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Tra bando per la Pa e nuovi data center per l’Ue, a che punto è il caso TikTok?

Dopo aver sollevato il problema, il ministro Zangrillo precisa: “Non è decisione che spetti a me”. Intanto, l’app lancia il progetto Clover per dissipare i dubbi di Bruxelles

Non sembra esserci alcun piano per bloccare TikTok, app di proprietà della cinese ByteDance Ltd, ai dipendenti pubblici italiani in tempi brevi. A dirlo è stato Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione, lo stesso che nei giorni scorsi aveva aperto il dossier.

LE PAROLE DI FINE FEBBRAIO…

“Su questo argomento si sta già impegnando il Copasir, ma è evidente che il mio ministero, avendo 3,2 milioni di dipendenti, è fortemente coinvolto”, aveva detto il ministro a Repubblica. “Le opzioni possono essere di muoversi come si è mossa la Commissione europea o eventualmente assumere una decisione diversa. È una scelta che non posso compiere in solitaria, mi devo confrontare con le altre istituzioni e insieme concorderemo una linea”.

… E QUELLE DI QUESTA SETTIMANA

Durante una nuova intervista all’evento Raduno per la transizione digitale, ha spiegato: “Quindici giorni fa mi sono limitato a dire che ho notato che sia nella comunità europea che in diversi stati federali americani viene vietato ai dipendenti pubblici l’utilizzo di TikTok. Ho sollevato il problema e detto che è opportuno approfondire il tema e capire se effettivamente esistono dei rischi legati alla sicurezza degli utenti di questo social”. Al momento, quindi, nessun piano per bloccare l’app in tempi brevi: “Assolutamente no anche perché, peraltro, non è decisione che spetti a me”, ha replicato il ministro.

LA POSIZIONE DI TIKTOK

Dopo le prime parole del ministro, Giacomo Lev Mannheimer, responsabile delle relazioni istituzionali per il Sud Europa di TikTok, aveva dichiarato: “Così come per la decisione della Commissione Europea, vorremmo rimarcare la nostra piena disponibilità a chiarire i dubbi del governo italiano, auspicando in un confronto dettato da regole e processi certi e trasparenti”.

IL PROGETTO CLOVER

Mercoledì, poi, TiKTok ha annunciato i dettagli del progetto Clover. Oltre al data center di Dublino annunciato lo scorso anno ma ancora non attivo, ne dovrebbero essere aperti altri due: un altro a Dublin e uno nella regione di Hamar in Norvegia. “TikTok ha già iniziato a conservare i dati degli utenti europei in Irlanda e proseguirà il processo nel 2023 e 2024”, si legge in una nota. “Con le misure del progetto Clover, TikTok non solo è conforme allo standard di settore rispetto alla sicurezza dei dati in Europa ma si impegna per stabilirne uno completamente nuovo”, recita ancora il comunicato. “La piattaforma porterà avanti l’impegno assunto da lungo tempo riguardo la strategia di data governance in Europa, basata su principi quali conservare localmente i dati degli utenti europei, minimizzare i flussi di dati al di fuori dell’Europa e limitare sempre più l’accesso dei dipendenti ai dati degli utenti”.

LA “CHARM OFFENSIVE”

TikTok, il cui bando appare sempre più vicino negli Stati Uniti, in Europa vuole reagire rassicurando l’Unione europea sul fatto che i dati non finiranno mai nelle mani del Partito comunista cinese nonostante la legge cinese sulla sicurezza nazionale obblighi le aziende straniere e nazionali che operano in Cina a condividere i propri dati con il Governo. TikTok vuole farlo rimarcando anche un aspetto, quello economico: “Una volta completato, i tre data center saranno i siti di conservazione per i dati degli utenti TikTok europei grazie a un investimento annuale totale pari a 1,2 miliardi di euro”, si legge nella nota.

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