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Meno Francia, più Italia. Su Borsa M5S pressa il governo

In un’interrogazione al ministro dell’Economia il Movimento chiede di far piena luce sul riassetto interno alle controllate di Borsa di stampo francese e di difendere l’interesse nazionale di Piazza Affari

Quanta Francia c’è in Borsa Italiana? Forse, troppa. Non è una novità che buona parte dei partiti, Lega, Fratelli d’Italia e Movimento Cinque Stelle in testa non abbia digerito il passaggio di Borsa sotto il cappello di Euronext, il consorzio a trazione francese che controlla sei piazze finanziarie, per 4,4 miliardi. Il punto è che l’operazione industriale ha avuto come principale effetto quello di una progressiva presa francese su Piazza Affari, manifestatasi con nomine di stampo francese presso le controllate di Borsa e con il serio rischio di compromettere l’indipendenza di un asset che, tra le altre cose, racchiude il Mts, il Mercato telematico secondario, la piattaforma di scambio del nostro debito sovrano. L’Italia esprime il presidente, Piero Novelli, ex Ubs e ben due azionisti, Cdp (7,3%) e Intesa Sanpaolo, battono bandiera tricolore. In più il ceo di Borsa è sempre l’italiano Raffaele Jerusalmi.

TROPPA FRANCIA A PIAZZA AFFARI

Tutto questo però non basta. Il Movimento Cinque Stelle (pochi mesi fa il Parlamento ha votato una risoluzione di maggioranza che impegna il governo a vigilare sugli interessi italiani in Borsa) vuole di più. Per questo il deputato della commissione Finanze Davide Zanichelli ha inoltrato un’interrogazione scritta al ministro dell’Economia, Daniele Franco per scongiurare il rischio di “determinare un assetto del management sbilanciato per il nostro Paese penalizzandolo, considerato il numero dei nuovi ingressi negli organi sociali di nazionalità non italiana e nel maggiore dei casi francese”, si legge nel testo dell’interrogazione.

“A differenza di quanto avvenuto in precedenza del passaggio di Borsa Italiana, quando l’assemblea dei soci del London Stock Exchange approvò lo scorso novembre 2020 la vendita a Euronext in cui la rappresentatività italiana nei consigli di amministrazione era più equilibrata e rassicurante per l’Italia, il nuovo rimpasto, considerato dai
quotidiani economici di una certa rilevanza, rischia di mettere a repentaglio l’autonomia operativa della piazza finanziaria italiana, configurando un assetto addirittura peggiore di quello precedente”. E poi “si rileva inoltre che, nonostante in Euronext siano presenti gli azionisti nazionali, Cassa depositi e prestiti e Intesa San Paolo, le recenti nomine evidenziano un manifesto squilibrio in favore della Francia, nei confronti delle quali, occorre prestare una massima attenzione nel corso dei prossimi
mesi, considerato che, sia Borsa Italiana, che Mts costituiscono entrambi due asset strategici rispettivamente per il progetto di crescita delle piccole e medie imprese e per il ruolo cruciale nella gestione del debito pubblico nazionale”.

IL PRESSING SUL GOVERNO

Di qui, l’invito al governo a chiarire “se le nomine hanno subìto un’accelerazione a seguito della nuova proprietà e quali siano conseguentemente, i motivi per i quali i dirigenti di Borsa italiana e Mts, siano stati sostituiti da manager della capogruppo, nonostante le precedenti rassicurazioni di Euronext secondo le quali, non sarebbero in realtà avvenuti cambiamenti sostanziali all’interno degli organi sociali. E se il ministro interrogato non convenga, alla luce dei cambiamenti avvenuti nell’azionariato e nei Consigli d’amministrazione, della necessità di rendere noti gli accordi di governance tra Euronext e gli azionisti italiani, in merito alle recenti nuove nomine, informando il Parlamento anche in relazione alle strategie di Euronext, per lo sviluppo di Borsa Italiana”.

“Ho depositato un’interrogazione al ministro dell’Economia sulla recente tornata di nomine in Borsa Italiana e nelle sue controllate Mts, Elite e Montetitoli. Ciò che non torna è che la capogruppo Euronext, fresca acquirente di Borsa, ha rinnovato immediatamente i consigli di amministrazione di tutte le controllate. Chiediamo dunque al ministro se era a conoscenza delle imminenti nomine o se ci siano state accelerazioni impreviste, perché a quanto risulta solo il management di Monte Titoli era in scadenza. Ci interessa sapere, inoltre, quali iniziative voglia percorrere per preservare l’autonomia e l’operatività di Borsa Italiana, decisiva soprattutto in questa fase di crisi”, ha spiegato lo stesso Zanichelli.

“Con le nomine appena deliberate risulta una composizione manageriale nettamente sbilanciata a favore della Francia, che conferma le nostre preoccupazioni rispetto alle decisioni che prese in autonomia il ministro Gualtieri a fine 2020 quando coordinava le operazioni. Come ho evidenziato più volte era necessario pervenire ad adeguati accordi sulla governance da portare in Parlamento prima di chiudere le trattative. D’altra parte, un certo equilibrio nella composizione del management è doveroso, se pensiamo che l’Italia è entrata nell’operazione Euronext-Borsa con capitali pubblici e privati, vale a dire Cassa Depositi e Prestiti da una parte e Intesa San Paolo dall’altra”.

I MESSAGGI (RASSICURANTI) DI PARIGI

E pensare che, lato francese, una qualche sorta di rassicurazione era arrivata, per bocca dello stesso ceo di Euronext, Stéphane Boujnah. “Il management e i dipendenti di Borsa sono stati una componente fondamentale per il successo della società. Il ruolo di Raffaele Jerusalmi non cambia alla luce del closing. Ci saranno invece nuove nomine, che saranno annunciate nel corso dei prossimi mesi, per assegnare ai manager di Borsa Italiana alcune funzioni di gruppo”.

Boujnah ha inoltre ribadito che le funzioni di Borsa Italiana non verranno spostate in altre sedi europee. “Borsa Italiana rimarrà la principale infrastruttura di mercato italiana e il punto di riferimento per investitori e emittenti, e le sue sedi principali continueranno a essere a Milano e a Roma. stessa cosa succederà per Montetitoli, Mts, CC&G ed Elite che manterranno le loro sedi in Italia. Al contrario, come dicevamo, sarà l’intero gruppo ad aprire il proprio network internazionale alle eccellenze delle società di Borsa Italiana, come ad esempio Mts, che diventerà il centro di eccellenza europeo per il trading di reddito fisso”.



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