La riunione del Consiglio commercio e tecnologia ha scontato le tensioni transatlantiche sui sussidi per le tecnologie verdi. Progressi limitati, ma si lavora per risolvere la disputa allineando gli approcci alla transizione. Ed emergono convergenze (cruciali) sulla postura verso Pechino, il cruccio Usa che fa da contraltare alle preoccupazioni europee sull’Inflation Reduction Act
Alla chiusura della terza ministeriale del Consiglio commercio e tecnologia (Ttc) si sono definitivamente concretizzate le previsioni: le tensioni transatlantiche causate dai sussidi green degli Stati Uniti hanno impedito che la riunione producesse più di qualche risultato di facciata. Ma paradossalmente, in virtù dell’importanza strategica dei dossier sul tavolo, i risultati più evidenti sono stati l’avanzamento del dialogo e l’impegno a lavorare in sincrono per eliminare le diatribe e rafforzare la cooperazione. Lato green tech e anche semiconduttori, in relazione alla minaccia sistemica cinese: ecco come Washington e Bruxelles si sono avvicinate sulle rispettive priorità.
LE PREMESSE
La strada era già stata indicata da Katherine Tai, rappresentante al commercio di Washington. Poi, con il presidente francese Emmanuel Macron in visita alla Casa Bianca, la controparte statunitense Joe Biden ha aperto alla possibilità di modificare all’Inflation Reduction Act (un pacchetto da 370 miliardi di dollari, in vigore dal 2023, con misure per favorire le tecnologie pulite a colpi di sgravi e sussidi per le aziende di Usa, Canada e Messico). Infine, alla vigilia del Ttc, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha confermato la linea Tai, indicando che l’Ue avrebbe rivisto le proprie regole sugli aiuti di Stato e studiato la creazione di un fondo di investimento comune per contrastare la deindustrializzazione europea e proteggere i comparti critici – tra cui le tecnologie verdi in generale e il settore dell’auto elettrica in particolare.
VERDI E COMPLEMENTARI
I rappresentanti si sono incontrati nel campus dell’Università del Maryland, scelta simbolica per sottolineare il focus del Consiglio sullo sviluppo e la cooperazione tecnologica. I commissari Ue Margrethe Vestager (concorrenza) e Valdis Dombrovskis (economia) hanno incontrato il segretario di Stato Antony Blinken, la segretaria al Commercio Gina Raimondo e la stessa Tai. Dopodiché il quartetto si è presentato alla stampa per delineare i progressi, a partire dal versante sussidi.
“Il Presidente Biden ha rafforzato il nostro impegno a lavorare insieme per risolvere i problemi. Lo stiamo facendo in modo efficiente e rapido. E io credo che oggi abbiamo portato avanti questa discussione”, ha detto Blinken, specificando che le parti hanno parlato di sussidi per veicoli elettrici, minerali critici e relativa catena di approvvigionamento nel contesto del Ttc. “Stiamo continuando a dare slancio a questa conversazione e a lavorare sulle differenze”, ha rimarcato il capo della diplomazia Usa, spiegando che l’obiettivo è allineare l’approccio ai sussidi green e favorire la complementarietà delle industrie – e il processo di transizione ecologica – degli alleati.
Dopodiché Vestager ha evidenziato come Washington abbia accolto le preoccupazioni europee. “Anche in Europa dovremo fare i nostri compiti, perché combatteremo insieme il cambiamento climatico, ma lo faremo con le nostre rispettive basi industriali”. Dombrovskis, da parte sua, ha sottolineato l’importanza di lavorare con Paesi like-minded nel portare avanti la transizione verde e digitale – che poi “è esattamente quello che stiamo facendo qui al Ttc, per capire come rafforzare la nostra società, come costruire catene del valore resistenti e come farlo insieme”. Più tardi ha detto ai giornalisti di essere “leggermente più ottimista” sulla questione Ira.
SEMICONDUTTORI E CINA
I sussidi green non erano l’unico dossier scottante sul tavolo. Nell’ottica della rivalità sistemica con Pechino, Washington sta imponendo una serie di restrizioni commerciali per limitare ai rivali l’accesso alle tecnologie più avanzate. Nel mentre preme sugli alleati per rafforzare il muro attorno alla Cina, incontrando le resistenze di alcuni Paesi europei. Primi fra tutti i Paesi Bassi, che assieme al Giappone sono essenzialmente gli unici fornitori dei macchinari fabbrica-chip necessari per produrre i semiconduttori più avanzati – che a loro volta sono gli acceleratori delle capacità belliche ed economiche del Ventunesimo secolo.
Era naturale, dunque, che la materia fosse sul tavolo del Ttc. Meno scontati i progressi, che sono stati pure significativi. “Alcuni dei lavori di maggior impatto che verranno svolti dal Ttc riguardano il modo in cui ci stiamo allineando sui semiconduttori”, ha rimarcato Raimondo. All’atto pratico, ha spiegato, gli alleati stanno costruendo un sistema di allarme rapido per le interruzioni della catena di approvvigionamento e allineando le modalità di condivisione delle informazioni “in modo da lavorare insieme per coordinare i nostri sussidi e anche i controlli sulle esportazioni”.
Pur non avendo parlato specificamente dei macchinari olandesi, i funzionari hanno discusso ampiamente di export control e semiconduttori. “Credo che il Ttc svolgerà un ruolo molto importante nell’allineare la strategia di controllo delle esportazioni, proprio come ha fatto con la Russia”, ha concluso Raimondo, rimarcando il ruolo del Consiglio nel gettare le basi per coordinare le sanzioni tecnologiche a Mosca. “Credo che continuerà ad essere così per i semiconduttori. Continuiamo a lavorare quotidianamente, settimanalmente, parlando con i Paesi Bassi e il governo e siamo ottimisti sulla possibilità di allinearci”.
Immagine: profilo Twitter del Segretario di Stato Usa Antony Blinken