Lavoro, reddito di cittadinanza, flat tax: in una parola, la manovra. Un tema finito al centro del dibattito andato in scena ieri sera alla Club House Barberini in occasione dell’Aperithink organizzato da Formiche, tra Roberto Arditti e il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (Lega, qui una sua recente intervista a questa testata). L’evento serale è stato l’occasione per fare il punto della situazione in vista del delicato appuntamento con la legge di Bilancio, che tra un mese e mezzo il governo dovrà iniziare a scrivere. Tutto è partito da alcune considerazioni sul reddito di cittadinanza, approvato a inizio dello scorso anno.
SETTE MESI DI REDDITO DI CITTADINANZA
“Quando si parla di riorganizzazione dei centri per l’impiego (il braccio operativo del reddito di cittadinanza, ndr) emerge tutta l’innefficienza che ha contraddistinto questo Paese su certe tematiche. Credo che anche per questo i centri per l’impiego saranno la vera scommessa per questo governo”, ha premesso Durigon. “Quanto al reddito di cittadinanza, la cosa che abbiamo voluto fare è dargli una connotazione attiva e non assistenziale. I problemi che stiamo avendo in questo periodo riguardano la possibilità di spostare l’erogazione dei 780 euro da mensile e a giornaliera e questo per un motivo molto semplice. Per evitare che le offerte di lavoro legate al reddito possano essere rifiutate”. Durigon non ha avuto difficoltà a sottolineare le carenze che contraddistinguono i meccanismi del reddito di cittadinanza. “Gli uffici di collocamento oggi collocano il 3% dei potenziali lavoratori, le agenzie il 25%, c’è una marea di potenziale formazione su cui lavorare ed è a questo che dobbiamo puntare”.
IL MERCATO DEL LAVORO
Il sottosegretario leghista si è anche soffermato sulle attuali condizioni del mercato del lavoro. “Credo che dei grandi miglioramenti nei numeri ci siano stati, le cose stanno andando meglio sul mercato. C’è chi indica che questi fattori siano imputabili a part time o cassa integrazione straordinaria. La volontà del nostro governo è però fare molto di più. Non dobbiamo essere però troppo gioiosi, però se guardiamo al resto d’Europa possiamo dire che ci sono dei buoni segnali sul lavoro. C’è molto da lavorare, servono infrastrutture e investimenti e comunque, più no che sì”.
CACCIA ALLE OPERE (PUBBLICHE)
Altro tema caldo, le opere pubbliche, discorso che tira direttamente in ballo il recente sì del premier Conte alla Tav. “L’altro giorno il Cipe”, ha spiegato Durigon, “ha approvato opere per miliardi, decisione che ha incontrato un grande favore dei sindacati. Questo Paese ha bisogno di tutto. Scuole, strade, ponti, trasporti, la carne al fuoco è tanta. Attraverso le infrastrutture i numeri dell’Italia possono tornare a crescere a doppia cifra”. Parlando della manovra imminente, Durigon ha ribadito l’importanza per la Lega della flat tax. “Rimane la nostra priorità, dobbiamo assolutamente cercare di abbassare le tasse alle imprese, l’unico modo per ricominciare a fare Pil”.
IL FUTURO DEL GOVERNO
Naturalmente non poteva mancare un passaggio sul futuro del governo, tutt’altro che roseo dopo gli ultimi scontri tra Lega e M5S. “Gli ultimi litigi non devono ingannare, ci sono stati scontri duri certo ma credo che siamo arrivati al momento in cui serve una coalizione vera, coesa, in cui tutti siamo uniti. Io spero che ci sia la volontà da parte di tutti di andare avanti e portare dei risultati importanti. Mai come oggi c’è un governo così forte in termini di numeri, è vero che talvolta sembra mancare un comportamento di interesse comune, per questo torno a ribadire che è il momento di dire sì e non no”. Ultima battuta, le possibili elezioni anticipate: “Non sono in agenda nel 2019 e nel 2020 a patto che si lavori tutti insieme. Direi 1 x 2, come al Totocalcio”.