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Con la crisi ucraina Erdogan prova a tornare in pista

Possibile ruolo di mediatore per il leader turco, mosso da una serie di ragioni economiche e di posizionamento. Ma guardando a Siria e Libia, si capisce che non è Ankara che gestisce il filo da tessere

Potrebbe iniziare da Antalya, in Turchia, la fase due dei tavoli negoziali sulla crisi ucraina. Di fatto una tappa intermedia dove si incontreranno il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu e quello russo Serghei Lavrov il prossimo 10 marzo per tastare il perimetro di un possibile ruolo turco nella mediazione tra Mosca e Kiev. La stampa araba osserva che Erdoğan inizia a mostrare segnali di moderazione nel suo atteggiamento, anticamera ad una nuova fase.

Mediatore

L’obiettivo del presidente turco è quello di trasformare la crisi in opportunità, per una serie di ragioni economiche e di posizionamento (si legga alla voce gas). La guerra in Ucraina non ha risolto le sofferenze della lira turca, l’inflazione galoppante e la contrapposizione con altri paesi nel dossier energetico, come Cipro, Grecia e Francia. Ma il conflitto di portata mondiale può essere la clava nelle mani di Erdogan per scompaginare in altri ambiti complessi, come l’Iran e il Mediterraneo orientale.

Erdogan ieri ne ha parlato al telefono con Putin, per offrirsi come contributore alla soluzione del problema con mezzi pacifici. Fino ad oggi Ankara, da un lato, si è opposta alle sanzioni internazionali e, dall’altro, ha chiuso il Bosforo e i Dardanelli impedendo ad alcune fregate russe di attraversare lo Stretto di Turchia mostrando un equilibrismo certamente tattico ma, al contempo, anche rischioso.

Posizione scomoda

La posizione della Turchia in questa partita è tutt’altro che agevole: è al contempo membro della Nato, in cui ha il secondo maggiore esercito; è player mediorientale viste le relazioni intense con l’Iran e una serie di paesi musulmani rilevanti; ha un fil rouge che la lega alle strategie non solo finanziarie di Putin, come dimostra la querelle per il sistema missilistco S-400 che ha causato la crisi con gli Usa per gli F-35. Importa più del 40% del gas di cui ha bisogno dalla Russia, con cui è operativo il gasdotto Turk Stream, ma anche l’Ucraina esporta una serie di prodotti significativi in Turchia. Il turismo non è da sottovalutare in questo spettro di interessi comuni: 5 milioni di presenze annuali sulle coste turche sono un numero non da poco.

Inoltre se in Siria Putin ha tirato le redini per impedire a Erdogan di completare i propri piani, in Libia gli ha concesso più briglie per farsi interlocutore numero uno. Questo per dire che non è Ankara che gestisce il filo da tessere a certe latitudini, semmai è Mosca che ne stabilisce il metraggio, a seconda dei quadranti di azione.

Perché Antalya

Antalya Diplomacy Forum è un incontro di alto livello di professionisti che si occupano di diplomazia come leader politici, diplomatici, opinionisti o accademici. L’obiettivo è partire dalla consapevolezza che la diplomazia è il principale metodo di comunicazione tra leader e Stati alla luce dei nuovissimi cambiamenti strutturali e sistemici che coinvolgono tutto il mondo. Esprimendo la speranza che l’incontro “sarà un punto di svolta” e un “passo importante” verso la pace e la stabilità, il ministro degli Esteri turco ha affermato che Ankara “continuerà a fare sforzi per una pace duratura”.

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha confermato l’incontro su Telegram mentre il ministro ucraino Kuleba aveva già detto di essere disponibile a colloqui con Lavrov ma solo se fossero “significativi”.

Turkish Airlines

A dimostrazione di un cordone ombelicale forte tra Ankara e Mosca, ecco anche il versante del trasporto aereo: dopo l’inizio della guerra quasi 40 paesi hanno bandito le compagnie aeree russe dal loro spazio aereo, con un minus di circa il 30% nella fornitura internazionale di posti per la Russia. A ciò ha ovviato la Turchia che adesso è diventata la rotta aerea più collegata in entrata e in uscita dalla Russia, dopo che Turkish Airlines ha deciso di aumentare il numero di voli per la Russia e il numero di posti disponibili. La Turchia è ora il principale mercato internazionale della Russia.

@FDepalo


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