Il governo olandese interviene sul produttore di semiconduttori controllato dalla cinese Wingtech. In gioco c’è la sovranità tecnologica nazionale e l’equilibrio geopolitico europeo nei chip
Con una decisione definita “altamente eccezionale”, il governo dell’Aia ha attivato i poteri speciali del Goods Availability Act contro Nexperia, produttore di semiconduttori con sede a Nijmegen ma di proprietà della cinese Wingtech, a sua volta parzialmente statale.
Che significa?
La mossa consente all’esecutivo di bloccare o annullare decisioni aziendali ritenute dannose per la sicurezza nazionale o per la disponibilità di “conoscenze e capacità tecnologiche cruciali”. È la prima volta che l’Olanda fa ricorso a questo strumento. Un segnale di quanto la questione dei semiconduttori sia ormai percepita come materia di sicurezza strategica, piuttosto che di libero mercato.
Il ministero degli Affari economici olandese ha giustificato la decisione parlando di “recenti e gravi carenze di governance” all’interno di Nexperia, senza però entrare nei dettagli. Dietro questa formula diplomatica, la preoccupazione che possibili trasferimenti di tecnologie sensibili potrebbero compromettere l’autonomia industriale del Paese. Grazie ai nuovi poteri, il governo potrà intervenire direttamente sulle decisioni di management della società: dai movimenti di capitale alle strategie industriali, fino ai potenziali passaggi di asset.
Wingtech ha reagito duramente, definendo la mossa olandese “un atto di eccessiva interferenza guidato da pregiudizi geopolitici”. In una comunicazione alla Borsa di Shanghai, la società ha annunciato ricorso legale e ha chiesto il supporto del governo cinese.
Pechino e il settore chip
La Cina ha da anni avviato una strategia di espansione sistemica nella filiera globale dei semiconduttori, puntando ad acquisire know-how occidentale sia attraverso acquisizioni commerciali che, secondo le agenzie di intelligence europee, mediante spionaggio industriale e cyberattacchi. In un rapporto pubblicato a inizio anno, proprio il servizio d’intelligence militare olandese (Mivd) ha avvertito che l’attività di spionaggio cinese “si sta intensificando” contro università e centri di ricerca nazionali, in particolare nei confronti di Asml, il colosso olandese leader mondiale nella produzione di macchine litografiche avanzate.
Londra e Washington avevano già lanciato l’allarme
L’asse anglosassone si era mossa preventivamente. Nel 2022, il governo britannico aveva ordinato alla società di vendere la sua quota nella fabbrica di microprocessori Newport Wafer Fab, considerata un asset strategico per la sicurezza nazionale. L’impianto è poi stato ceduto alla statunitense Vishay Intertechnology per 177 milioni di dollari. Anche Washington si era mossa nella medesima direzione. Wingtech è stata inserita nel 2023 nella lista nera del Dipartimento del Commercio statunitense, tra le entità accusate di “agire in contrasto con la sicurezza nazionale e gli interessi di politica estera degli Stati Uniti”.
Sovranità tecnologica
La decisione olandese, adottata il 30 settembre e resa pubblica solo il 12 ottobre, segna un punto di svolta nella postura europea verso gli investimenti cinesi in settori critici. “Solo a causa della portata e dell’urgenza significative delle carenze di governance a Nexperia, ha dichiarato il governo, è stata presa la decisione di applicare la legge. Si tratta di una misura che il governo usa solo quando è assolutamente necessario”.
In poche parole, l’Olanda non vuole correre rischi. E nel farlo, si allinea al nuovo paradigma europeo della “sicurezza economica”, che unisce tutela degli asset strategici, protezione del know-how industriale e controllo sugli investimenti esteri.