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Artem Uss non c’è più, e neppure la procedura di estradizione

La Corte di Cassazione ha chiuso il caso visto che il manager russo, sanzionato dall’Ue per la guerra in Ucraina, è evaso. Ecco tutti i passaggi della vicenda

La Corte di Cassazione ha chiuso il caso di Artem Uss. Almeno quello giudiziario, visto che sull’esfiltrazione rimangono ancora molti interrogativi aperti.

La procedura per l’estradizione è caduta per assenza dell’estradando dal territorio dello Stato italiano, evaso grazie all’aiuto di una banda criminale serba. Il figlio dell’ex governatore di una regione della Siberia, si era allontanato dalla sua abitazione nel Milanese il 22 marzo scorso dopo che la Corte d’Appello di Milano aveva dato il via libera alla sua estradizione negli Stati Uniti. Annullata anche la misura cautelare.

Sull’evasione di Uss, accusato dagli Stati Uniti, tra l’altro, di contrabbando di petrolio dal Venezuela, è in corso una indagine sollecitata sia dal ministro della Giustizia Carlo Nordio sia dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il russo era stato fermato all’aeroporto di Malpensa il 17 ottobre 2022 mentre si stava imbarcando per Istanbul e arrestato sulla base di un mandato di arresto internazionale emesso dalle autorità giudiziarie di New York. Il 25 novembre del 2022 la Corte d’Appello di Milano gli aveva concesso i domiciliari col braccialetto elettronico a Basiglio, in provincia di Milano. Il 21 marzo del 2023 la Corte d’Appello aveva deciso di autorizzare l’estradizione di Uss negli Stati Uniti. Il giorno dopo, però, era evaso dai domiciliari ed è riapparso in Russia ad aprile e il padre aveva ringraziato direttamente il presidente Vladimir Putin.

Due settimane fa Uss è stato inserito tra i nuovi soggetti sanzioni dall’Unione europea per l’invasione russa dell’Ucraina. Il suo nome figura ora nell’undicesimo pacchetto di sanzioni approvato dai 27 Stati membri nei giorni scorsi e lui viene descritto come “un imprenditore di spicco che opera in Russia in un settore economico che costituisce una notevole fonte di reddito per il governo della Federazione Russa, responsabile dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina. Artem Uss sostiene inoltre materialmente il governo della Federazione Russa e trae vantaggio da quest’ultimo”, si legge ancora.

A fine aprile il ministero del Tesoro italiano aveva congelato i beni di Artem Uss in Italia. Tra questi: il 40,1% del capitale sociale della Luxury Sardinia, società con sede legale a Loiri Porto San Paolo, in provincia di Sassari, detenuto a sua volta da una società cipriota situata a Nicosia; un villino e un garage a Basiglio, in provincia di Milano; fondi per poco più di 160.000 euro presso una filiale di Olbia del Banco di Sardegna.

Nei giorni scorsi il padre, Aleksandr Viktorovič Uss, fino a poco tempo fa governatore del territorio di Krasnoyarsk, è diventato senatore. Come raccontato su Formiche.net nelle scorse settimane, non sono chiare le ragioni di questo nuovo incarico. Era stato lui stesso ad annunciarlo su Telegram ringraziando Putin “per la sua fiducia e il suo sostegno” e a “tutti coloro con cui siamo stati insieme in momenti difficili e che ci hanno portato ai risultati e ai successi condivisi”. All’indomani della riapparizione in Russia di Uss, VChK-OGPU, un canale Telegram russo che in questi mesi di guerra ha dato prova di avere ottimi rapporti con l’intelligence di Mosca, aveva diffuso la voce secondo cui regista dell’esfiltrazione sarebbe stato “un ex ufficiale delle forze speciali dell’Esercito italiano, che vive a Mosca da più di sei anni”. Un’operazione costata al padre 2 milioni di dollari, sempre secondo quel canale Telegram.

Nelle scorse settimane, rispondendo a un’interpellanza urgente presentata da Alleanza Verdi Sinistra (primo firmatario Devis Dori), il governo italiano aveva spiegato che sull’evasione di Uss “risulta ancora nella fase germinale l’attività investigativa posta in essere dall’Autorità giudiziaria competente, attualmente coperta dal segreto”.



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