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Metalli critici, l’americana Redwood si espande in Europa

L’americana Redwood Materials, azienda specializzata nel recupero e riciclo di batterie e materiali critici, ha acquisito un’aziende europea del settore. Mossa che dimostra come l’Europa sia continente maturo per la creazione di una filiera circolare, tra gli obiettivi della Commissione

A circa una settimana dall’annuncio di Ursula von der Leyen delle possibili contromisure dell’Unione europea contro le importazioni di auto e batterie elettriche dalla Cina, a seguito della prossima indagine sui sussidi di Pechino, l’Europa continua ad attirare investimenti in questa filiera.

Da una parte agisce la volontà della Commissione, e delle istituzioni comunitarie, di ridurre il più possibile la dipendenza da Paesi terzi per minerali e materiali per il fabbisogno europeo. Secondo gli emendamenti presentati dal Parlamento europeo, il Critical Raw Materials Act dovrà aumentare la capacità di riciclo del 10% per ognuna delle 16 “materie prime strategiche” individuate dalla Commissione nell’analisi allegata alla proposta di regolamento entro il 2030, attraverso la raccolta e la processazione del 45% delle materie prime raccolte dentro ai confini europei.

L’adozione del Regolamento europeo sulle batterie da parte del Consiglio europeo a luglio ha rappresentato un altra pietra miliare per la creazione di una supply chain più integrata e sostenibile, dal consumo al riutilizzo. Il regolamento, infatti, fissa gli obiettivi di raccolta dei rifiuti di batterie portatili da parte dei produttori (63% entro la fine del 2027 e 73% entro la fine del 2030) e introduce un obiettivo di raccolta specifico per i rifiuti di batterie per mezzi di trasporto leggeri (51% entro la fine del 2028 e 61% entro la fine del 2031).

Il regolamento stabilisce un obiettivo per il recupero del litio (tra le 16 materie prime strategiche) dai rifiuti di pile pari al 50% entro la fine del 2027 e all’80% entro la fine del 2031, che può essere modificato attraverso atti delegati in base agli sviluppi tecnologici e di mercato e alla disponibilità di litio. Inoltre, prevede livelli minimi obbligatori di contenuto riciclato per le batterie industriali, le batterie al piombo e le batterie EV. Inizialmente sono fissati al 16% per il cobalto, all’85% per il piombo, al 6% per il litio e al 6% per il nichel. Le batterie dovranno essere in possesso di una documentazione sul contenuto riciclato e utilizzato per la fabbricazione.

L’obiettivo, dunque, è quello di perseguire tutte le strade possibili a supporto dell’autonomia strategica dell’Ue nel settore delle batterie e dei materiali critici, riducendo la dipendenza da paesi terzi e puntando sull’economia circolare come terzo pilastro della strategia (insieme ad accordi con i paesi fornitori, come il Cile e potenzialmente l’Australia e ricorrendo all’estrazione sul continente).

In questa direzione, l’annuncio di Redwood Materials – start-up americana specializzata nel recupero, riciclo di materiali e ri-manifattura di celle per batterie elettriche, in particolare per gli EV, nei suoi impianti negli Stati Uniti, fondata nel 2017 da Jeffrey Brian Straubel, cofondatore di Tesla e per 15 anni chief executive officer dell’azienda di Elon Musk – rappresenta un chiaro segnale del settore privato sulla bontà dei target della Commissione e del potenziale di questa filiera.

Redwood infatti ha annunciato di aver completato l’acquisizione di Redux Recycling GmbH, azienda tedesca anch’essa attiva nel settore del riciclo delle batterie e tra i principali player europei insieme ad Eramet, Umicore. Con questa mossa, Redwood consolida la sua presenza internazionale, oltre ad accogliere nel suo bacino know-how e personale altamente qualificato (ingegneri chimici, metallurgici e scienziati della materia) e a includere tra i suoi asset gli impianti di Redux che includono linee di smantellamento e ricilo di e-bike, batterie di accumulo stazionario (ESS) e per l’elettronica di consumo. L’obiettivo di Straubel è quello di fare della start-up la prima azienda per riciclo di batterie a livello mondiale.

Secondo gli annunci di Redwood e del suo partner naturale, Tesla, l’azienda è in grado di riciclare circa il 95% del metallo dalle batterie EV dismesse e alla fine del loro ciclo di vita. I margini di manovra per gli operatori di questo settore saranno inizialmente trainati con l’aumentare delle capacità manifatturiere con le nuove gigafactory pianificate in Europa, Nord America e Asia: secondo le stime di McKinsey, circa il 53% dei prodotti di scarto dagli impianti potrebbero essere riciclati già nel 2025, ma con una riduzione progressiva al 43% nel 2030, 14% nel 2035 e solo il 6% nel 2040 con l’efficientamento delle linee di produzione. Ed è qui che entreranno in gioco le possibilità di recuperare le batterie EV e di farne un vero e proprio settore industriale.

Redwood in questo senso è già un attore consolidato sul mercato. L’anno scorso l’azienda di Straubel ha annunciato un accordo con il produttore di batterie giapponese Panasonic per fornire materiali catodici a base di nichel per l’impianto dell’azienda in Kansas. Negli Stati Uniti, Redwood sta inoltre costruendo partnership per una filiera circolare con colossi automotive del calibro di Volkswagen, Ford, Volvo e Toyota.

“Il mercato europeo del riciclaggio delle batterie e della produzione di materiali è in rapida crescita e l’acquisizione di Redux posiziona Redwood come attore chiave in questo mercato” si legge sul comunicato stampa dell’azienda. L’impianto, situato a Bremerhaven, sulla costa tedesca del Mare del Nord, è attrezzato per una capacità di trattamento annuale di 10.000 tonnellate, in grado di riciclare varie composizioni chimiche delle batterie agli ioni di litio.

Grazie ad importanti sostegni finanziari (circa 1 miliardi di dollari nell’ultimo round di equity funding, tra cui Goldman Sachs) e una nuova sede statunitense in costruzione nella Carolina del Sud (un progetto da 3,5 miliardi di dollari e dalla capacità di circa 100 GWh per materiali catodici e anodici), l’attività di riciclaggio delle batterie di Redwood continua a guadagnare slancio, e per una buona ragione. Si prevede che le vendite di veicoli elettrici supereranno 1,6 miliardi di dollari solo quest’anno negli Stati Uniti, creando le premesse per l’aumento delle batterie su e, infine, delle celle che dovranno essere riciclate e riutilizzate.

Un ecosistema sicuramente stimolato dagli incentivi dell’Inflation Reduction Act (IRA), che ha attirato investimenti lungo la supply chain delle batterie al litio dalla raffinazione fino al riciclo. Le ambizioni di Redwood, inoltre, sono appoggiate anche dal governo federale statunitense: l’azienda infatti gode di un generoso prestito ($2 miliardi) da parte del Dipartimento dell’Energia statunitense (accordato a gennaio 2023 attraverso il Loans Program Office) per la costruzione e l’espansione di un campus di materiali per batterie a McCarran, in Nevada. Una volta operativo, il progetto sarà il primo impianto nazionale a supportare la produzione di lamine di rame anodico e di materiali catodici in un processo di produzione di batterie agli ioni di litio a ciclo completamente chiuso, riciclando gli scarti di batteria e di produzione a fine vita e rigenerando tali scarti in materiali critici per il fabbisogno degli Stati Uniti.

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