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Soldati, vetting e droni. Ecco il dispositivo di sicurezza per l’Inauguration Day

Zero fail missioni, le autorità americane hanno alzato al massimo l’allerta nel giorno dell’inaugurazione di Joe Biden perché – dopo aver combattuto per anni il terrorismo in giro per il mondo – non possono mostrarsi vulnerabili alle milizie interne e al terrorismo complottista

Per comprendere quanto l’odierna cerimonia di inaugurazione della presidenza di Joe Biden – l’Inauguration Day – sarà diversa da tutte le altre basta un elemento: gli uomini della Guardia Nazionale chiamati a presidiare Washington sono stati sottoposti a un processo di vetting dall’Fbi per verificarne l’idoneità. Il vetting è la forma di reclutamento che per esempio la Cia ha usato sui miliziani siriani assoldati per combattere il regime assadista (e poi l’Is): la utilizzava per verificare che tra loro non ci fossero terroristi.

In questi giorni gli agenti del Bureau hanno fatto qualcosa di simile: hanno sondato tutti i 25mila soldati della National Guard e verificato che tra questi non ci fosse qualcuno incline all’estremismo (cospirazionista e tendenzialmente di destra) che sta producendo fenomeni di terrorismo complottista. Solo che quelli non sono miliziani siriani sconosciuti, ma regolari delle Forze armate statunitensi. E il processo non è stato del tutto inutile: 12 militari sono stati allontanati per comportamenti sospetti, due per aver legami con le milizie radicali nazionaliste, altri per aver espresso commenti inappropriati (sui social network) che potevano far pensare a un’inclinazione ideologica verso l’arco dell’universo cospirazionista pericoloso.

Ad ammettere le rimozioni è stato il generale Daniel Hokanson che comanda la Guardia, ricordando che la percentuale è comunque molto bassa. Se il vetting è uno dei sintomi più sofisticati del momento critico che gli Stati Uniti stanno vivendo – momento reso esplicito dall’assalto del 6 gennaio a Capitol Hill dei fanatici dell’ultra-destra fusi ai trumpiana – quello più esplicito è lo schieramento stesso della Guardia Nazionale. A Washington è stata creata una Green Zone protetta da migliaia di soldati (e altre unità civili), esattamente come a Bagdad o Kabul ai tempi della guerra. Un cuore protetto all’interno della città che custodisce la democrazia americana per permettere che la cerimonia di Biden – già limitata in termini di partecipazione dalle misure di contenimento della pandemia – possa essere sicura. E l’Fbi temeva che tra i militari schierati pesantemente armati qualcuno potesse prendere il fucile d’assalto e girarlo contro le autorità che avrebbe dovuto proteggere – in Afghanistan o altrove è successo, per ragioni legate al terrorismo islamista, perché non potrebbe succedere a Washington per mano di terroristi interni?

Hokanson d’altronde ha confermato anche un’indiscrezione del Washington Post secondo cui l’FBI aveva avvertito le forze dell’ordine che gli estremisti di estrema destra avevano discusso di fingersi membri della Guardia Nazionale a Washington. Un altro elemento che giustifica questo straordinario dispositivo di sicurezza messo in piedi nella capitale statunitense. In questi giorni ci si è abituati a vedere le foto dei militari con indosso per esempio le insegne della 28th Infantry Division che battono le strade rese deserte attorno al cuore washingtonians, dove è stato creato un rettangolo est-ovest che va dall’Ottava Strada (verso la Corte Suprema) fino alla zona della McKinley Tech High School (a est) e si estende fino al Potomac (dove sono stati chiusi dovessi ponti), da Foggy Bottom al Lincoln Memorial a ovest.

Tredici stazioni delle metro sono state chiuse, e i treni tireranno dritto fino al 21 gennaio. La 28esima porta il soprannome di “Keystone” come lo stato in cui è nata ed è acquartierata (la Pennsylvania), ma in termini simbolici è anche la “chiave di volta” del momento. La più decorata delle unità degli Stati Uniti che si muove con i veicoli blindati Stryker usati recentemente in Siria o in altri teatri operativi all’interno delle vie delle istituzioni: è, con tutte le sue complessità e controversie, un’immagine già grandiosamente storica. Molto diversa dal solito, e molto diversa dalle cerimonie degli anni scorsi. “La città è irriconoscibile, c’è una presenza militare mai vista, come neanche il 12 settembre dopo l’attacco al Pentagono. Pur essendo la capitale e la sede delle agenzie federali e di sicurezza, finora avevano sempre cercato di non militarizzarla. Invece c’è un presidio a ogni angolo”, ha raccontato la corrispondente di SkyTg24 Giovanna Pancheri su queste colonne.

Una recinzione di due metri – con filo spinato e “non scalabile” – circonda i terreni del Campidoglio. “Chiunque tenti di accedere illegalmente al Campidoglio scalando una recinzione o qualsiasi altro mezzo illegale sarà soggetto a un uso appropriato della forza e all’arresto”, ha detto la polizia del Campidoglio in una dichiarazione. Tutti i parcheggi nella zona della Casa Bianca sono soggetti a restrizioni. Qualsiasi veicolo rimasto in qualsiasi parcheggio all’interno della zona sarà bloccato lì fino alla conclusione dell’inaugurazione, dicono le autorità.

Negli ultimi giorni almeno tre persone sono state arrestate vicino ai controlli di sicurezza, tra loro c’era un uomo di 22 anni che portava una pistola senza licenza e una donna disarmata di 63 anni che si spacciava per membro delle forze dell’ordine (come da alert dell’Fbi). La crescita dell’indice epidemiologico a DC, Maryland e Virginia è stata sfruttata dalle autorità per diffondere un ordine congiunto in cui si chiedeva di non partecipare in alcun modo all’Inauguration. E anche questa fa parte dei dispositivi di sicurezza che rendono speciale la giornata. C’è chi ricorda per l’occasione l’inaugurazione di Abraham Lincoln, la cui sfilata verso il Campidoglio ancora semi-costruito era circondata da truppe di cavalleria e fanteria pesantemente armate che marciavano attraverso una città sull’orlo della guerra civile. “Questa inaugurazione avrà un aspetto diverso dalle precedenti. Penso che lo sappiamo tutti “, ha detto Michael Plati, il quadro del Secret Service che fa da vertice massimo nella struttura che gestisce il dispositivo di sicurezza.

Plati ha ricordato che al di là del Campidoglio – dove sono arrivate nel frattempo le brande, dopo che le immagini dei soldati della Guardia Nazionale che dormivano a terra tra marmi, dipinti e busti hanno fatto il giro del mondo – è stato creato un “cuscinetto sano e stratificato” con posti di blocco per i veicoli, metal detector e controlli di sicurezza aggiuntivi. L’agente lavora da un “multiagency coordination center”, ossia un centro operativo che racchiude dozzine di agenzie che partecipano al quadro di sicurezza. Ci sono 750 membri del personale in servizio attivo schierati che includono elementi con esperienza nella gestione di armi chimiche, biologiche, nucleari ed esplosive, nonché nello smaltimento di ordigni e squadre mediche esperte nella risposta ai traumi, ha detto un funzionario della difesa a Politico. Si teme la presenza di IED, ossia Improvised explosive device, bombe artigianali posizionate in angoli delle strade per massimizzare i danni come nei recenti teatri di guerriglia urbana contro l’Is.

Il giorno dell’assalto al Congresso ne sono state trovate due, davanti alle sedi del Partito democratico e di quello repubblicano e si pensa che potessero essere dei diversivi per attirare l’attenzione lontano da Capitol Hill. Nessuno scenario viene trascurato dopo quello che è successo il 6 gennaio. Il North American Aerospace Defense Command, NORAD, è in pre-allerta: per il momento resta responsabile dell’applicazione delle restrizioni ai voli sulla capitale, che nel giorno dell’inaugurazione restano speciali come gli altri anni e che sono già piuttosto limitate in qualsiasi altro giorno, ma non ci sono unità specifiche in cielo, sebbene “sono sempre pronte a intercettare qualsiasi velivolo che possa rappresentare un problema di sicurezza nell’area”, dice il Pentagono. Ma alcuni droni della pubblica sicurezza sorvoleranno, con gli elicotteri, tutta la regione della capitale. È una “zero fail mission”, una missione dove non si può fallire, ha commentato Plati parlando della bolla di sicurezza a Washington: invitato alla cerimonia c’è l’intero establishment politico e istituzionale degli Stati Uniti, che dopo aver combattuto il terrorismo in giro per il mondo non possono permettersi di mostrare pubblicamente le proprie vulnerabilità in casa ancora una volta.

(Foto: Twitter, @NationalGuard)

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