Skip to main content

Convergenze su dazi, Ucraina e Ue. Cosa si sono detti Meloni e Støre

A Palazzo Chigi arriva il primo ministro della Norvegia. Nonostante sia un laburista ha molti punti di contatto programmatici con Roma: è stata l’occasione per allargare il fronte che vuole tenere unito l’occidente in chiave dazi ed evitare fughe in avanti verso la Cina, come fatto dal premier spagnolo Pedro Sánchez, volato tre giorni fa a Pechino per siglare accordi con Xi

“Ho molto apprezzato questo incontro con Meloni , che è stato ‘aperto’, ed è stato molto utile aver sentito il suo punto di vista”. Il laburista Jonas Gahr Støre, primo ministro della Norvegia, ha incontrato la premier italiana alla vigilia della trasferta a Washington, non solo per riflettere sul doppio tema geopolitico “dazi e Ucraina”, ma anche per fare il punto sulla cooperazione bilaterale e su un paniere di temi in comune come l’energia, gli sviluppi nell’area mediterranea e le possibili sinergie nell’ambito del Piano Mattei.

Più cooperazione

La già eccellente relazione bilaterale verrà rafforzata, dando pieno seguito alla dichiarazione d’intenti sulla collaborazione commerciale tra Italia e Norvegia, recita la nota ufficiale, con l’obiettivo di implementare la promozione di partenariati industriali in settori strategici come l’energia, lo spazio e i minerali critici, sulla cooperazione nel settore marittimo e in ambito difesa. In cima alle riflessioni comuni la collaborazione industriale, nel settore dei minerali, dell’energia, dello spazio, dove l’Europa del Nord e del Sud si uniscono. “Era ben informata di tutto questo e abbiamo entrambe l’intenzione di incoraggiare i nostri ministri a portare il lavoro avanti”, ha osservato il primo ministro del Regno di Norvegia.

Ucraina

Sull’Ucraina entrambi concordano sulla necessità di sostenerla per difendersi. “Il modo migliore per mettere in sicurezza l’Ucraina in futuro è di dare una mano a costruire la difesa dell’Ucraina e anche tenere la Russia responsabile per quello che sta accadendo ora. Se ci sarà un cessate il fuoco e una pace con un negoziato entrambe le parti devono contribuire ma quello che vediamo negli ultimi giorni, con bombe e droni contro i civili, è uno sviluppo esclusivo e dobbiamo essere fermi su questo abbiamo la stessa visione”, ha precisato Støre.

Dazi

Sul tema dazi entrambi concordano che una guerra commerciale non aiuterà nessuno: “Sono d’accordo con il primo ministro sul fatto che quello che vogliamo cercare di fare “è lavorare per qualcosa che ‘abbassi’ la pressione, non la rialzi e penso che ci sia molto che possiamo fare nel commercio con gli Stati Uniti”. Il riferimento, aggiunge, è alla possibile valutazione che l’Ue sta facendo sull’acquisto di energia dagli Stati Uniti oltre che di equipaggiamento militare, elemento che secondo il premier norvegese è positivo. Il nodo restano i dazi doganali “l’uno contro l’altro, in una spirale crescente, non è una buona cosa”, ha sottolineato.

Quale difesa

Il tema della difesa si lega giocoforza al futuro della Ue e della Nato, con all’orizzonte il vertice dell’alleanza atlantica in programma il prossimo giugno: ciò che i due hanno concordato oggi a Roma tocca non solo quanto spendere, ma il come, “rileggendo” de facto ciò che Meloni aveva detto nelle sue comunicazioni alle camere prima dell’ultimo consiglio europeo quando aveva messo l’accento sulle trasformazioni che riguardano il comparto della difesa. Ovvero non solo caccia o carri armati, ma cyber sicurezza, IA, guerra ibrida e protezione del mare. Per cui quando Støre cita i nuovi piani regionali per la Nato fa mostra di voler rafforzare la comune visione con Roma, nella consapevolezza che “dobbiamo tenere conto del mondo in cui ci stiamo muovendo”.

Nord e sud

Oltre ai partenariati industriali, interessante è stato il passaggio sulle sfide che persistono sul fronte Nord e quello Sud. Støre ha spiegato che la Norvegia confina con la Russia, e l’Italia confina con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo: non un semplice dettaglio geografico, ma una traccia geopolitica significativa che porta alla condivisione di prospettive su quello che significa sicurezza per l’Europa. In sostanza, nonostante sia un laburista ha molti punti di contatto programmatici con Roma: la visita a Chigi è stata l’occasione per allargare il fronte che vuole tenere unito l’occidente in chiave dazi ed evitare fughe in avanti verso la Cina, come ad esempio fatto dal premier spagnolo Pedro Sánchez, volato tre giorni fa a Pechino per siglare accordi con Xi.


×

Iscriviti alla newsletter