Solo sei giorni fa aveva spronato il governo a non mollare su crescita e consolidamento dei conti pubblici. Oggi il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha fatto invece un’ammissione importante: sì, se lo spread è sceso ed è tornata una certa fiducia dei mercati verso il nostro debito sovrano, è anche merito del governo. Nulla di scontato dal momento che Via Nazionale in questo anno abbondante di governo gialloverde, non ha certo risparmiato critiche all’esecutivo Conte. Anzi. Eppure dal G7 di Chantilly appena concluso, è arrivato un certificato di buona condotta all’indirizzo di Palazzo Chigi.
L’AMMISSIONE DI VISCO
Lo spread è sceso a 184 punti base, portandosi a 50 punti dalla quota 130 pre-governo legastellato. Ma di chi è il merito? Visco ha fatto esercizio di schiettezza nel parlare con la stampa al termine dei lavori. “Sull’Italia sta calando la tensione e questo è fondamentale. Una volta tanto l’Italia non è stata l’osservato speciale nel giro di tavolo tra i ministri e i governatori, anzi il risultato delle ultime settimane è molto favorevole e questo è visto bene da tutti i nostri partner”, ha spiegato Visco. Solo venerdì scorso, in occasione dell’assemblea dell’Abi, Visco aveva sottolineato la positiva discesa dello spread Btp-Bund. Ma oggi ha ricordato che il beneficio maggiore deriva dall’accordo raggiunto dal governo con Bruxelles sui conti pubblici del 2019. Di qui un’ammissione: “Si vede con favore il fatto che le decisioni che sono state prese dal governo, dopo la discussione con la Commissione Ue, hanno consentito di iniziare un processo di riduzione della tensione quale quella che si misura sull’onere del debito questo è fondamentale”.
L’IMPORTANZA DI ESSERE PRUDENTI
Detto dei meriti dell’esecutivo, è subito arrivato il momento di tornare con i piedi per terra. Il governatore della Banca d’Italia ha ricordato a questo proposito “l’importanza di essere prudenti sulla parte di bilancio ma di ridurre il più possibile il differenziale tra il tasso di interesse che si paga in media sul debito pubblico (i rendimenti cioè promessi a chi compra debito, ndr) e il tasso di crescita dell’economia. L’unico modo di far scendere il debito sull’attività produttiva, soprattutto in un Paese come il nostro che ha difficoltà ad aumentare il potenziale perché ha una popolazione anziana e livelli di capitale umano non altissimi, è di mantenere con forza questa tensione che porta giù l’onere del debito”.
COME VA IL MONDO
Visco ha poi affrontato l’andamento generale dell’economia mondiale, non certo solida come dovrebbe. “I rischi sull’economia globale sono abbastanza evidenti per l’incertezza geopolitica e anche soprattutto legata alle turbolenze per quel che riguarda il commercio internazionale legato alle questioni tariffarie”. Tuttavia, ha aggiunto, “la conclusione del G7 alla fine, è stata che non possiamo essere pessimisti perché abbiamo evidenza di condizioni migliori del previsto in diverse aree del globo, forse non tanto dal lato cinese ma sicuramente dal lato americano. Non possiamo neanche essere ottimisti, quindi siamo in una situazione di incertezza abbastanza ampia, con rischi per quanto riguarda gli investimenti”.
L’ENDORSEMENT A LAGARDE
Il 12 settembre Christine Lagarde lascerà definitivamente il Fondo monetario internazionale per approdare alla Bce, al posto di Mario Draghi (presente anch’esso al G7 economico francese). Visco ha dato la sua personale benedizione, fornendo un endorsement importante. “Lagarde la conosciamo, ha grande capacità di leadership che, come per Draghi, dipenderà molto dal consenso che avrà all’interno del Consiglio (qui l’intervista ad Andrea Montanino, ndr). Ovviamente siamo tutti ben disposti nel lavorare insieme e non credo che il Consiglio Direttivo nonostante le posizioni a volte diverse su vari interventi, abbia fatto un cattivo lavoro grazie anche all’opera di Draghi chiaramente”.