L’articolo del cinese sul sorpasso dell’India nella classifica delle aeronautiche mondiali rivela la strategia comunicativa cinese di difendere la propria supremazia militare e tecnologica. Un esempio di propaganda adattiva che serve sia al consenso interno sia alla proiezione esterna di leadership
Il Global Times, media che si occupa costantemente di spalmare in inglese la narrazione del Partito/Stato cinese, analizza il ranking del World Directory of Modern Military Aircraft (WDMMA) uscito nei giorni scorsi — in cui si colloca la Bhāratīya Vāyu Senā, le forze aeree dell’India, al terzo posto mondiale per potenza, davanti alla Cina. In un articolo che rappresenta un esempio chiaro di comunicazione strategica “con caratteristiche cinesi”, l’obiettivo che emerge non è semplicemente commentare un dato, ma ridefinire il significato politico di una notizia, in questo caso nell’ottica di mantenere la narrativa del primato tecnologico e militare di Pechino.
Il Global Times contesta la validità del ranking fin dal titolo. L’esperto militare Zhang Junshe definisce la graduatoria un “so-called ranking”, affermando che la forza di un esercito deve misurarsi “sulle capacità reali, non sulla carta”. Zhang – uno degli esperti attraverso cui passa usualmente la narrazione spinta dal sito – suggerisce inoltre che “l’hype di alcuni media statunitensi e indiani potrebbe avere ulteriori motivi”, ovvero fini politici, e mette in guardia contro “una spirale pericolosa di errori di valutazione”. Questi elementi compongono una strategia comunicativa ricorrente nella propaganda cinese: delegittimare, relativizzare, moralizzare.
La delegittimazione consiste nel ridurre il valore di una fonte esterna, etichettandola come ideologica o manipolata. La relativizzazione sposta il discorso dal terreno tecnico (numeri, capacità) a quello qualitativo e astratto (“la vera forza si vede in battaglia”, alludendo in forma indiretta alle storie che riguardano gli abbattimenti di jet indiani da parte del Pakistan, satellite cinese, durante il mini-conflitto di maggio). Nei fatti, è impossibile da verificare la preparazione militare cinese su cui sposta il focus l’analista del Naval Military Academic Research Institute, ma è utile a difendere la supremazia narrativa. Infine, la moralizzazione — l’avvertimento contro “l’eccesso di fiducia” — permette alla Cina di assumere il ruolo della potenza responsabile e razionale, in contrapposizione all’India, dipinta come potenzialmente avventata.
Dietro questa postura comunicativa si intravede una funzione politica interna. Nel sistema di Xi Jinping, il progresso tecnologico e militare è parte del patto sociale implicito tra Partito e cittadini: prosperità e sicurezza in cambio di fiducia e stabilità. La retorica del “ringiovanimento nazionale” si fonda sull’idea che la Cina guidi l’innovazione globale. Ammettere un sorpasso indiano (New Delhi è dietro, sebbene distaccata, a Usa e Russia e poco avanti a Pechino), anche solo in una classifica tecnica, minerebbe la percezione di questa superiorità, e dunque la legittimità del modello politico e del patto sociale del Partito/Stato con le sue collettività.
Ma la propaganda serve anche all’esterno. Il Global Times non parla solo al pubblico cinese, ma anche al Global South, dove Pechino promuove un’immagine di potenza tecnologica e di partner alternativo all’Occidente. Contestare la classifica significa riaffermare la leadership produttiva e militare della Cina di fronte a potenziali partner industriali e acquirenti di armamenti. In questo senso, la narrativa del giornale è parte di una più ampia politica di influenza, che punta a mantenere Pechino come riferimento del Sud globale, anche in termini di capacità operativa e know-how strategico.
Il World Directory of Modern Military Aircraft (WDMMA) è una fonte ampiamente citata sebbene non ufficiale (non è d’altronde possibile per una forza armata diffondere dati dati definitivi sulle proprie capacità, e sarebbe sconveniente vantarsene. Si tratta di un database privato che elabora classifiche e punteggi basati su un algoritmo proprietario — il “TruVal Rating” — che combina criteri di quantità, modernizzazione e capacità operativa, in genere accettati a livello internazionale. Il caso del commento al posizionamento dell’India — la cui aviazione ha compito 93 anni di storia all’inizio di ottobre — mostra dunque come la propaganda cinese operi in modo riflessivo: ogni informazione esterna diventa un’occasione per rafforzare la centralità del Partito e la sua visione del mondo. La Cina non nega solo un dato: ridefinisce i criteri stessi della competizione, come succede più in ampio con le iniziative per rimodellare la governance internazionale, ribadendo che il giudizio finale sulla potenza appartiene solo a chi controlla la narrazione. In questo, il Global Times non commenta la realtà — la produce.
(Foto: X, @IAF_MCC)