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F-35 e basi, così gli Usa scommettono tutto sulla Grecia

Gli equilibri atlantici nel versante mediterraneo, che guarda sia al costone balcanico che al versante mediorientale, sono al momento garantiti dal nuovo status geopolitico di Atene: lo certifica il disegno di legge Menendez-Rubio sulla difesa

Ci sono stati dei passi molto concreti per consegnare alla Grecia alcuni degli F-35 inizialmente destinati alla Turchia, come osservato da tempo su queste colonne. Al netto delle difficoltà finanziarie che l’operazione porta in grembo, esiste la consapevolezza che gli equilibri atlantici nel versante mediterraneo, che guarda sia al costone balcanico che al versante mediorientale, sono al momento garantiti dal nuovo status geopolitico della Grecia. Un passaggio di consegne ideale che tocca anche i ragionamenti sulle basi di Incirlik e Souda Bay, oltre che sul dossier energetico.

USA-GRECIA

25 milioni di dollari all’anno: è il gettone legato alla difesa che gli Usa spediranno nell’Egeo per garantire l’assistenza militare e implementare il rafforzamento ulteriore di una partnership ormai consolidata. Queste le intenzioni del nuovo disegno di legge sulla difesa presentato dai senatori americani Robert Menendez e Marco Rubio intitolato “Legge sulla difesa e partenariato interparlamentare 2021”. L’obiettivo dei legislatori americani è quello di inserirsi in scia all’East Med Act per dare il via libero decisivo alla nuova la cooperazione in materia di difesa e sostenere in questo modo la modernizzazione delle forze armate greche.

Così Washington sarà la leva con cui Atene potrà anche entrare nel Programma europeo di incentivi alla ricapitalizzazione. In quest’ottica, il disegno di legge prevede un’assistenza militare annuale di 25 milioni di dollari tra il 2022 e il 2026 e il via libera alla vendita di alcuni degli F-35 inizialmente destinati ad Ankara, poi bloccati a causa dell’acquisto dell’S-400 russo.

CACCIA & GAS

Oltre alla commessa per i caccia, il ddl prevede di espandere il cosiddetto forum “3 + 1” che include Stati Uniti, Grecia, Israele e Cipro per allargare ad altre aree di interesse comune. Secondo il disegno di legge il governo degli Stati Uniti dovrebbe sostenere iniziative congiunte di cooperazione per la sicurezza marittima con i tre paesi che, già da tempo, hanno composto una nuova alleanza tarata sul gas. Il riferimento è al gasdotto Eastmed, il vettore che porterà il gas da Israele al Salento e su cui si è coagulata una nuova stagione di partnership ed influenze, come appunto quella tra Tel Aviv, Nicosia a Atene. L’obiettivo della diversificazione energetica per l’Ue si sposa con le dinamiche relative alla geopolitica delle pipeline, in una macro regione dove già si toccano i riflessi del gasdotto Tap e del Tanap.

SCENARI

Al di là del passo formale del ddl, che richiede al segretario alla Difesa di presentare un rapporto al Congresso sulle esigenze di difesa della Grecia “e su come gli Stati Uniti cercheranno di soddisfare tali esigenze attraverso il trasferimento di attrezzature di difesa in eccesso a Grecia”, si scorge la vera natura delle relazioni ellino-americane. Le parole del senatore Menendez danno la cifra delle intenzioni Usa: “Come affidabile alleato della Nato, la Grecia svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la sicurezza e la stabilità nel Mediterraneo orientale. È nell’interesse degli Stati Uniti che la Grecia continui a trasferire il suo equipaggiamento militare lontano dalle piattaforme e dai sistemi d’arma di produzione russa attraverso il programma europeo di investimenti per la ricapitalizzazione”.

Il raddoppio della base som di Souda Bay rappresenta una rivoluzione copernicana per le infrastrutture mediterranee: sarà l’unica base atlantista del Mare Nostrum in grado di ospitare una portaerei Usa, oltre che ancora più sottomarini. Inoltre su un atollo della Grecia centrale verrà installato un nuovo super radar americano, in grado di monitorare sia la zona orientale verso Siria e Turchia, sia quella occidentale che guarda al porto di Salonicco (appena scalato dall’oligarca ellino-russo Ivan Savvidis) e a quello di Alexandroupolis, strategico perché ad un tiro di schioppo dalle pipeline di Tap e Tanap e punto di partenza della via Carpatia.

In sostanza, mentre Pechino usa e ha usato il “soft power” in Europa, come fatto da Cosco al Pireo, e mentre la Turchia minaccia azioni di forza per il gas a Cipro, gli Usa scelgono invece la strada della programmazione di alleanze e relazioni, investendo sul Paese che, dopo la virata asiatica delle policies di Tsipras, è ora tornata stabilmente in una visione atlantista.

twitter@FDepalo


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