Il Giubileo della Terra rilancia l’appello di Papa Francesco per un umanesimo sostenibile e un’ecologia integrale. Con il “Filo verde”, scienza e fede si uniscono da Assisi a Roma per la cura del creato. Istituzioni e comunità riflettono su clima e giustizia ambientale, nel segno della responsabilità verso la casa comune. Il punto di Illomei
Il Giubileo di Papa Francesco non poteva non riservare un’attenzione particolare a quel Creato al quale aveva dedicato la sua seconda enciclica, la “Laudato sì” del 2015, prendendo a prestito, non a caso le parole iniziali del “Cantico delle Creature” di San Francesco d’Assisi del quale, primo papa nella storia della Chiesa, aveva voluto prendere anche il nome.
“Se fossimo ancora capaci di guardare con stupore al creato – si legge nella Bolla di Indizione del Giubileo – potremmo comprendere l’alternarsi delle stagioni con i loro frutti; osservare la vita degli animali e i cicli del loro sviluppo; avere gli occhi semplici di San Francesco che nel suo Cantico delle Creature, scritto proprio 800 anni fa, percepiva il creato come una grande famiglia e chiamava il sole ‘fratello’ e la luna ‘sorella’”.
(A proposito, anno grande amico dell’ambiente il 2015, che ha visto, oltre alla pubblicazione dell’enciclica papale, l’adozione, da parte delle Nazioni Unite, dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e la firma dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici).
Dal messaggio della “Laudato sì” e della successiva Esortazione Apostolica “Laudate Deum” del 2023 (“Gli esseri umani devono essere riconosciuti come parte della natura”), nasce il “Filo verde per un Giubileo sostenibile” che ha percorso tutta l’Italia e ha visto coinvolto il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA), le diocesi e le realtà locali, chiamando istituzioni, territori e cittadini a riflettere insieme sulla cura della Terra e sul futuro delle nuove generazioni, richiamando l’urgenza di un’ecologia integrale (“la sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale”, si legge nell’enciclica) ribadita dalle recenti parole di Papa Leone XIV sulle necessità di custodire la terra come dono comune.
E non poteva che partire da Assisi questo “Filo verde”, dalla prestigiosa cornice del Sacro Convento di S. Francesco dove si sono svolte due giornate di dibattiti e riflessioni sul tema della scienza e della fede per la cura della Casa comune.
E concludersi a Roma per fare un bilancio e tracciare alcune linee di un percorso, rivolto soprattutto alle giovani generazioni, nel quale scienza e fede possano trovare una sintesi nell’ambito delle azioni da mettere in campo per salvaguardare la natura e contrastare i rischi derivanti dal cambiamento climatico.
Vale la pena ricordare le tappe di questo percorso che ha visti coinvolti tutti i territori della Penisola e le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientali (ARPA), in un cammino comune di riflessione e sensibilizzazione sui temi ambientali, etici e sociali delle popolazioni locali. “Acqua: un bene comune da custodire” è stato il tema proposto dalla Diocesi di Genova per sensibilizzare amministratori e cittadini sul valore di questa risorsa fondamentale per la sopravvivenza stessa dell’uomo.
Stesso tema affrontato dall’Archidiocesi di Gorizia con un cammino transfrontaliero lungo le sponde del fiume Isonzo, nell’anno che vede la città di Gorizia, assieme a Nova Gorica, in Slovenia, capitale europea della cultura transfrontaliera 2025″.
“Il rapporto tra spiritualità e cura del creato è stato al centro di due eventi all’Aquila e a Pescara, organizzati da Arpa Abruzzo. Mentre a Firenze, in aprile, si è discusso di “ecologia integrale al tempo della crisi climatica”.
Negli stessi giorni, a Roma, al Villaggio della Terra, organizzato da Earth Day Italia, è stato affrontato il tema della qualità dell’aria e della salute del mare.
A Torino, in Piazza Castello, è stato il settore del tessile e il suo impatto sull’ambiente e sul cambiamento climatico il tema al centro del dibattito. Il riciclo e l’economia circolare possono contribuire per un futuro più sostenibile per tutti, dai produttori ai consumatori.
A Palermo, nell’ambito del Meeting Francescano del Mediterraneo “Un’eco di pace nel Mediterraneo”, nella piazza della Cattedrale, Arpa Sicilia ha proposto attività di informazione e sensibilizzazione ambientale risolte a cittadini e scuole.
Mentre a Bari, in occasione delle celebrazioni di San Nicola da parte della Chiesa ortodossa e della Giornata internazionale della Biodiversità, si sono svolte tre giornate in cui comunità scientifica, istituzioni e mondo accademico si sono confrontati sulla salvaguardia del pianeta e la costruzione di un futuro più sostenibile.
“Qualeidea Quiz”, il gioco da tavolo didattico per le ragazze e i ragazzi paladini dell’ambiente, ideato dai ragazzi della scuola secondaria di San Zenone degli Ezzelini, in provincia di Treviso, è stato distribuito a tutte le scuole della Regione Veneto; un gioco “ambasciatore di pace, misericordia e amore”.
La processione di Santa Maria di Porto Salvo, patrona dei pescatori e dei marinai, nel Comune di Maratea, ha fatto da cornice all’evento dell’Arpa Basilicata su ambiente, spiritualità e sviluppo sostenibile.
Le acque marine e i rischi per la salute e l’ambiente derivanti dalla presenza di contaminanti emergenti e alghe tossiche sono i temi che hanno animato il dibattito a Termoli, mentre il ruolo del cinema nei confronti della comunicazione, dell’etica e della sostenibilità ambientale è stato al centro di un incontro organizzato da Arpa Lombardia. A novembre, nella Diocesi di Ales-Terralba, in provincia di Oristano, nelle scuole primarie è stato avviato un percorso didattico
sul tema dell’emergenza plastica. Infine, nel suggestivo Chiostro San Domenico di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, è stato affrontato l’aspetto etico-ambientale della custodia del creato, in sintonia con l’enciclica di Papa Francesco.
“L’augurio – come ha detto Stefano Laporta, presidente di ISPRA e SNPA – è che con questa iniziativa capillare sul territorio italiano, le comunità locali, i cittadini, le istituzioni, gli esperti, i religiosi, gli studenti, possano sentirsi coinvolti in una più ampia riflessioni sulla presenza dell’uomo sulla terra, sul legame tra natura e senso del sacro, tra spiritualità e cognizione dell’importanza della scienza”.
L’appuntamento di Roma di fine ottobre ha chiuso il percorso del “Filo Verde”, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, mondo scientifico, religioso e accademico. Tra gli altri, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente emerito del Pontificio Collegio della Cultura e di Giulia Bonelli, Direttore della Tenuta Presidenziale di Castel Porziano.
A fare gli onori di casa il presidente di ISPRA Stefano Laporta, che, aprendo i lavori ha voluto ricordare l’attenzione di Papa Francesco e del suo successore Leone XIV ai temi dell’ambiente, confermando quanto la cura del creato sia un impegno imprescindibile non solo per ogni cristiano ma per ogni uomo, “nella consapevolezza che scienza e fede possono cooperare per una società più giusta e più inclusiva”.
Portando il saluto del Governo, il Ministro Pichetto Fratin ha voluto ricordare il contributo portato da Papa Francesco ai temi ambientali con la sua “ecologia integrale”.
“Il nostro impegno, ha aggiunto, è rivolto soprattutto al futuro e alle generazioni più giovani e ad affrontare le sfide che ci vengono dai cambiamenti climatici in atto, lungo il sentiero della decarbonizzazione, favorendo fonti energetiche più sicure e accessibili. Non basta agire solo in alcuni settori, curare la natura, ma intervenire in ogni ambito, culturale, sociale, politico ed economico, nel nome di quella ‘giustizia climatica’ tanto cara a Papa Francesco”.
Particolarmente attese e apprezzate, e non poteva essere altrimenti, le riflessioni e gli stimoli portati dal Cardinal Ravasi, partendo da due citazioni che esprimono la duplice dimensione che ha guidato l’itinerario della cura della terra: la dimensione scientifica e sociale e quella etico-religiosa. Riprendendo il concetto della “Laudato sì” dell’ecologia integrale, ha sottolineato che “non ci sono due crisi separate, una ambientale e l’altra sociale, ma una sola e complessa crisi socio-ambientale. Dio ha scritto un libro stupendo le cui lettere sono la moltitudine delle creature presenti nell’universo. L’uomo ha il dovere di proteggere la terra, possederla e curarla, ma non devastarla”.
“La Tenuta Presidenziale di Castelporziano, così come il Palazzo del Quirinale, fa parte della dotazione del Presidente della Repubblica”, ha ricordato Bonelli.
“Per volontà del Presidente Mattarella, dal 2015, nel suo primo insediamento, questa dotazione è diventata casa comune di tutti gli italiani e Castelporziano, area naturale protetta, rappresenta l’hotspot di biodiversità al servizio dei cittadini, con particolare attenzione alle fasce fragili e alla comunità scientifica”.
“Esiste un’assonanza tra la dottrina pastorale cattolica sui temi ambientali e i messaggi che il Presidente Mattarella in questi anni, anche a seguito della modifica della Carta Costituzionale sull’ambiente del febbraio 2022. Una posizione ribadita nel recente incontro con Papa Leone XIV, con il quale ha voluto condividere le proprie preoccupazioni sui processi che incidono in maniera significativa sulla vita di tutti noi, primo fra tutti il cambiamento climatico”.











