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Draghi ferma la russa Rosatom. Golden power sull’idrogeno

Fermata l’acquisizione da parte di una sussidiaria del colosso nucleare del 99,41% dell’azienda friulana Faber Industrie Spa. È una prima volta

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha esercitato i poteri speciali sull’acquisizione da parte una sussidiaria del colosso nucleare russo Rosatom del 99,41 per cento del capitale sociale di Faber Industrie Spa, azienda italiana leader mondiale nella progettazione e produzione di bombole e sistemi per lo stoccaggio di gas ad alta pressione. La società, operante nel settore dell’energia pulita (biometano e idrogeno), dei gas tecnici, medicali e alimentari, delle miscele antincendio e di aria respirabile, ha sede a Cividale del Friuli (Udine).

È quanto spiega l’estratto del Dpcm del 1° giugno 2022 inviato da Palazzo Chigi alle Camere e riferito alla notifica della società Fafin Srl, la finanziaria che controlla Faber Industrie Spa, e Rusatom GasTech LLC, società fondata nel 2020 e guidata da Nikita Davydov, che è anche manager di Umatex, divisione materiali compositi di Rosatom State Corporation.

In questi 17 mesi il governo Draghi ha utilizzato i poteri speciali (esercitandoli ma anche rafforzando sia la normativa sia la struttura competente a Palazzo Chigi) per sviluppare la propria strategia politico-economica e difendere settori strategici e a rischio trasferimento tecnologico. In particolare, per contrastare i tentativi della Repubblica popolare cinese di espandere la propria presenza e influenza sulla terza economia dell’Eurozona.

Il 31 maggio scorso, il presidente Draghi aveva firmato il Dpcm con cui ha esercitato i poteri speciali su un’operazione di trasferimento di tecnologia da Robox, società italiana con sede nel Novarese, verso la cinese Efort Intelligent Equipment, leader nella robotica e legata al governo di Pechino. Si era trattato del quinto veto posto in 17 mesi dal governo Draghi, tutti riguardanti la Cina. Gli altri hanno riguardato i settori dei droni (Alpi Aviation), dei semiconduttori (Applied Materials Italia e Lpe) e delle sementi (Syngenta).

La decisione sull’operazione di Rosatom rappresenta una prima volta sia per quanto riguarda la Russia sia per quanto riguarda il settore dell’idrogeno.

In risposta all’invasione russa dell’Ucraina, l’Unione europea ha approvato un piano per eliminare tutti i combustibili fossili russi entro la fine del 2027. Gli Stati Uniti, invece, hanno annunciato il divieto di importazione di petrolio, gas naturale e carbone dalla Russia. Né le mosse europee né quelle statunitensi hanno preso di mira il nucleare russo. L’amministrazione Biden aveva preso in considerazione l’ipotesi di sanzionare Rosatom ma ha fatto immediatamente marcia indietro dopo le pressioni dell’industria nucleare e alla luce della volontà di utilizzare l’energia nucleare nella transizione verso l’energia pulita.

Dal 17 al 24 gennaio, durante la Settimana dell’alta tecnologia per un futuro sostenibile di Rosatom, tenutasi nel padiglione russo dell’Expo 2020, a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, l’azienda ha presentato le nuove linee di business ad alta tecnologia introdotte negli ultimi anni. All’evento hanno partecipato anche i rappresentanti di alcune aziende tra cui le italiane Faber Industrie Spa e Kawasaki Puccetti Racing e la tailandese Albatross Marine Design.

In questi giorni la quasi totalità degli oltre 300 dipendenti di Faber Industrie Spa ha aderito a uno sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali. Oggetto della vertenza è il premio di produzione, in relazione al quale non si riesce a raggiungere un’intesa. I dipendenti si sono detti delusi dal “muro alzato dall’azienda” e dal punto morto in cui si trovano trattative “avviate ancora nel mese di febbraio”, riporta il Messaggero Veneto.

Formiche.net ha contattato Faber Industria Spa, la presidenza del Consiglio dei ministri e l’ambasciata russa in Italia per commenti.

(Foto: www.faber-italy.com)

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