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Borsa Italiana sul mercato. Il piano del M5S e le preoccupazioni del Copasir

Borsa Italiana finisce sul mercato e il governo italiano è pronto a far scattare la rete di protezione, per evitare che un asset strategico (già sotto lo scudo del Golden power) possa finire in mani poco amiche. Non è un caso che al Copasir, il Comitato per la sicurezza della Repubblica, si respiri una certa preoccupazione, piuttosto trasversale. Dopo mesi di voci, il London Stock Exchange, la piattaforma inglese che controlla il listino italiano, scopre le carte, annunciando in via ufficiale che sì, potrebbe prendere in considerazione la vendita di parte o di tutta Borsa Italiana per ottenere l’approvazione da parte dell’Antitrust europeo dell’acquisizione da 27 miliardi di dollari del gruppo di dati e analisi Refinitiv.

Una mossa a onor del vero attesa dai mercati e della comunità finanziaria, ma mai veramente ufficializzata, almeno fino ad oggi. Più volte, nei mesi scorsi, Formiche.net ha dato conto della volontà del governo, soprattutto sponda M5S, di impedire ad ogni costo una cattura di Borsa da parte di predoni stranieri (in corsa ci sarebbero anche Deutsche Boerse ed  Euronext), riportando la società sotto il cappello tricolore (si è spesso parlato di un ingresso della Cdp), dopo anni di controllo britannico. E non è un caso che il dossier Borsa sia finito al centro delle audizioni dello stesso Copasir sul sistema finanziario italiano.

Ora però la macchina è pronta a mettersi in moto, dopo che il Lse ha confermato, in occasione della semestrale, di aver avviato negoziati esplorativi che potrebbero risultare nella vendita della quota in Mts (la piattaforma dei Titoli di Stato) o potenzialmente di Borsa Italiana. Ed è proprio la possibile cessione del Mts, secondo quanto risulta a Formiche.net, che agita il Copasir, preoccupato del destino di un asset su cui transitano ogni giorno migliaia di operazioni riguardanti i nostri titoli pubblici, dunque il nostro debito sovrano. Una nota del presidente del Copasir, Raffaele Volpi, diffusa in tarda mattinata, conferma i timori di Palazzo San Macuto.

“Ritengo importante che sia il nostro Paese a decidere il destino di Borsa Italiana evitandone smembramenti e riacquisendone il controllo potendone poi decidere alleanze e posizionamenti. Il governo non consenta ad altri di decidere su piattaforme finanziarie essenziali all’interesse del Paese. Qualsiasi indugio farebbe ricadere sul governo elementi di grave responsabilità di inerzia rispetto ad una necessaria linea di consolidamento del sistema paese in un momento in cui vi è la necessità di traguardare il futuro con la solidità di tutta la filiera economico-finanziaria”, ha ammonito Volpi. “Invito il governo a considerare immediate ed improrogabili valutazioni sugli strumenti utili da mettere in campo per intervenire in senso proattivo in questa vicenda”.

In ogni caso, la rete è scattata. Proprio questa mattina, i deputati grillini della commissione Finanze hanno annunciato di aver depositato una risoluzione in commissione “per impegnare il governo ad intraprendere ogni iniziativa al fine di concertare un’offerta competitiva in grado di riportare Borsa Italiana all’interno dei confini del Paese e scongiurare l’eventualità di una suddivisione del gruppo. È fondamentale verificare che Borsa Italiana adotti un piano di investimenti atto a sviluppare ulteriormente i mercati dei capitali in Italia. Si tratta di un asset strategico che può giocare un ruolo importante nel panorama finanziario internazionale, a beneficio di tutte le realtà dell’indotto”.

“Visti gli sviluppi di queste ore”, si legge nella nota che accompagna la risoluzione, “la probabile dismissione totale o in parte di Borsa Italiana dal London Stock Exchange, in seguito alle decisioni prese dall’autorità Antitrust europeo e alle difficoltà operative derivanti dalla Brexit, deve vedere la politica necessariamente attiva in questo dossier al fine di tutelare l’interesse generale principalmente per evitare il rischio di spezzatino societario. In questo senso è positivo che Borsa Italiana sia stata inserita fra le attività strategiche di rilevanza nazionale da tutelare attraverso la disciplina del Golden power. Non possiamo tuttavia abbassare la guardia e farci trovare impreparati. È bene che il governo lavori attivamente per favorire la nascita di una proposta tutta italiana che eventualmente contempli anche la presenza di Cassa Depositi e Prestiti insieme ad un pool di banche e istituzioni finanziarie del paese, per assicurare che, indipendentemente dall’esito finale, vi siano sufficienti garanzie a tutela dell’interesse nazionale nella prospettiva di Borsa Italiana”. Preoccupazioni condivise anche dal deputato ex grillino ora al Misto, Antonio Zennaro. “L’Mts deve essere nazionalizzato, non ci sono alternative, parliamo del principale mercato che tratta i nostri titoli di Stato”.



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