Mentre in Italia qualcuno spinge la destra verso il centro, il Ppe spinge al contempo verso destra, con destinazione elezioni europee. Interessante si rivela l’esercizio di capire come tenere insieme le sensibilità diverse (Weber e Merz), le critiche (Kiesewetter) ma anche l’occasione che il Ppe ha di tornare protagonista grazie al dialogo con Ecr
C’è dibattito (oltre che sensibilità diverse) nel centrodestra europeo, quando manca un anno alle prossime urne che ridisegneranno non solo l’euroemiciclo ma l’insieme degli equilibri della nuova Commissione europea. E lo spostamento delle varie “placche tettoniche” in corso nelle ultime settimane lo dimostra ampiamente: segno, da un lato, di una poliedricità di posizioni e di percezioni (come le critiche del tedesco Kiesewetter) e, dall’altro, della possibilità di iniziare a scrivere una pagina nuova all’interno del post merkelismo, in cui il Ppe sta dialogando con i Conservatori europei di Giorgia Meloni al fine di costruire un’alleanza programmatica per una Commissione politica con in primo piano il nuovo corso conservatore del governo italiano.
I temi che uniscono Ppe e Ecr
Punto di partenza l’emendamento del Partito popolare europeo sul finanziamento delle infrastrutture alle frontiere esterne, passato in Plenaria al Parlamento europeo con 322 voti favorevoli, 290 contrari e 20 astenuti, nell’ambito del voto sulle Linee guida per il bilancio 2024. Secondo il popolare Lenaers si tratta di un passo avanti, a seguito delle decisioni del Consiglio. “Non esiste politica di immigrazione senza protezione o controllo delle frontiere. Se vogliamo mostrare solidarietà, allora dobbiamo riportare l’ordine ai nostri confini, se necessario costruendo recinzioni dove necessario”.
Passaggio, questo, caldeggiato da un altro player del Ppe come il governo greco che è in attesa dei finanziamenti per la costruzione del muro alla frontiera turca di Evros, da dove la permeabilità dei confini ha portato nei mesi scorsi all’utilizzo della rotta balcanica per i migranti e dove il premier conservatore Kyriakos Mitsotakis si giocherà la riconferma nelle elezioni di fine maggio, dopo che in Finlandia ha vinto la destra e con la possibilità di vittoria in Spagna per il polo conservatore (popolari più Vox). Anche il premier polacco Mateusz Morawiecki andrà al voto, confrontandosi con l’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
Il filo che lega i temi cari a popolari e conservatori è quello della nuova narrazione europea, dove in prospettiva ci potrebbe essere un exploit degli alleati di centrodestra, ovvero Ppe e Ecr. I due soggetti si sono studiati da mesi e hanno compreso, ben prima del vertice di Atene del dicembre scorso, come sia all’orizzonte la possibilità di vincere le elezioni e determinare la nuova Commissione politica, con il derby al momento tra Manfred Weber e Roberta Metsola.
Rilievi e prospettive
Non mancano i rilievi e i distinguo tematici, come quelli espressi da Roderich Kiesewetter, presidente della commissione di controllo del Bundestag sui servizi segreti ed esponente di primo piano della Cdu, quando dice, commentando le parole del ministro Francesco Lollobrigida, che “in Europa nessun futuro con il Ppe se FdI sceglie l’estremismo”. Ma anche il numero uno della Cdu, Friedrich Merz, ha provato a segnare il territorio, quando ha annunciato il suo appoggio al secondo mandato per Ursula von der Leyen.
Tutti elementi che se al momento possono apparire come degli ostacoli ad un disegno comune, alla lunga potrebbero tramutarsi in unione di intenti qualora i risultati elettorali fossero superiori a quelli del centrosinistra europeo. Questa la ragione che sta spingendo ulteriormente i soggetti che hanno lavorato nell’ultimo biennio al dialogo, tra cui l’attuale ministro degli affari Ue Raffaele Fitto e gli eurodeputati di FdI Fidanza e Procaccini, a trasformarlo in progetto strutturale anche grazie al ruolo di perno per i conservatori in Europa di Giorgia Meloni.
Scenari
In sostanza sembra che mentre in Italia qualcuno spinge la destra verso il centro, il Ppe spinge al contempo verso destra, con destinazione elezioni europee proprio al fine di corroborare questa interlocuzione. Interessante si rivela l’esercizio di capire come tenere insieme le sensibilità diverse (Weber e Merz), le critiche e le prospettive. Un cemento (armato) potrebbe certamente essere un numero alto di voti ottenuti nel 2024.
@FDepalo
Oggi, in qualità di copresidente ECR, insieme al Prof. Ryszard Legutko e @weimers ho incontrato Remus Li-Kuo Chen, Direttore Generale degli Affari Europei per Taiwan.
A nome del Gruppo ECR, abbiamo ribadito il fermo sostegno al rafforzamento dei rapporti dell’Ue con Taiwan. pic.twitter.com/rXykwAKJz1
— Nicola Procaccini (@NProcaccini) April 18, 2023