La Commissione europea mette sul tavolo un bilancio pluriennale da 2 trilioni di euro per il 2028-2034, con 131 miliardi destinati a Difesa e spazio. Un investimento senza precedenti, che spicca per la rottura rispetto al passato. Il piano dovrà ora passare al vaglio di Parlamento e Consiglio, dove, almeno per i prossimi due anni, si confronteranno visioni diverse sul peso delle spese militari
Bruxelles (almeno a parole) non scherza sulla Difesa. Con la nuova proposta per il budget pluriennale dell’Unione (2028–2034), la Commissione europea punta a dare un messaggio forte ad Alleati e rivali. Tra le voci principali di spesa (che ammontano complessivamente a due trilioni di euro), spiccano i 131 miliardi destinati alle nuove iniziative nei settori della Difesa e dello spazio.
Il commissario europeo al Bilancio, Piotr Serafin, ha sottolineato che la proposta mira a garantire un’Europa “più indipendente, prospera, sicura e dinamica” per il prossimo ciclo finanziario. Ha inoltre evidenziato l’importanza di adottare una strategia “più semplice, mirata e flessibile” per affrontare le sfide emergenti.
La nuova allocazione di budget, laddove confermata dal vaglio di Consiglio e Parlamento, andrebbe ad aggiungersi alle risorse già stanziate nell’ambito dello European defence fund (Edf) e del pacchetto Safe, a sua volta parte del piano ReArm/Readiness 2030. Come più volte ribadito da Ursula von der Leyen, l’Europa deve rafforzare le proprie capacità industriali e difensive. Non solo per poter garantire il proseguimento del supporto all’Ucraina, ma anche e soprattutto per la propria sicurezza.
La Commissione sta lavorando già da alcuni mesi a un nuovo strumento, lo European defence investment programme (Edip), pensato per rafforzare la produzione congiunta di sistemi critici, incentivare la cooperazione tra le industrie strategiche e coordinare gli investimenti a livello europeo. Tale strumento, una volta finalizzato, rappresenterà la bussola con cui Bruxelles orienterà tutti i futuri investimenti nei due settori. Le misure proposte si pongono infatti l’obiettivo di colmare i gap nella supply chain, favorire l’interoperabilità tra gli eserciti e aumentare la resilienza industriale del Vecchio continente.
Non solo Difesa
Accanto alla Difesa, il pacchetto prevede risorse consistenti anche per il settore spaziale, ormai considerato — a ragione — parte integrante della sicurezza europea. I programmi Galileo e Copernicus riceveranno un potenziamento finanziario mirato a garantirne la continuità operativa e l’indipendenza tecnologica, mentre anche sul fronte della sicurezza non mancano alcune novità. Un esempio è il rafforzamento delle capacità di space situational awareness, fondamentali per monitorare oggetti in orbita e prevenire interferenze o potenziali attacchi ai sistemi orbitanti. Inoltre, il budget sosterrà ulteriormente la ricerca e l’innovazione nell’industria spaziale, puntando al doppio obiettivo di aumentare resilienza e competitività dell’Ue in questo settore.
L’Europa s’è desta?
Il piano proposto sarà ora sottoposto all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio. Francia, Italia, Polonia e i Paesi baltici si sono già espressi in favore di un’accelerazione sul fronte industriale e strategico. Più cauti i cosiddetti “frugali”, che chiedono un equilibrio tra nuove priorità e sostenibilità finanziaria. Non mancano le voci critiche tra i gruppi parlamentari più attenti alla spesa sociale e climatica, che chiedono garanzie sul mantenimento degli impegni del Green Deal e della coesione territoriale.
Ma, al netto delle negoziazioni politiche, il segnale rimane inequivocabile. Per la prima volta nella sua storia, l’Unione europea propone un bilancio che considera la Difesa e lo spazio non più come voci accessorie, ma come pilastri della propria pianificazione di lungo termine.