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Il debito cinese è pronto a franare? Oggi si sono accese altre due spie

Ancora crepe nelle finanze pubbliche del Dragone, dopo gli allarmi su banche, imprese e via della Seta. Il colosso immobiliare China Fortune Land finisce in default per colpa di un bond non rimborsato da mezzo miliardo, mentre Pechino è pronta a ridurre le emissioni di titoli di Stato per contenere il deficit

L’economia cinese scricchiola, sempre di più. A dispetto di un 2020 chiuso con un Pil in crescita del 2% mentre il mondo affondava nella recessione, il Dragone sembra avere un discreto fiatone. Colpa del debito, sempre più difficile per Pechino da gestire e tenere sotto controllo, come raccontato a più riprese da Formiche.net. Un morsa mortale che rischia di stritolare la, solo apparentemente, invincibile economia cinese.

Da una parte il forte indebitamento delle grandi imprese statali, dall’altra le difficoltà di famiglie e aziende della provincia nel restituire i prestiti concessi dalle banche, con conseguente ondata di sofferenze sui bilanci degli istituti. E ancora, lo smottamento in atto sui diversi fronti della Belt&Road, con i Paesi destinatari dei giganteschi finanziamenti erogati dalle banche cinesi in seria difficoltà nel rimborsare i prestiti. Tutto questo non può non avere un costo.

Lo si è capito ancora una volta oggi, con due notizie giunte dall’ex Celeste Impero, che confermano come la spia del debito si sia accesa da tempo. Tanto per cominciare, una delle più grandi compagnie immobiliari cinesi, la China Fortune Land Development, è andata in default su un bond da 530 milioni di dollari, in un momento di forte difficoltà per le imprese cinesi appesantite da un debito monstre. La società, aveva emesso un obbligazione retail da mezzo miliardo, al fine di raccogliere liquidità sul mercato in una fase in cui le banche hanno chiuso i rubinetti. Ma, alla scadenza delle cedole, la liquidità in cassa non ne garantiva il pagamento, rendendo di fatto il gruppo insolvente.

E pensare che tra gli investitori che la China Fortune Land non ha ripagato ci sono anche il fondo BlackRock e Hsbc, prima banca in Europa. La compagnia immobiliare, racconta il Financial Times, ha assicurato che intende comunque onorare i suoi debiti e, in un comunicato alla Borsa di Singapore, ha rimandato la scadenza fissata per sabato scorso perché ha bisogno di tempo per recuperare la liquidità a breve termine.

Ma il guaio è, se possibile, ancora più grosso. Perché nella compagine azionaria di China Fortune Land c’è anche Ping An, la più grande compagnia assicurativa della Cina, azionista di peso con il 25% del capitale. Un default definitivo e irreversibile del gruppo immobiliare genererebbe dunque un effetto domino sull’economia cinese, a cominciare proprio dal comparto assicurativo, già messo a soqquadro da un altro fallimento eccellente, due anni fa, quello di Anbang (qui l’articolo di Formiche.net).

Non è finita. C’è un altro fronte che si sta aprendo e sempre riconducibile al debito cinese, che chiama direttamente in causa il deficit. Il governo della Repubblica Popolare sta progressivamente riducendo lo stock di titoli pubblici emessi con cui finanziare le opere infrastrutturali e la lotta alla pandemia. Il motivo è presto spiegato. Con un disavanzo al 3,6% del Pil, Pechino deve necessariamente ridurre la sua esposizione verso gli investitori, che in cambio dei titoli cinesi, prestano denaro al governo.

Al punto che, secondo le stime di 10 economisti intervistati da Bloomberg, è probabile che il governo riduca la sua quota di obbligazioni, utilizzate principalmente per pandemia e infrastrutture a 3,5 trilioni di yuan (541 miliardi di dollari) dai 3,75 trilioni di yuan dello scorso anno. “Ridurre i rischi del debito sarà tra le massime priorità quest’anno, dopo il rimbalzo dell’economia”, ha affermato Bruce Pang, capo della ricerca macro presso China Renaissance Securities Hong Kong. E c’è da scommetterci. A Pechino c’è una certa preoccupazione sull’andamento del debito pubblico, tanto che lo stesso governo centrale è pronto a svelare i suoi principali obiettivi economici entro pochi giorni, quando il Congresso nazionale del popolo si incontrerà per la sua riunione annuale.

 

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