Dopo Xi, oggi a Davos è stato il turno di Merkel, Macron e von der Leyen. Sì unanime al multilateralismo, ma serve trasparenza, ha detto la cancelliera rivolgendosi alla Cina. Digital tax e affari con Pechino rimangono temi di divergenza con gli Usa (nonostante Biden). Da Berlino anche due messaggi a Roma
Dopo il multileralismo in salsa cinese enunciato ieri dal presidente Xi Jinping e con l’assenza del neopresidente statunitense Joe Biden, oggi al World Economic Forum di Davos è stato il turno del multilateralismo in versione europea. A professarlo (in collegamento) sono stati la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
LA VERSIONE DI MERKEL…
La pandemia di coronavirus, ha affermato la cancelliera, ha mostrato “il significato della globalizzazione” come “interdipendenza” in cui “provare a isolarsi è un fallimento”. La risposta è, dunque, nella cooperazione internazionale, ha spiegato citando l’esempio di BioNTech, l’azienda per le biotecnologie tedesca che con la casa farmaceutica statunitense Pfizer ha sviluppato uno dei primi vaccini contro il Covid-19. A ribadire la centralità del multilateralismo, la cancelliera ha evidenziato che “chiudersi non serve”, ma è necessaria “una mentalità aperta”.
Tuttavia, ha agito che multilateralismo non significa esclusivamente “lavorare insieme”, ma anche “dimostrare trasparenza”, quella mancata nelle prime fasi della pandemia, per esempio da parte della Cina. A ogni modo, ha proseguito la cancelliera, “non si deve guardare soltanto indietro, ma anche avanti”. In tale prospettiva, è necessario rafforzare l’Organizzazione mondiale della sanità, ha detto lodando l’impegno a rimanere nell’agenzia annunciato dagli Stati Uniti di Biden (i due si sono sentiti telefonicamente lunedì).
…QUELLA DI MACRON…
Anche il presidente francese ha auspicato un rilancio del multilateralismo. “Abbiamo bisogno di un nuovo multilateralismo”, ha spiegato non mancando di sottolineare che l’ex presidente statunitense Donald Trump “lo aveva bloccato”: ora “serve una nuova coalizione”. Per uscire dalla crisi serve, secondo Macron, un’economia che avrà ancora di più al suo centro la problematica della lotta alla diseguaglianza. “Capitalismo ed economia dei mercati hanno avuto dei veri successi in questi ultimi anni, non bisogna fare la caricatura delle cose”, ha dichiarato sottolineando che l’apertura delle economie, il commercio mondiale, il capitalismo hanno permesso di uscire dalla povertà a centinaia di milioni di persone. Ma c’è “un lato oscuro”, ha aggiunto: la “creazione di ineguaglianze nella nostra società”, la “disconnessione tra la creazione di valore e i profitti”. Tradotto: “Il modello capitalista unito all’economia di mercato aperto non può più funzionare in questo ambiente”. Serve, ha spiegato, mettere “al centro del problema la risposta alle sue problematiche”.
…E QUELLA DI VON DER LEYEN
“Le sfide alla nostra democrazia, la pandemia, il cambiamento climatico, nel suo discorso di inaugurazione il presidente Joe Biden ha parlato in modo così appropriato di una cascata di crisi”, ha spiegato la presidente von der Leyen (ex ministra della Difesa di Merkel). “E in effetti, dobbiamo affrontare una serie eccezionale di sfide. Ma possiamo incontrarli, se lavoriamo insieme. Questo è quello che dobbiamo imparare di nuovo dopo quattro lunghi anni”, ha aggiunto. “Questo spirito di cooperazione è l’unica mentalità che può aiutarci ad affrontare le nostre sfide”.
I MESSAGGI DI BERLINO A ROMA
La cancelliera Merkel a Davos ha invitato anche due messaggi all’Italia. Il primo riguarda la presidenza di turno italiana del G20 che, ha detto, svolgerà “un ruolo centrale” per la ripresa dell’economia dopo la crisi del coronavirus. L’Italia “sta lavorando in questa direzione”, ha aggiunto. Il secondo riguarda, invece, il Recovery fund: con il Fondo europeo per la ripresa dalla crisi del coronavirus, “siamo ancora molto indietro rispetto alle aspettative”, ha dichiarato evidenziando come gli investimenti dovrebbero avere una prospettiva di lungo periodo. Poi l’invito a “impostare le priorità” e non seguire “l’ordinaria amministrazione”.
LE TENSIONI TRA UE E USA…
A Davos, però, sono anche emersi tre elementi che rimarcano la distanza tra le due sponde dell’Atlantico. Due non sono nuovi, nonostante il cambio alla Casa Bianca. Il primo è la digital tax: sia Merkel sia von der Leyen hanno sottolineano l’importanza della sfida digitale ma la cancelliera ha anche evidenziato che serve andare avanti nella discussione con l’Ocse su “una tassa sul digitale” e il capo dell’esecutivo europeo ha richiamato alla necessità di “contenere l’immenso potere delle Big Tech”. Il secondo è l’accordo sugli investimenti tra Unione europea e Cina.
“Garantisce una maggiore reciprocità, e un maggiore accesso ai settori ad alta tecnologia” e migliori diritti del lavoro, ha detto Merkel respingendo le critiche di chi vede nell’intesa (che Berlino ha fortemente voluto) un regalo a Pechino per via della mancanza di garanzie su diversi temi, a partire dal lavoro forzato. Il terzo elemento va letto guardando all’insediamento di Biden alla Casa Bianca e al discorsi di ieri di Xi: “Vorrei davvero evitare la costruzione di blocchi”, ha detto Merkel al Forum allineandosi al presidente cinese e al suo appello a evitare clima da Guerra fredda. Parole che sembrano un tentativo di rafforzare gli sforzi verso un’autonomia strategica europea. Che però si scontra con molte realtà, tra cui quella attualissima dell’approvvigionamento di vaccini anti Covid-19.
…RIBADITE A DAVOS
Pochi giorni fa la Merkel aveva sottolineato che, rispetto alle difficoltà con Donald Trump, con il nuovo presidente statunitense Biden vi è “un’area molto più ampia di accordo politico”. Tuttavia, aveva spiegato, continueranno “differenze e discussioni su come possiamo fare bene insieme”. Basti pensare a quanto diceva alcuni giorni fa Marta Dassù intervistata da Formiche.net: “Washington chiederà comunque all’Europa, e alla Germania in particolare, di assumere maggiori responsabilità, superando un approccio mercantile alle relazioni internazionali”. Ma le parole di Merkel a Davos sembrano confermare le distanze tra Stati Uniti e Germania. Almeno quanto la scelta di Berlino di non menzionare le discussioni su Russia e Cina nel comunicato dopo la telefonata tra la cancelliera e il presidente Biden, a differenza di quanto fatto da Washington.