario (la concessione, va ricordato, è ben lontana dalla scadenza naturale).
Ci sono altri costi legati alla vicenda, anche se meno certi e più in prospettiva. C’è infatti l’aspetto legale. Una revoca della concessione ad Autostrade darà infatti quasi certamente vita a un contenzioso con il governo, che durerà anni. E, qualora lo Stato dovesse uscirne sconfitto, scatterebbero immediatamente i risarcimenti, e non sarebbero spiccioli. Ancora, c’è la questione dei debiti. Come ha fatto notare nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Atlantia, Carlo Bertazzo, Autostrade è una società indebitata. E a 24 ore dalla revoca andrebbero in default i 10 miliardi di debiti nei confronti di banche e mercato, sempre che lo Stato non se li voglia accollare. Di più. Atlantia ha poi 5,5 miliardi di bond garantiti di Aspi più altri 5 miliardi di debiti suoi. Quindi nel complesso andrebbero in default circa 20 miliardi di prestiti, più tutti i crediti commerciali. E anche questo è un costo.
Nel conto va messo anche l’andamento del titolo Atlantia quotato in borsa, che più volte ha bruciato milioni a causa delle cattive notizie arrivate dal confronto con il governo. Solo oggi il titolo Atlantia cede il 14% in Borsa, facendo perdere migliaia di euro ai risparmiatori-azionisti. Ultima posta, l’ingresso dello Stato nel capitale una volta usciti del tutto i Benetton. Qui non solo ci sarebbe lo sforzo per sottoscrivere l’aumento di capitale necessario a entrare nella società con soldi pubblici, ma andrebbero anche contabilizzati gli investimenti previsti da Autostrade e dai vecchi soci, che passerebbero in carico allo Stato.
Secondo alcuni analisti la revoca delle concessioni autostradali provocherebbe inevitabilmente l’immediato fallimento di Autostrade per l’Italia, con effetti a catena per la controllante Atlantia e un probabile default del debito complessivo per 19 miliardi di euro. In particolare, fa sapere Askanews, in caso di revoca delle concessioni, Aspi dovrebbe dichiarare fallimento tenendo anche presente che con il decreto Milleproroghe sono venute a mancare le risorse per il ripagamento di quasi 10 miliardi di debito complessivo. A catena l’impatto si ripercuoterebbe poi sul ripagamento di 9 miliardi di debito di Atlantia (che controlla l`88% del capitale di Autostrade per l’Italia ed è garante inoltre di circa 5 miliardi di debito della controllata).
E il default per 19 miliardi di debito avrebbe serie conseguenze sui mercati obbligazionari e bancari europei visto che la maggior parte del debito è rappresentato da titoli quotati detenuti da grandi investitori di debito internazionali, oltre che da grandi istituzioni finanziarie europee e italiane. Infine, non un dettaglio, un costo umano e sociale. Il destino dei 7 mila dipendenti di Atlantia. Tutto da scrivere.