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Trecento chilometri quadrati rubati all’India. La Cina si espande

La Cina ha occupato 300 chilometri quadrati di territorio indiano sfruttando gli scontri al confine di questa estate. Continua la partita locale e globale tra Pechino e New Delhi

Secondo quanto raccontato dalla Bloomberg, la Cina avrebbe invaso 300 chilometri quadrati all’interno dell’India. Tutto sarebbe successo durante gli scontri di confine di quest’estate (e durante passaggi nei mesi precedenti): a raccontarlo sono “fonti governative” di New Delhi, che stressano un dossier complesso. Non si tratta infatti solo della questione territoriale a cavallo del lineamento di contatto himalyano – teatro nei mesi passati di combattimenti all’arma bianca (perché altre armi i rispettivi contingenti non ne avevano, secondo un accordo tramite il quale tenere bassa l’intensità degli scontri). La questione riguarda proprio il confronto India-Cina, che si è (ri)acceso ultimamente e tocca diversi campi, e passa per uno spostamento dell’asse politico indiano verso Washington. Due i passaggi che segnano questo nuovo approccio: primo, la volontà di New Delhi di rinvigorire il Quad, il sistema multilaterale informale composto con Giappone e Australia che la guida americana intende istituzionalizzare; secondo, il nuovo accordo di cooperazione militare con gli Stati Uniti, intesa che riguarderà con molta attenzione il controllo  marittimo e aereo (e le immagini satellitari americane serviranno anche per l’Himalaya).

La complessità delle dichiarazioni, oltre alla dimensione generale appena descritta, ne ha comunque una tecnica locale. Tutto ruota attorno al passo del Karakoram, accesso tra il massiccio roccioso quotato oltre i 5mila metri di altitudine dove l’India sta cercando di costruire collegamenti (strade e infrastrutture varie) col resto del Paese. Finora le montagne erano considerate dalla strategia indiana il muro geopolitico per contenere la Cina, ma l’attivismo del Partito/Stato in quell’area è cresciuto e l’esercito cinese è stato inviato in missioni di colonizzazione, espandendosi nelle aree più accessibili di un territorio remoto e complicato. Per Pechino la zona è importante in funzione delle nuove vie della seta, e per il collegamento di queste col Pakistan (che passa dal corridoio indicato sopra).

Per l’India è uno spettro che raddoppia: i due principali rivali regionali che concentrano il proprio interesse su uno spicchio di confine. In mezzo la partita attorno all’abolizione della condizione di autonomia su Jammu e Kashmir, che potrebbe essere territorio di conquista dell’asse sino-pakistano.



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