Per qualcuno è il giorno del giudizio ma per molti altri no. La Tav, la ferrovia più contestata degli ultimi 25 anni di politica italiana, sta dividendo come non mai la maggioranza gialloverde. Reduce da mesi di corpo a corpo sui più disparati dossier. A cominciare da quella manovra il cui cantiere è già stato aperto con buon anticipo e della quale sia il Movimento Cinque Stelle sia la Lega rivendicano, o hanno intenzione di farlo, una sorta di paternità. Il tutto ben consapevoli che ci sono precisi patti con l’Europa che impediscono di mettere troppa carne al fuoco.
Che la seduta odierna in Senato sia stata una delle più incerte di questa legislatura è fin troppo evidente. In un clima incandescente tra Lega e 5Stelle, Palazzo Madama. I lavori sono cominciati alle 9, partendo dal documento del Movimento, bocciata: quello politicamente più pesante perché puntava a bocciare l’opera, nonostante il via libera arrivato dal premier Consiglio Giuseppe Conte. Ma ci sono state anche altre 5 mozioni: 4 favorevoli alla Torino-Lione (Pd, Fi, +Europa e Fdi), una contraria (Leu) che dopo l’illustrazione sono state votate per parti separate. La Lega, con il capogruppo Massimiliano Romeo, ha annunciato ufficialmente di votare sì alla mozione del Pd, che è passata, così come quelle di Fdi e Forza Italia.
Continua a leggere qui l’articolo di Gianluca Zapponini
(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)