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Washington chiama, Taipei risponde. Il forum della Difesa in Virginia

L’evento in corso in Virginia permette agli esponenti del mondo della difesa dei due Paesi di accrescere i legami esistenti, siano essi istituzionali o meno. All’insegna del rafforzamento di un rapporto già solido

In queste stesse ore, il Williamson Lodge di Williamsburg, Virginia, sta ospitando l’edizione 2023 dell’annuale Us-Taiwan Defense Industry Conference organizzata dall’Us-Taiwan Business Council. L’evento, arrivato alla sua undicesima edizione, è importante poiché la sua semi-ufficialità gli conferisce il giusto peso politico, senza però i limiti richiesti dalle vere e proprie manifestazioni istituzionali: in questo modo i partecipanti hanno spazio per confrontarsi sui temi dell’industria e allo stesso tempo condurre colloqui bilaterali in materia di sicurezza.

Temi in cui le due parti hanno da lungo tempo iniziato a cooperare, per far fronte al comune nemico di Pechino. Risale a poco più di un mese fa l’annuncio della destinazione di nuovi aiuti statunitensi a Taipei: originariamente destinati all’Egitto, Washington ha deciso di dirottare questo pacchetto verso Taiwan in virtù del suo sforzo “di difendere la democrazia di fronte all’autoritarismo cinese”, mentre al contrario la presidenza Al Sisi ha ancora pendenze in materia di diritti civili e democraticità.

L’avanguardia democratica si oppone invece al Dragone, il quale cerca di esercitare la massima pressione tramite le manovre militari nei dintorni dell’isola, che ogni giorno si fanno sempre più vicine, e che potrebbero rivelarsi non essere soltanto delle manovre dimostrative, ma l’organizzazione preliminare dell’invasione vera e propria.

Ma Taiwan è anche un prezioso hub di produzione ed esportazione dei semiconduttori, i diamanti del nostro secolo, preziosi e ricercati da tutte le economie avanzate per il loro ruolo fondamentale nell’industria high-tech, aereonautica, automobilistica, medica e in tanti altri settori. Il 60% della produzione mondiale avviene dentro ai confini dell’isola, e la percentuale aumenta ancora di più nel caso dei semiconduttori più sofisticati. Qualora Pechino riuscisse a mettere le mani sopra questa preziosa industria, limitandone allo stesso tempo l’accesso al mondo occidentale, le conseguenze sarebbero infauste.

Proprio per evitare che ciò accada le due parti hanno iniziato a cooperare sempre di più nella dimensione securitaria e in quella militare. Dal rafforzamento delle capacità di comunicazione alla compartecipazione nello sviluppo di un hub di sistemi unmanned sull’isola, arrivando fino all’Intelligenza Artificiale e alla lotta contro la disinformazione, i dossier dove Washington e Taipei collaborano assieme sono sempre di più. Ed è proprio in occasioni come quella della US-Taiwan Defense Industry Conference che questo legame viene rafforzato ancora di più, sia formalmente che non.

Tra i partecipanti all’evento figurano la presidente dell’American Institute in Taiwan, Laura Rosenberg; il contrammiraglio in congedo Scott Harbinson Swift, ex comandante della Flotta Usa del Pacifico; il tenente generale in congedo Steven Rudder, ex comandante dei Marine nel Pacifico; e l’ex assistente segretario di Stato per gli affari di sicurezza nell’Indo-Pacifico, Randall Shriver. La delegazione di Taiwan sarà guidata dal viceministro per la Difesa nazionale Po Hung-hui.

I lavori sono suddivisi in quattro diverse sessioni: la prima sessione esaminerà le minacce più gravi che Taiwan deve prepararsi ad affrontare. La seconda sessione analizzerà come le politiche statunitensi sulla difesa di Taiwan sono cambiate e si sono ampliate nel corso degli anni. La terza sessione si concentrerà sui vuoti da colmare all’interno della cooperazione tra Stati Uniti e Taiwan in materia di difesa, infine l’ultima sessione esaminerà lo stato delle infrastrutture critiche di Taiwan, e il loro ruolo più generale.

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