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Mascherine o vaccini? Mosca e Pechino esportano fake news. Il rapporto Ue

Rapporto Ue sulla disinformazione russa e cinese: siamo passati dalla diplomazia degli aiuti e delle mascherine a quella dei vaccini. E l’Italia lo dimostra

Nel 2021 “la vaccine diplomacy ha totalmente sostituito la mask diplomacy” del 2020. È quanto si legge nel nuovo rapporto del Servizio europeo di azione esterna sulla valutazione delle narrazioni e della disinformazione sulla pandemia del Covid-19 relativo al periodo che va da dicembre 2020 ad aprile 2021. L’aumento dei contagi ”viene trasformato in disinformazione per attaccare la risposta dell’Unione europea alla pandemia” e sostenere le ragioni del “fallimento delle democrazie e delle società aperte”, si legge. Balcani ed Est Europa rappresentano così il target principale.

Russia e Cina, in particolare, conducono una campagna di disinformazione e manipolazione “per minare la fiducia nei vaccini prodotti in Occidente” (in questo Pechino e Mosca sono spalleggiate da Teheran, come ha dimostrato un’analisi dell’Alliance for Securing Democracy); “nelle istituzioni dell’Unione europea” (compresa l’Agenzia europea del farmaco, bersagliata in particolare dalla propaganda del Cremlino); “e nelle strategie di vaccinazione occidentali ed europee”. Il rapporto cita inoltre il sostegno di Russia e Cina alla propaganda dei movimenti no-vax nell’Unione europea.

Per farlo, Mosca e Pechino sfruttano “media controllati dallo Stato, reti di media vicini e social media, compresi account di social media di diplomatici, per realizzare questi obiettivi”, si legge nel documento. Un caso esemplare è quello di un articolo di Sputnik Italia secondo cui sarebbe “in corso una campagna di disinformazione contro il vaccino russo anti-Covid-19 Sputnik V, finanziata dall’estero”.

Quanto accaduto da gennaio 2020 in Italia sembra confermare le valutazioni del rapporto. Basti pensare alle campagne di “aiuti” russa e cinese accompagnate da propaganda e fake news “sostituite” nelle ultime settimane da quelle sui vaccini. In particolare, quello russo a cui sempre più Paesi stanno voltando le spalle e che in Italia aveva influenti sostenitori fino a qualche settimana fa.


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