Quattro tappe indo-pacifiche per il segretario Austin. Quattro Paesi – Giappone, Singapore, India, Francia – che hanno ognuno i propri interessi e le proprie priorità nella regione, ma con cui Washington vuole condividere un punto di fondo: “free and open Indo Pacific” come mantra
Coordinazione nell’alleanza con il Giappone, rafforzamento della partnership con l’India, persuasione di sponde complesse come Singapore, organizzazione delle visioni comuni per l’Indo Pacifico con la Francia (alleato euro-atlantico che si considera un attore regionale). Sono questi i temi di fondo del tour in quattro tappe con cui il segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, viaggerà in quattro tappe per “condividere la visione comune di un Indo Pacifico libero e aperto”.
Tokyo, primus inter pares
Nell’ambito della sua settima visita ufficiale nella regione indo-pacifica, il segretario Austin partirà da Tokyo, con un incontro con il ministro della Difesa giapponese, Yasukazu Hamada, e altri alti dirigenti, per poi visitare le truppe statunitensi di stanza in Giappone. Tutto mentre gli Stati Uniti e il Giappone compiono importanti passi avanti per modernizzare le capacità congiunta di ottimizzare la posizione delle forze statunitensi. Secondo il Pentagono, si tratta della naturale implementazione di quello che viene raccontato come “lo storico incontro ministeriale 2+2″ avvenuto all’inizio di quest’anno.
Ed è chiaro che il Giappone è il primus inter pares degli alleati statunitensi nella regione, piattaforma militare avanzata all’interno della regione (fondamentale per la sicurezza e la deterrenza davanti all’assertività cinese), ma anche interlocutore politico con cui trovare allineamento su dossier sensibili come lo scontro con la Russia (a causa della guerra in Ucraina) e la competizione tecnologica globale.
Singapore, l’incognita
Da lì, il segretario Austin si recherà a Singapore dove terrà un discorso al 20° Shangri-La Dialogue dell’Istituto Internazionale di Studi Strategici (Iiss). Il segretario statunitense sfrutterà l’evento annuale organizzato dal think tank di Londra nella città-stato asiatica per alcuni incontri laterali con altri leader internazionali. L’obiettivo è usare il vettore della military diplomacy per far progredire i partenariati di difesa statunitensi in tutta la regione, “a sostegno della nostra visione condivisa di un Indo-Pacifico libero e aperto, ancorato alla centralità dell’Asean”, come spiega il Pentagono. La presenza di Austin a Singapore serve anche a continuare il dialogo con il partner asiatico.
Il primo ministro di Singapore, Lee Hsien Loong, è riuscito di recente a fare ciò che pochi altri leader globali sarebbero in grado o disposti a fare: recarsi in Cina e lodare pubblicamente un’iniziativa asiatica guidata dagli Stati Uniti, l’Indo-Pacific Economic Framework (Ipef). “L’Asia dovrebbe sempre rimanere una regione aperta”, ha detto Lee al Boao Forum for Asia di Hainan. “Mentre i Paesi asiatici sviluppano la cooperazione tra di loro, dovremmo anche coltivare le nostre relazioni con gli Stati Uniti, l’Europa e altre parti del mondo”. Il fatto che Lee abbia lodato l’Ipef, un’iniziativa commerciale volta a riaffermare l’impegno degli Stati Uniti nella regione con un’alternativa allo statecraft economico di Pechino, in una delle maggiori conferenze internazionali annuali organizzate dalla Cina ha soddisfatto molti politici americani. Ma Singapore è un attore che, anche per caratteristiche geostrategiche, resta vocato alla multipolarità.
Business indiano
Dopo Singapore, Austin sarà a Nuova Delhi per incontrare il ministro della Difesa Rajnath Singh e altri leader del governo Modi, mentre gli Stati Uniti e l’India continuano a modernizzare la loro Major Defense Partnership. “Questa visita offre l’opportunità di accelerare nuove iniziative di innovazione nel campo della difesa e di cooperazione industriale e di promuovere gli sforzi in corso per espandere la cooperazione operativa tra le forze armate statunitensi e indiane”, spiega il Pentagono.
L’India è una potenza in ascesa che sta raccogliendo consensi internazionali crescenti. Il premier Narendra Modi ha incassato alto gradimento dai leader dei Paesi insulari del Pacifico, riuniti recentemente nel summit ospitato dalla Papua Nuova Guinea. Ma l’Indiano è in fase di rafforzamento dei rapporti anche in Medio Oriente — come dimostrano le iniziative per la connettività costruite in ambito I2U2 — è in Europa, dove la strategic partnership da poco implementata con l’Italia ha un valore anche nelle relazioni transatlantiche.
La Francia, attore regionale
Il capo del Pentagono concluderà il suo viaggio in Francia per partecipare agli eventi commemorativi del 79° anniversario del D-Day e incontrare i leader della difesa francese e britannica. Con Parigi i temi di confronto sono ampi, e passano indubbiamente dalle dinamiche Nato — con un occhio particolare a ciò che sta accadendo in Ucraina, dove gli americani non vogliono perdere slancio nel sostenere la controffensiva di Kiev. Ma la Francia è un partner anche indo-pacifico.
La Francia è l’unica potenza dell’Ue nella regione indo-pacifica, dove si trova il 93% della sua Zona economica esclusiva e 1,5 milioni di abitanti, oltre a 8.000 unità di personale e mezzi militari. Parigi è stata la prima a pubblicare una strategia indo-pacifica già nel 2019 e ha guidato per molti aspetti l’orientamento dell’Ue verso la regione, che fa eco ai suoi interessi strategici nazionali. La Francia si percepisce attore territorialmente presente, a causa dei territoires d’outre-mer (come la Nuova Caledonia e la Polinesia Francese). Coordina le attività con gli alleati, in primis Washington, ma Parigi rivendica eccezionalismo — come nel caso delle ormai famosissime dichiarazioni di Emmanuel Macron dopo la visita a Pechino.