Il mondo cambierà dopo la grande pandemia, su questo non ci piove. Ma non è detto che certi settori chiave dell’industria globale non possano tornare a macinare come un tempo. Le caselle, un poco alla volta, torneranno al loro posto, ma con una percezione dell’economia, qui sta la differenza, diversa. In Goldman Sachs, principale banca d’affari americana e tra le maggiori al mondo, ne sono più che convinti. La prova è in una serie di opinioni raccolte tra alcuni manager di peso della finanza americana e numerosi giovani in forza alla stessa Goldman Sachs.
INDUSTRIE CHE VANNO E INDUSTRIE CHE ANDRANNO (COME TIM)
Secondo John Gray, presidente e coo di Blackstone, uno dei maggiori fondi di investimento al mondo, “ci sono settori che sono stati colpiti e paralizzati dalla pandemia che però torneranno ad essere trainante una volta terminata la pandemia”. Tra questi “i viaggi intercontinentali e l’intrattenimento”. Al contrario, spiega il manager di Blackstone, ci sono industrie che stanno accelerando proprio grazie alla pandemia, come l’e-commerce e tutto il comparto delle telco e della digitalizzazione.
Anche George Roberts, co-presidente e co-ceo di Kkr, importante fondo di investimento Usa, parte del progetto italiano per la società unica della rete (è azionista di Fibercop, la società per la rete secondaria di Tim), ci tiene a sottolineare l’espansione di certi settori, a cominciare dalle tlc e proprio dall’ex Telecom. “Penso che l’assistenza sanitaria e la tecnologia faranno parte di grandi processi di crescita. E Telecom diventerà enorme quando supereremo il momento attuale”.
Ai giovani professionisti di oggi Roberts offre anche un consiglio che parte dal presupposto di avere idee e fare di tutto per sostenerle, anche a costo di sbagliare: “Mi sbaglio più volte di quanto non abbia ragione, ma almeno esprimo le opinioni. E dunque dico ai giovani di presentarsi a ogni riunione, di venire con un’idea e non aver paura di sbagliare. ”
LA VISIONE DEI GIOVANI
Ed ecco la visione dei giovani da poco entrati in Goldman Sachs. Che tipo di mondo immaginano dopo la pandemia? Il 63%, dunque oltre sei giovani su dieci, ha dichiarato di aspettarsi che la pandemia porterà alla normalizzazione del lavoro flessibile, conosciuto anche come smart working. Eppure in molti, nell’ammettere l’avanzata del lavoro agile, si aspettano che l’ambiente virtuale al lavoro e a scuola danneggerà le loro capacità di favorire le relazioni.
Non è tutto. Ci saranno dei cambiamenti pandemici duraturi. Il 25% ha affermato per esempio, che non ci saranno mai più le stesse condizioni di prima nel viaggiare o nel partecipare agli eventi e lo stesso varrà anche per mangiare fuori. Ancora, il 71% ha affermato di aver parlato con amici e familiari della discriminazione razziale e il 65% si è istruito leggendo un libro o un articolo sulle relazioni razziali.
LA RIVOLUZIONE DELLO SMART WORKING
C’è un ultimo aspetto che viene sottolineato da Goldman Sachs, ovvero il rapporto tra tecnologia e istruzione. “Il ruolo della tecnologia educativa è diventato mission critical, afferma Adam Nordin, capo del team Global Education Technology&Services all’interno della divisione Investment Banking di Goldman Sachs. “L’improvviso passaggio all’istruzione a distanza sta costringendo le aziende a pensare in modo strategico a come soddisfare efficacemente l’aumento della domanda di apprendimento online”, spiega Nordin.