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Con Biden si cambia musica: la politica stia fuori dall’intelligence. E in Italia…

Avril Haines, scelta da Biden come prossimo direttore dell’Intelligence nazionale, chiede alla politica di tenersi alla larga dagli 007 dopo gli anni turbolenti con Trump. Un dibattito acceso anche nel nostro Paese

Giù le mani delle politica dagli 007. Un appello che a più riprese è stato lanciato su Formiche.net, da diversi esperti, da Adriano Soi a Mario Caligiuri, alla luce del dibattito sull’Autorità delegata in corso (rinnovatosi nelle ultime ore dopo il passaggio in Parlamento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte). Questa volta, però, a chiedere alla politica di tenersi fuori dalle faccende che riguardano i servizi segreti è Avril Haines, scelta dal presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden come direttore dell’Intelligence nazionale. “Per salvaguardare l’integrità della nostra comunità di intelligence, il direttore dell’Intelligence nazionale deve insistere sul fatto che, quando si tratta di intelligence, semplicemente non c’è posto per la politica”, ha spiegato Haines in audizione al Senato per la sua conferma.

GLI ATTACCHI DI TRUMP

Come ricorda la CNN, l’intelligence è stata spesso sotto attacco da parte di Donald Trump, un presidente che ha accusato il cosiddetto deep state di tramare contro di lui, in particolare su dossier come la Russia e il impeachment. La stessa emittente ricorda che il presidente uscente ha ha licenziato funzionari della comunità dell’intelligence e collocando ai vertici un suo fedelissimo, l’ex deputato repubblicano John Ratcliffe del Texas, che si è scontrato con i funzionari sulla declassificazione di documenti relativi alle indagini dell’Fbi sulla Russia e sui tentativi di Russia e Cina di interferire nelle elezioni del 2020. Inoltre, come abbiamo ricordato su Formiche.net raccontando il prossimo capo della Cia Bill Burns, Trump aveva promosso il capo dell’Agenzia a membro del cabinet: con Biden ci sarà un ritorno all’era pre Trump (e pre Mike Pompeo) con la sola Intelligence nazionale nel cabinet.

LE PAROLE DEL PREDECESSORE

Haines è stata introdotta in Senato da Dan Coats, il primo direttore dell’Intelligence nazionale sotto Trump ed ex senatore repubblicano, che si è scontrato ripetutamente con il presidente uscente sulle interferenze della Russia nelle elezioni del 2016. “La cosa più importante per me come ex direttore dell’intelligence nazionale”, ha detto Coats riguardo al curriculum vitae di Haines, “è il suo impegno a portare la verità non politicizzata al potere e ripristinare la fiducia e la fiducia nella comunità dell’intelligence e nel pubblico americano”.

DEM E GOP ACCELERANO

Il senatore Mark Warner, democratico della Virginia che diventerà presidente della commissione Intelligence del Senato, ha affermato che il compito di Haines sarà quello di garantire che la comunità dell’intelligence “si riprenda” dall’era Trump. Negli ultimi quattro anni “i nostri professionisti dell’intelligence sono stati ingiustamente diffamati. Le loro esperienza, conoscenza e analisi sono state spesso ignorate o addirittura talvolta ridicolizzate da un presidente che è sembrato spesso disinteressato ai fatti”. L’attuale presidente, il repubblicano Marco Rubio della Florida non ha menzionato Trump ma ha affermato che è importante che la guida dell’Intelligence nazionale venga confermata il più rapidamente possibile. Haines dovrebbe essere tra i primi membri dell’amministrazione Biden a venir confermata dal Congresso: non si prevedono opposizioni notevoli alla sua nomina.

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