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Medvedev attacca, Crosetto risponde alla disinformazione russa

L’ex premier russo ha chiamato “sciocco raro” il ministro della Difesa italiano in merito alle sue affermazioni durante l’evento Formiche/Airpress su una possibile “Terza guerra mondiale” in caso di invasione russa di Kiev. “Difendiamo uno stato aggredito da un aggressore”, la replica di Crosetto

Il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dimitri Medvedev ha definito il ministro della Difesa Guido Crosetto un “raro sciocco”. L’affermazione arriva dopo che il ministro aveva detto ieri, durante la conferenza organizzata da Formiche e Airpress, che la terza guerra mondiale inizierebbe nel momento in cui i carri armati russi arrivassero a Kiev, rilanciando l’aiuto italiano all’Ucraina.

“Non ci sono molti sciocchi nelle strutture di potere europee”, scrive l’ex premier russo su Telegram ma “il ministro della Difesa italiano ha definito la fornitura di veicoli blindati e di altre armi all’Ucraina un modo per evitare la Terza Guerra Mondiale”. Medvedev ha proseguito sostenendo che se dovesse scoppiare una terza guerra mondiale, non si tratterà di carri armati o di jet da combattimento, in riferimento all’uso di armi nucleari. “Sicuramente tutto sarà in macerie”.

Crosetto ha  risposto ironicamente: “Probabilmente ha ragione Medvedev, noto per la sua saggezza e la sua obiettività, nel definirmi uno sciocco raro”. E ha proseguito ricordando come, nonostante gli attacchi disinformativi russi, il ministro prosegua nella convinzione che sia giusto aiutare l’Ucraina a difendersi da un attacco privo di ragioni.

La Russia non sta cercando la “fine delle ostilità e il ripristino della legalità internazionale, che sono l’unico obiettivo del Governo italiano e della mia azione di ministro”, ha concluso Crosetto.

Le esternazioni del ministro sulla difesa di Kiev sono “un monito con solide radici nella strategia e nelle dottrine della Nato”, scrive su La Repubblica Enrico Franceschini. E ricorda che esistono delle “linee rosse” che porterebbero il mondo a un “confronto diretto tra le due superpotenze militari del pianeta” nel caso in cui Vladimir Putin decidesse di violarle.

Il giornalista conclude spiegando che questo non significa necessariamente un conflitto nucleare, ma di certo si assisterebbe alla trasformazione della guerra da regionale a globale.

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