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La corporate diplomacy targata Eni per uscire dall’imbuto russo sull’energia

Di Maio, Descalzi, Pistelli: la missione in Congo e Angola segue la strategia tessuta in Algeria e Qatar, con l’obiettivo di riuscire a compensare il rischio russo come prescrive il piano REPowerEU

Il fil rouge, energetico e geopolitico, che sta legando le nuove strategie di Roma post conflitto ucraino muovono dalla consapevolezza che il piano italiano di sicurezza energetica va consolidato rapidamente e adeguatamente. Il viaggio del ministro degli esteri Luigi Di Maio in Congo e Angola va in questa direzione, preceduto dall’azione del tandem Eni (Descalzi-Pistelli). Dopo Algeria e Qatar, dunque, si potrebbe aprire una fase del tutto nuova per le prospettive italiche grazie alla corporate diplomacy stimolata da Eni.

Corporate diplomacy

L’incontro tra Di Maio e il Presidente della Repubblica congolese, Denis Sassou N’Guesso, ha certificato l’accelerazione del rafforzamento di una partnership energetica. Il numero uno del cane a sei zampe, Claudio Descalzi, si è intestato in prima persona con il governo italiano una rivisitazione progettuale e concettuale del dossier energetico, con l’obiettivo di riuscire a compensare il rischio russo. Al di là di tutte le speculazioni possibili sul mix energetico, sugli errori commessi in passato e sulle possibili opzioni future, si sta assistendo ad una grande esibizione di corporate diplomacy. Al momento, gas non russo giunge in Italia da Algeria (27,8%), Azerbaigian (9,5%), Libia (4,2%) e Nord Europa (2,9%).

Congo & Angola

“Porteremo avanti – ha osservato il ministro degli esteri in un tweet – nuovi progetti per diversificare l’approvvigionamento di energia. Voglio ringraziare Eni e il suo Ad Claudio Descalzi per l’intenso lavoro. Tutto il governo italiano è impegnato a fronteggiare gli effetti della guerra voluta da Putin, rendendo il nostro Paese sempre più autonomo dal gas russo. Mentre in Ue si discute delle nuove e fondamentali misure per mitigare gli aumenti del gas, noi andiamo avanti mettendo al primo posto la tutela di famiglie e imprese italiane”. Il riferimento è al piano REPowerEU che punta proprio alla diversificazione che diventi, progressivamente, abbandono del gas russo entro il 2027.

Algeria

La mossa congolese segue quella avviata in altri settori chiave, che testimonia la rilevanza strategica del settore nordafricano per le dinamiche nostrane, non fosse altro che per mera convenienza geografica di prossimità. Il progetto del governo è quello di aumentare i flussi in arrivo dall’Algeria per compensare quelli a rischio dalla Russia. C’è già l’ok di Sonatrach, il player algerino degli idrocarburi che potrebbe anche inviare più flussi in Europa.

I due paesi sono collegati dal gasdotto Transmed, della lunghezza di 2mila chilometri, che giunge a Mazara del Vallo in Sicilia. Dalla Libia, invece, il gas arriva a Gela attraverso il Greenstream.

Qatar

Il Qatar è il terzo produttore di gas naturale al mondo e il terzo esportatore di gas per l’Italia, dopo Russia e Algeria. Per questa ragione la missione a Doha di una settimana fa del ministro degli Esteri e dell’amministratore delegato di Eni ha fruttato un nuovo accordo per le forniture. Le strette di mano con il primo ministro Khalid Bin Khalifa Bin Abdulaziz Al Thani e con l’emiro qatarino, Tamim Bin Hamad, vanno al di là delle photo opportunity e mostrano una solida relazione fra Italia e Qatar oltre una maggiore collaborazione in campo energetico.

Più Tap

Sul tavolo c’è anche l’opzione che riguarda il miglioramento della capacità del Tap, come annunciato qualche giorno fa da Luca Schieppati, managing director di Tap (“Entro luglio atteso il via libera all’aumento di capacità del Tap”). In sostanza si passerà da 10 a 20 miliardi di metri cubi l’anno di gas azero trasportato fino a Melendugno. In poco più di un anno di operatività, il gasdotto che porta il gas dall’Azerbaigian ha inviato in Europa 9,5 miliardi di metri cubi di gas, di cui circa 8 in Italia e 1,5 sul tratto ellino-bulgaro dove è attivo come player la nostra Snam (mentre Grecia ed Egitto potrebbero costruirsi un gasdotto ad hoc).

@FDepalo

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