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Non è tempo di strutture parallele. Cottarelli legge il Recovery Plan

L’economista e direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici: un errore pensare a una struttura piramidale incastonata a Palazzo Chigi, si rischia la sovrapposizione coi ministeri competenti e il caos. I ristori sono la priorità, a costo di fare debito. Il vaccino? Da Conte mi aspetto un piano veloce ed efficiente

 

Giuseppe Conte poteva farla più semplice, invece di avvitarsi in un estenuante confronto con la maggioranza sulla governance del Recovery Plan. Sarebbe bastato mettere in pista i migliori dirigenti della Pa e lasciare a Palazzo Chigi il monitoraggio della spesa e la rendicontazione degli investimenti. Carlo Cottarelli, economista, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici Italiani dell’Università Cattolica ed ex dirigente del Fmi, da Washington dove si trova, la vede così. Proprio oggi il premier ha ripreso a Palazzo Chigi il giro degli incontri con i partiti di governo, per tentare di trovare una quadra che non è certo scontata. Anzi.

Cottarelli, da settimane l’esecutivo tenta di trovare la giusta sintesi sulla governance del Recovery Plan. Perché è così difficile?

Se devo dire la verità mi sembra che il problema sia stata la scelta di Conte, quella cioè di creare una struttura parallela a quelle pre-esistenti. Un’idea che a me non sembra a essere onesti, particolarmente buona.

Che cosa non le piace?

Creare una struttura parallela e con una conformazione a piramide, rischia di provocare conflitti con i tecnici dei ministeri competenti. Ha ragione Carlo Calenda, quando propone l’istituzione a Palazzo Chigi di una struttura delegata al monitoraggio e incaricata di segnalare eventuali ritardi negli investimenti. Altrimenti si rischia il caos, perché i tecnici del governo potrebbero sovrapporsi ai ministeri anche con poteri decisionali.

Insomma, meglio utilizzare le strutture già operative. I ministeri…

I ministeri devono fare i ministeri, se ci sono problemi si sostituisce il ministro, non si crea un super-commissario. Credo che affidarsi alle nostre strutture operative già esistenti sia la scelta più efficiente per gestire le risorse del Recovery Fund.

Nei giorni scorsi il governo ha diffuso le linee guida del Recovery Plan, o Pnrr. La convince?

Il piano vero e proprio va ancora visto. E quando ci sarà dovrà essere valutato dalla Commissione europea, al fine di erogare i fondi. Ciò non toglie che siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi, forse anche perché abbiamo più soldi da spendere e dunque il nostro piano è più complesso.

Molti osservatori hanno fatto notare come il Recovery Plan sia una grande occasione per riformare la Pubblica amministrazione…

Nella bozza che circola non c’è molto inerentemente alla riforma della Pa. Il tutto mi pare si esaurisca con la digitalizzazione delle amministrazione. Ma mi pare pochino, perché io posso anche digitalizzare la Pa, ma le inefficienze rimanere ugualmente. Semmai, sarebbe ora di pensare a come semplificare le procedure della nostra amministrazione.

Cottarelli lei ha detto che per fare i ristori bisogna fare più debito. Però il debito è un freno alla crescita. E allora?

Allora bisogna scegliere il minore dei due mali. Il debito è un freno, è vero, ma in questo momento i ristori sono la priorità. Qui bisogna pensare per prima cosa a uscire dalla pandemia, con un robusto piano di vaccinazione, comprando nel frattempo tempo con i ristori. Poi si può pensare al resto, al debito che comunque è un problema ma nel lungo periodo.

Domani la manovra andrà in Aula, alla Camera. Una manovra anti-Covid. O forse no…

Non è una bomba, ha qualche misura con cui alleviare la crisi ma sappiamo tutti piuttosto bene che le vere risorse arriveranno con il Recovery Fund.

I vaccini saranno una svolta per questa crisi e per l’Italia. Si aspetta ritardi nelle operazioni di vaccinazione?

Si è parlato in termini molto generali finora. Però non le nascondo che mi piacerebbe vedere da parte del governo, un serio impegno nell’essere tra i primi in Ue a completare il piano di vaccinazione. Ma per il momento questo piano non lo abbiamo.

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