Tutti gli studi sull’economia irregolare, dimensioni e interventi degli istituti per contrastare anche la criminalità e dove si insinua. L’intervento di Riccardo Pedrizzi
All’inaugurazione dell’Anno di Studi 2025/2026 della Scuola di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha detto che “in Italia l’economia irregolare ha dimensioni significative. Secondo le stime dell’Istat, quella non osservata nel 2023 generava un valore aggiunto pari a 218 miliardi di euro e al 10 per cento del Pil”. Ma “dal 2011 l’incidenza dell’economia non osservata sul pil e diminuita di 2 punti percentuali. La quota dei lavoratori irregolari è scesa di oltre un punto, al 10 per cento. L’evasione fiscale in rapporto al prodotto si è ridotta di quasi un terzo, al 4 per cento”.
Anche secondo l’ultima Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva del ministero dell’Economia e delle Finanze, seppure in dimensioni diverse, il valore aggiunto generato dal sommerso economico ha toccato 182,6 miliardi, in crescita del 10,4% rispetto al 2021 (165,5 miliardi), con un incremento rispetto al 2021 di circa 3,5 miliardi.
L’evasione contributiva si è attestata a 8,4-11,6 miliardi e le mancate entrate tributarie ammontano a 89,9 miliardi. Aumenta anche l’evasione sugli affitti che risale a 875 milioni (dai 625 milioni del 2021).
Rispetto al 2019, l’incidenza del sommerso sul Pil si riduce di 0,6 punti percentuali e di 1,7 rispetto al 2011, a seguito del rafforzamento dei controlli e alla digitalizzazione, in particolare con la fatturazione elettronica. Ma quasi un’attività su undici sfugge al fisco. In ogni caso indubbiamente la progressiva riduzione del gap mostra che le politiche di contrasto all’evasione stanno producendo risultati, perché secondo il Mef…“Il contrasto all’evasione non è solo repressione ma anche prevenzione e semplificazione”.
Questi dati si aggiungono e seguono quelli forniti dall”Istat – e dei quali si è avvalso il Governatore Panetta come dicevamo – che ha certificato che nel 2023 sommerso e illegalità hanno aumentato il fatturato (+7,5%), raggiungendo i 217,5 miliardi con un’incidenza sul Pil al 10,2%, dal 10,1% del 2022.
Le sotto-dichiarazioni nell’ambito dell’economia sommersa, si è attestata a 108,2 miliardi di euro aumentando dai 101,5.
Nel Rapporto annuale per il 2024 dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, dal suo canto, reso noto questa estate, aveva rilevato che le tipologie di illeciti sono riconducibili alle tradizionali aree di rischio dell’evasione fiscale, dell’abuso di fondi pubblici e corruzione e della criminalità organizzata.
“L’approfondimento di casistiche di frode ed evasione fiscale ha confermato un esteso sfruttamento dei servizi di Iban virtuale (v-IBAN) e di correspondent banking, utilizzati come efficienti strumenti dissimulatori in una pluralità di contesti illeciti… Ai sistemi informali paralleli a quello bancario (c.d. underground banking) tradizionalmente impiegati per il trasferimento di denaro all’estero si stanno progressivamente affiancando modalità operative più complesse”.
Nel 2024 è aumentato il numero di segnalazioni riguardanti contesti connessi all’attuazione del Pnrr (805 SOS a fronte delle 309 del 2023); il flusso segnaletico proviene per oltre il 90% da Pubbliche amministrazioni… “Analoghe fattispecie di possibile abuso di risorse pubbliche continuano a emergere, più in generale, nell’ambito delle agevolazioni e dei contributi pubblici non rientranti nel Pnrr; alcune segnalazioni hanno messo in luce l’anomala operatività di imprese attive nel settore dello sviluppo, produzione e distribuzione di opere cinematografiche e audiovisive, beneficiarie di un credito d’imposta (c.d. Tax Credit Cinema) commisurato all’importo delle spese sostenute per la realizzazione delle predette opere”.
“Nel settore delle garanzie prestate in favore di Pubbliche amministrazioni sono emersi nuovi casi di fideiussioni contraffatte, rilasciate a diverse imprese spesso localizzate nella stessa area geografica, al fine di garantire il corretto adempimento di obbligazioni derivanti da rapporti contrattuali con vari enti pubblici”.
“L’analisi di segnalazioni relative a possibili contesti di corruzione conferma la ricorrenza, in tali fattispecie, di articolati schemi operativi finalizzati a schermare la corresponsione di indebite utilità a esponenti politici o con incarichi apicali in Pubbliche amministrazioni, mediante l’interposizione di enti spesso esteri, con assetti proprietari non trasparenti e di difficile ricostruzione, o attraverso la realizzazione di operazioni immobiliari ravvicinate e complesse”.
Per quanto riguarda la criminalità organizzata: “Le fattispecie rappresentate dalle segnalazioni all’Uif hanno riguardato, in un terzo circa dei casi, operatività in contanti e contesti di frodi nelle fatturazioni con l’invio di provvista all’estero, verso v-IBAN o rapporti incardinati presso Stati del Sud Est asiatico, realizzate da reti di società e di soggetti i cui nominativi spesso sono presenti negli archivi della Dna. Inoltre, analogamente al 2023 circa il 14% delle segnalazioni collegabili a contesti di criminalità organizzata hanno riguardato contesti di truffe, frodi informatiche e operatività in criptoattività”. Nel 2024 sono proseguiti i flussi segnaletici che evidenziano interessi nel settore del fotovoltaico e delle energie rinnovabili di società direttamente o indirettamente collegate ad ambienti della criminalità organizzata… “La crescente digitalizzazione e il continuo progresso tecnologico sono alla base del costante aumento delle fattispecie connesse a frodi informatiche o agevolate dall’utilizzo di strumenti e canali innovativi”.
Anche nel 2024 le fattispecie connesse all’utilizzo di criptoattività sono state molteplici e di particolare interesse, essendo caratterizzate da una ricorrente diversificazione delle metodologie di riciclaggio realizzate in questo ambito. I flussi segnaletici continuano a rilevare il frequente acquisto di criptoattività con l’impiego di fondi derivanti da illeciti di varia natura e, in particolare, di truffe anche realizzate con schemi innovativi.
Un particolare settore ove si annidano più frodi è quello dei Fondi Ue.
Confcommercio inoltre ha certificato che nel 2024 l’illegalità ha fatto perdere solo a imprese del commercio e pubblici esercizi circa 40 miliardi di euro di guadagni. In particolare, solo tra abusivismo commerciale e nella ristorazione, contraffazione e taccheggio si sono perduti 28,2 miliardi di euro, cui vanno aggiunti danni da 3,9% miliardi causati da azioni cyber. Ma il dato più allarmante è che ben 276mila posti di lavoro sono stati a rischio per il peso di questi fenomeni.
Il report presentato da Confcommercio dice che quasi un imprenditore su tre (31,3%) teme che la propria impresa possa essere esposta al rischio di fenomeni criminali.
Sempre l’Unità di informazione finanziaria – l’organismo antiriciclaggio di Bankitalia – con un proprio studio che ha analizzato 6.771 Comuni nel periodo 2016-2021 ha individuato indici di allerta in base hai quali è giunto alla conclusione che dove c’è criminalità organizzata, le casse comunali si svuotano, perché da un lato, l’amministrazione si paralizza o chiude un occhio, evitando di riscuotere da amici e sodali. Dall’altro, i cittadini smettono di pagare se sanno che i soldi finiscono nelle mani sbagliate.
Inoltre nei Comuni infiltrati, il carico fiscale pro capite è più alto. Lo schema ricorrente dei Comuni infiltrati riguarda la spesa. Nei Comuni infiltrati la distribuzione della spesa pubblica cambia volto: più fondi a edilizia, rifiuti e amministrazione interna, meno a cultura, trasporti e servizi sociali. Uno dei segnali più chiari di rischio criminalità è la scarsa efficienza nella riscossione della Tari, la tassa sui rifiuti. Nei Comuni a rischio, il gettito effettivo è inferiore rispetto al previsto. La conseguenza è un aumento del carico fiscale pro capite. Il modello Uif ha individuato in questa debolezza fiscale un marcatore preciso: là dove la Tari non viene riscossa, la probabilità di infiltrazione aumenta in modo significativo.
La Uif ha verificato che nei Comuni ad alto rischio gli appalti pubblici sono spesso poco trasparenti. Mancano i nomi delle imprese vincitrici, le date dei lavori, le fonti di finanziamento.
Nel complesso si conferma che più è presente la criminalità più i cittadini vivono peggio.
Insomma come si vede ce ne è per tutte le esigenze e tutti i tipi di truffe.
Si va dall’acquisto di strumenti finanziari come i buoni postali, i fondi comuni di investimento, le obbligazioni emesse dal sistema bancario al lancio di criptovalute ancorate alla vendita di diamanti, dalla propaganda della quotazione in Borsa di holding per commercializzare applicazioni di intelligenza artificiale al riciclaggio di somme ricevute dai risparmiatori per acquistare immobili, auto, natanti, buoni dematerializzati, titoli azionari, alle polizze fideiussorie rilasciate dalle società non autorizzate.
















