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La space economy, le filiere strategiche e il ruolo delle Pmi. Intervista a Jacopo Recchia (Aviorec)

Il settore aerospaziale italiano è al centro di una trasformazione rapida e complessa. Le Pmi, cuore della filiera nazionale, possono essere protagoniste della costruzione di catene di fornitura sicure e nello stimolo all’innovazione. In vista degli Stati Generali della Space Economy, l’intervista di Airpress a Jacopo Recchia, amministratore delegato di Aviorec Composites 

Il settore aerospaziale e della difesa sta vivendo una trasformazione rapida e complessa. Nuove tecnologie, supply chain sempre più integrate e il ruolo centrale delle Pmi nella filiera nazionale delineano un panorama in continua evoluzione. La prossima settimana si terranno gli Stati Generali della Space Economy, un momento importante per fare il punto sulle strategie industriali e sulle opportunità di innovazione per l’intero sistema-Paese. Airpress ne ha parlato con Jacopo Recchia, amministratore delegato di Aviorec Composites e presidente della Rete delle imprese dell’Aerospazio-Difesa del Lazio, per capire come le imprese italiane possono affrontare le sfide del settore e contribuire alla crescita della space economy nazionale.

Tutto è pronto per l’avvio degli Stati generali della Space economy. Quali sono, secondo lei, le principali opportunità e sfide in questo momento e come pensano che possano influenzare il settore nei prossimi anni?

In vista delle prossime scadenze europee in tema spazio, ma anche del ruolo fondamentale che la politica spaziale ha nella promozione e nello sviluppo delle iniziative del Piano Mattei in Africa, confrontarsi tra stakeholder del settore è centrale.

Gli Stati Generali della Space Economy sono un’opportunità per fare il punto della situazione ma anche per ragionare su quali possano essere le linee di sviluppo strategico per la politica dello spazio – che ad ampio spettro riguarda sicurezza, comunicazioni, tecnologia, economia, cooperazione ma anche confronto serrato al livello globale – e come attualmente l’Italia si posizioni nella space economy internazionale.

Nel quadro della grande sfida che riguarda la costruzione dell’autonomia strategica e della competitività su scala globale del nostro continente, particolarmente a cuore mi sta l’idea che un contributo fondamentale a questo tema sia quello di valorizzare e rafforzare le Pmi del comparto aerospaziale, che sono il fulcro tecnologico e operativo del sistema produttivo.

La space economy, lo sappiamo, coinvolge settori che vanno dalla manifattura avanzata alle telecomunicazioni, passando per l’energia e i materiali innovativi. Come descriverebbe l’integrazione di aziende come Aviorec in un ecosistema così ampio e multidisciplinare?

Senza dubbio Aviorec è ben integrata nella catena di produzione del settore aerospaziale nazionale e internazionale. In particolare, Aviorec lavora nel segmento dei materiali innovativi, nello specifico quelli compositi, con una preminenza nel campo elicotteristico, ma offrendo un contributo determinante anche alla realizzazione di parti strutturali per il settore spaziale. Questo senza dimenticare che anche nel campo R&D (ricerca e sviluppo, ndr.) per lo spazio, sempre in ottica “dual use”, Aviorec ha sviluppato, nell’ambito del Piano nazionale della ricerca militare (Pnrm), un prototipo di satellite per la distruzione dei detriti spaziali.

Aviorec infatti è specializzata in componentistica ad alte prestazioni per l’aerospazio. Quali sono, pensando anche al resto del settore, le principali innovazioni su cui state lavorando?

Come molte delle aziende del settore aerospazio-difesa, Aviorec è una realtà che si muove sulla “frontiera tecnologica” e ha una chiara vocazione multidominio. L’azienda è attiva nella realizzazione di parti e componenti critiche per lanciatori spaziali e missili, elicotteri e aerei, protezioni balistiche navali e terrestri, ma anche realizzazione e industrializzazione di parti in materiale composito per automotive, nautica e settore ferroviario.

L’80% del tessuto produttivo nazionale è rappresentato da Pmi. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, la sicurezza della supply chain (che in Italia si basa quasi esclusivamente sulle realtà medio-piccole) assume un significato sempre più importante. Come si possono tutelare queste realtà nazionali garantendo al contempo il rafforzamento della catena di forniture?

La tutela e il rafforzamento delle Pmi del settore aerospaziale sono condizioni necessarie per garantire l’autonomia strategica e la competitività del mercato europeo nel contesto globale. Lo sviluppo di questa filiera può avvenire solo se le Pmi vengono coinvolte sin dalle prime fasi di definizione delle strategie industriali europee di settore insieme ai grandi player. Perché, pur rappresentando solo il 12% del tessuto produttivo di settore, le grandi imprese sono quelle che “dettano le regole” e che hanno il compito di dare chiare indicazioni all’intera filiera su quali siano le strategie da seguire. Solo così sarà possibile permettere alle imprese di anticipare i fabbisogni, investire con visione e contribuire in modo attivo alla costruzione delle catene di fornitura del futuro. Tuttavia, questa capacità di investimento delle Pmi non può essere lasciata al caso ed è necessario veicolare e garantire strumenti di finanziamento dedicati, pensati specificamente per sostenere l’innovazione e la crescita dell’aerospazio-difesa.

Cosa intende esattamente?

Non possiamo pretendere di rendere concreta la competitività europea se tutto lo sviluppo e il potenziamento industriale restano affidati esclusivamente agli investimenti privati, che, per quanto costanti, hanno limiti strutturali rispetto all’ampiezza delle sfide globali. Faccio l’esempio concreto di quanto avviene, ad esempio, nel Lazio, dove è nata la Rete delle imprese dell’Aerospazio-Difesa del Lazio (Rial), di cui ho l’onore di essere presidente, e che raggruppa la gran parte delle Pmi tecnologiche del settore, con l’obiettivo di favorire l’integrazione e lo sviluppo della filiera, partendo proprio dal dialogo strategico tra piccole-medie imprese e grandi gruppi, per anticipare le tendenze e gli obiettivi europei del comparto.

Bene quindi che realtà simili favoriscano l’incontro e l’aggregazione di sforzi e competenze. Ma quanto alla sicurezza delle imprese e delle catene di fornitura?

Sul fronte della sicurezza per le Pmi, che riveste una parte importante nel programma della Rial, fondamentali sono la dimensione cyber, della protezione sulle tecnologie proprietarie e su quelle innovative d’impatto strategico, ma anche sulle potenziali acquisizioni da parte straniera di Pmi “critiche”. Per questo è centrale la partnership tra istituzioni pubbliche, grandi imprese e Pmi per le decisioni strategiche e le analisi di scenario. Il sistema industriale per la sicurezza nazionale si costruisce anche attraverso queste iniziative.


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